I LEGNI PER CORNAMUSA

Una rassegna dei legni utilizzati per la costruzione della Cornamusa Scozzese: indicazioni e controindicazioni.
(al 2.12.06 : 50 letture)

Approfitto della mia temporanea assenza dal lavoro, causa malattia, per scrivere questo articolo sui legni usati per costruire le cornamuse.
Spero che serva a fare chiarezza anche per quello che riguarda gli strumenti economici costruiti in Pakistan ed in altri posti.

Il principale legno utilizzato per costruire le cornamuse “vere”, ma anche i clarinetti, è il cosiddetto African Blackwood .

Solo raramente è utilizzato l’ebano e di questo solo le varietà più pregiate cioè quelle africane come l’African Ebony .

Molto spesso troviamo delle cornamuse costruite con legni diversi da questi: un classico esempio è il rosewood che viene usato spesso per le pakistane di “medio prezzo”. A volte i più temerari traducono rosewood in “legno di Roso”, ma niente è più lontano dal rosewood che il nostrano roso e basterebbe guardare il floreale arbusto per capire che un bordone basso non potrà mai venire fuori dallo spinoso ramoscello che allieta i nostri giardini. Spesso ci troviamo davanti anche il problema che i nomi commerciali dei legni sono spesso “duplicati”.

Ad esempio il termine “rosewood” è utilizzato spesso per 5 o 6 diversi tipi di legname tra cui alcune specie di Dalbergia ma a volte è usato anche per il Machaerium Scleroxylon che ha in comune alle più pregiate Dalbergie solo l’appartenenza alla famiglia delle leguminose.

La costruzione degli strumenti musicali, in special modo quelli a fiato, ha sempre richiesto legni estremamente compatti e duri; non è un caso infatti che solo nella famiglia dei fiati si riscontrino, fin dall’antichità, strumenti interamente in metallo.

La colonna d’aria che produce il suono in questi strumenti infatti abbisogna di superfici estremamente lisce ed i legni duri, oltre a permettere questo, hanno la caratteristica di assorbire poco il suono, il che permette di ottenere timbriche migliori.

Prima del diffondersi delle essenze tropicali gli strumenti a fiato erano prodotti con i legni locali che maggiormente potevano soddisfare questi requisiti: il Bosso (Buxus Sempervirens) ed alcune essenza a grana fine come il Pero ([Pyrus Communis) o altre.

La disponibilità di legni tropicali a partire dal 600-700 ha provocato un cambiamento delle essenze utilizzate dai costruttori di quasi tutti gli strumenti a fiato, cornamuse comprese.

Vediamo in dettaglio questi legni.

Uno dei primi ad essere utilizzati nella costruzione è stato l’Ebano (Diospyros Crassiflora).

(ebano)

Di questa pianta, della stessa famiglia del nostro diospero (Diospyros Kaki), viene utilizzato solo il cuore del tronco che è di colore nero, mentre le parti più esterne del legno non hanno nessuna utilità. L’ebano è un legno a grana molto fine e di elevato peso specifico, circa 0,82 per i legni asciutti.
Questo dato si rileva estremamente importante per giudicare la compattezza del legno e quindi la capacità che questo ha di non “assorbire” troppo il suono.

Pur essendo di difficile lavorazione, infatti deve essere lavorato con attrezzi da “ferro”, ha avuto notevole successo nella costruzione degli strumenti per le sue caratteristiche di compattezza, resistenza ecc.

Veniamo adesso al vero re dei legni per la costruzione delle cornamuse, ma anche per la costruzione di molti altri fiati, ad esempio il clarinetto, ovvero l’ African Blackwood (Dalbergia Melanoxylon).

 (African Backwood)

L’albero fa parte della famiglia delle leguminose.
Sì avete capito bene: leguminose proprio come i fagioli e i ceci.

Cresce in Africa naturalmente e più precisamente nella zona delle savane dal sud del Sudan al Mozambico, nelle parti nord di Senegal e Nigeria e nella zona occidentale dell’Angola.
Anche in questo caso si utilizza la parte centrale del tronco.

Il suo peso specifico è uno dei più alti: ben 1,08-1,10 e questo fa capire l’estrema compattezza del legno che praticamente non galleggia.
Inoltre questo legname è anche naturalmente leggermente impregnato di oli e questo aumenta ancora di più le ottime qualità che possiede per la costruzione degli strumenti a fiato.

