Brevi cenni storici sullo strumento

ORIGINI E BREVE STORIA

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La Great Highland Bagpipe è un glorioso strumento che affonda le sue radici nella culla stessa della civiltà umana.

In area Egizia e Mesopotamica, più di 3000 anni fa, un piffero fu unito ad un otre cui era stato collegato un insufflatore, per provvedere ad un suono continuo che potesse ben seguire le danze e le cerimonie.

Da qui l’idea si irradiò, sviluppandosi assai probabilmente in numerose tipologie, di cui possiamo identificare due tronconi principali: uno “Mediterraneo”, che privilegiò la presenza di due canne del canto, e uno “Continentale”, in cui la canna del canto restò singola. I due aggettivi attribuiti a queste sottofamiglie sono naturalmente solo indicativi, e vi sono compenetrazioni delle due tipologie nelle opposte aree.

Seguendo l’espansionismo romano e il nomadismo delle popolazioni del centroeuropa la “cornamusa” – termine con cui possiamo genericamente riferirci a tutti gli aerofoni a sacco – si diffuse durante il primo millennio dopo Cristo in tutta Europa, e conobbe nei primi secoli del secondo il suo massimo splendore, con moltissime forme nate praticamente ovunque per soddisfare le esigenze musicali locali.

Con l’avvento di un nuovo stile di vita, incentrato più all’interno di edifici che all’aria aperta, e con lo svilupparsi di nuove esigenze tecnico-strumentali, nacquero nuovi strumenti, di assai maggiori potenzialità armoniche e melodiche.

Il declino delle cornamuse fu rapido ovunque, eccezion fatta per le regioni “marginali” – Sud Italia, Nord della Spagna, le aree rurali del centro Francia, la Bretagna, l’Irlanda e la Scozia.

Come e quando la cornamusa sia arrivata in Scozia non possiamo saperlo, perché i primi dati storici comprovati, relativi agli anni a cavallo tra XV e XVI secolo, descrivono una situazione che non sembra solo embrionale.

Possiamo magari supporre, tenendoci stretta la maniglia del dubbio, che il secolo XV possa essere stato se non quello di nascita di questa tradizione, almeno quello di una sua concreta formazione.

Quindi, amici fan di Wallace e di Braveheart, deponete ogni speranza perché al tempo del nostro eroe probabilmente di cornamuse in Scozia non ce n’erano proprio… e di certo non quella irlandese che ha fatto sanguinare il nostro cuore per quasi tutto il film (anatema!!!)…giusto per concludere l’inciso, solo prima di una battaglia si sente la scozzese, che però intona un pochissimo adatto “Reel of Tulloch”, non credo ci fosse molta gente con la voglia di ballare…e resta memorabile la frase-pozzo-di-ignoranza “Suonano musiche proibite su pive proibite” pronunciata dallo zio mi sembra al funerale del padre… se si tiene conto che forse l’uso della cornamusa fu vietato, e per poco tempo, solo dopo Culloden (1746), ci si trova davanti ad un erroruccio di quasi mezzo millennio che ci dovrebbe far riflettere su quante caz….inesattezze vengano dette su questi argomenti.


Questo discorso ci porta dritto a quella che invece è stata l’epoca d’oro della Highland Bagpipe, e, parallelamente, del sistema sociale dei clan, ossia i secoli XVII e XVIII.

In questi due secoli lo strumento ha goduto di una enorme considerazione presso quei popoli, e da questo ha tratto vantaggio per evolvere da strumento popolare ma primitivo a strumento colto e raffinato, trascinato da una corrente compositiva di grandissimo valore che attraverso una forma musicale peculiare, il pibroch, ha portato la Great Highland Bagpipe ai più alti livelli di espressione musicale.


Risale a quel periodo anche la “canonizzazione” della tecnica strumentale, che forse avrà pur portato ad un certo irrigidimento delle modalità di esecuzione, ma di certo ha donato a questo strumento così povero di potenzialità – eccezion fatta per il suono! – armi assai potenti per sviluppare la sua musicalità. In questo periodo i MacCrimmon, i MacArthur, i MacKay, i Rankin costruirono con le loro scuole una piattaforma solida tecnico-musicale che fu poi capace, pur con difficoltà, di sopravvivere allo strazio del sistema sociale cui essa stessa apparteneva.

Dopo il 1746 i clan furono smantellati, ma non così la GHB e la sua musica.
 
Timidamente prima, supportata dal nuovo ruolo ad essa offerto in seno all’esercito imperiale poi, e favorita da una nuova ondata di creatività stavolta concentrata sulla “ceol beag”, arie, marce e danze, essa ha superato il dissesto di fine settecento, l’oblio dei primi anni dell’800, le manie accentratrici e fuorvianti di inizio ‘900, gli orrori delle guerre mondiali…ed oggi è qui con noi, più in forma che mai.

Gli strumenti non hanno mai suonato così bene, i piper sono numerosi ed abili, c’è attenzione, ricerca, innovazione, e la grande cornamusa delle Highlands inizia per la prima volta ad affrancarsi da un regionalismo che gli va troppo stretto per diventare quello che semplicemente è: un meraviglioso strumento musicale.