Il vero problema di questo legno è il costo che è estremamente alto in quanto l’albero stesso è raro, non molto grande ed ha una crescita estremamente lenta, circa 100 anni per raggiungere la dimensione adatta al taglio. Altro problema è la sempre più scarsa quantità di questo legame sul mercato. L’ intensivo sfruttamento di questo legname per costruzione di strumenti, più che altro clarinetti e non certo cornamuse, sta creando grossi problemi di approvvigionamento ai costruttori e si rischi di vedere questo legname sparire dal mercato, proprio come è successo ad un altro legno eccellente ed usato fino all’inizio del 900 per costruire ottime cornamuse il VERO Cocus wood.

Il Cocus Wood noto nel mondo dell’ebanisteria anche come come grenadillo in Italia grenatiglio o ebano di Giamaica e un legno di colore rossastro proveniente dalla Giamaica o comunque dalle isole caraibiche proviene dall’albero della Brya ebenus

 (Brya ebenus) 

era un legno di eccezionale qualità usato per la costruzione di strumenti e per ebanisteria, purtroppo il grande sfruttamento ha provocato la distruzione delle riserve di questo legno che pur non essendo estinto vista la lenta  crescita non è in grado di fornire quantità di legno sufficienti a prezzi accettabile per la costruzione di cornamuse. Alcune cornamuse dell’ 800 primi del 900 sono in questo legno e si riconoscono facilmente dal colore rossatro. Era il legno maggiormente usato dal  costruttore David Glenn che operava alla fine del 800 inizio 900.

( Bordoni Glenn in Cocuswood)

La scarsità di queste essenze e il suo prezzo elevato hanno portato alcuni costruttori, non proprio ortodossi, come ad esempio i costruttori Pakistani, a cercare altri tipi di legno.

Uno dei più usati è il cosiddetto Rosewood. Anzi, sarebbe meglio dire i rosewood perché con questo nome sono indicati diversi tipi di legno, alcuni abbastanza pregiati altri molto meno.

Uno dei più pregiati è il Brasilian rosewood (Dalbergia Nigra) conosciuto come palissandro brasiliano (peso spec. 0,73) che cresce in Brasile ed è molto usato per le tastiere delle chitarre.

 (Dalbergia Nigra)

Il Cocobolo (Dalbergia Retusa) (peso spec. 0,93), anch’esso abbastanza pregiato, viene usato anche per la costruzione di flauti, ma provoca spesso dermatiti sia ai costruttori che sul labbro dei suonatori.

 (Dalbergia Retusa)

Visto che spesso le cornamuse pakistane vengono commercializzate come prodotte con rosewood indiano, vediamo le varietà che possono fregiarsi di questo nome.
Infatti con il nome di indian rosewood spesso si indicano diverse piante, la più pregiata delle quali è la Dalbergia Latifoglia (peso spec. 0,70) che può venire utilizzata anche nella costruzione di alcuni strumenti.

 (Dalbergia Latifoglia)

Altra pianta detta indian rosewood è la Dalbergia Sisoo (peso spec. 0,60), il legno della quale viene utilizzato per la costruzione di souvenir.

 (Dalbergia Sisoo)

Infine abbiamo la Machaerium Scleroxylon (peso spec. 0,65) che è sempre una leguminosa , ma il cui legno è estremamente meno pregiato.

 (Machaerium Scleroxylon)

Il fatto che molti dei cosiddetti rosewood siano del genere Dalbergia, come l’African Blackwood, non deve trarre in inganno, in quanto la qualità di questo legname è estremamente superiore alle altre Dalbergie.

Forse il solo Cocobolo vi si avvicina leggermente, e del resto anche i piselli ed i fagioli sono leguminose ma sono ben diversi. Basta guardare il peso specifico, che comunque non é l’unico metro di paragone, per accorgersi delle differenze.

Ho avuto il buon gusto di risparmiarvi altri dati tecnici come l’indice di Janka che misura la durezza ecc.
Alcune cornamuse, sempre pakistane, vengono definite in Cocus woods. 
Niente di più falso, il Cocus wood, come abbiamo visto in precedenza è un legno eccezionale, ma non più in commercio in pezzature adatte alla costruzione di una cornamusa.
A volte questo nome utilizzato normalmente per il cocobolo (vedi sopra), ma vedendole mi sorge più di un sospetto, a meno che non venga utilizzata la parte esterna del tronco, ma questo onestamente non saprei dirvelo.

I dati sui pesi specifici ed altro sono tratti dal catalogo del United States Department of Agricolture, Forrest Products Laboratory.