Donald, Willie and His Dog


ecco un bel regalino di Natale !

Studiate … studiate … così non ingrassate !


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Il repertorio scozzese non è ricchissimo di jig in 9/8, chiamate “slip” dai cugini irlandesi, che invece ne hanno un bel po’. Alcuni di questi brani sono però assai gradevoli, inseriscono una piacevole varietà nel repertorio e hanno di solito un andamento ideale per avvicinarsi col piede giusto alle 6/8.


Donald Willie and his Dog è una delle favorite da parte di tutti i piper, molto gradevole e, vedendola da un punto di vista didattico, un vero campo di prova per l’uso corretto delle gracenote, soprattutto D.
E’ una composizione di D (non a caso!). Morrison of South Uist databile sicuramente nella seconda metà del ‘900, ma in tutta onestà non ne so molto di più, salvo che a South Uist quasi tutti si chiamano Morrison…


Da un punto di vista ritmico vale ricordare che una jig in 9/8 non va immaginata come una 6/8 allungata, ma come un ¾ in tempo composto. Quindi dovremo cercare di rendere evidente la divisione in 3 e non in due del ritmo: TaTaTa – tatata – tatata. (ogni “ta” equivale a un ottavo)


La melodia staziona permanentemente in zona Low A – B – C, con pochi voli pindarici altrove, e si snoda lungo un intreccio di notevole fattura fatto di gracenote.


Mi sono permesso di correggere lo spartito delle Scots Guards II, da cui ho ripreso la musica,  cambiando la prima nota di rigo 2 misura 2, da B a C.
La melodia scorre meglio. Non è una mia idea originale, che mi sarei tenuto per me, ma è come Dr. Angus MacDonald la esegue in “A’ Sireadh Spòrs” (Temple Records, COMD2043), un cd di ceol beag di altissima qualità che consiglio a tutti.


Ed eccoci alla fredda analisi tecnica. Scusate, un piccolo sfogo…sì, è vero, l’analisi tecnica è fredda, ma è il passo essenziale per potere POI mettere anima nella nostra musica.
Chi salta questo passaggio, sempre utilizzando il “politically correct”, è solo un cialtrone. Allora via! Si parte!


Il brano è organizzato in 4 frasi di 4 battute ciascuna (laddove una jig normale ne sfodera 8), ciascuna delle quali ripetuta. La battuta finale 4 è uguale in tutte le frasi, elemento questo comune a moltissimi brani.

Mancano sostanzialmente note puntate, e salvo una eccezione abbiamo solo semiminime (1/4) e crome (1/8), quindi il primo impegno sarà cercare uguaglianza delle note aventi uguale valore e scorrevolezza della linea melodica, senza inciampare nelle gracenote che sono disseminate lungo tutto il brano.


Proporrei come prima velocità di studio 84, un buon 30% in meno della teorica velocità di esecuzione che fisserei invece in 124. Se la vostra capacità di lettura a prima vista è inferiore, adeguatevi a quella, così potete progredire anche in questo aspetto molto utile.

Frase 1 :


Misura 1: dopo il primo Low A lungo ¼ abbiamo una sfilata di 4 crome ciascuna con la sua gracenote; 3 di queste sono la temuta D gracenote.  Ocoree sforzarsi di renderla secca e dinamica come la G gracenote, e non una specie di pantano in cui la melodia affonda e si blocca. Attenzionissima ai crossing noise! In un brano come questo, costruito con delicatezza proprio sui giochi di gracenote, il crossing rompe tutto, toglie simmetria, produce un falso segnale…va bè, diciamolo…fa schifo.


Misura 2: è uguale alla 1, ma il B stavolta è puntato e quindi vale 3/8. Lo ritroveremo in tutte le frasi, nella stessa posizione.


Misura 3: è uguale alla 1, ma stavolta la nota finale non è Low G ma Low A. Questi piccoli cambiamenti sono il sale di questa musica, che costretta in un ambito di sole 9 note, deve creare dinamismo attraverso minuscole particolarità.


Misura 4: la misura finale presenta un movimento GDE, cioè la successione classica delle tre gracenote, però su note diverse di volta in volta. Chi ha fatto con regolarità l’esercizio previsto nel cd-rom del BIG a questo proposito si troverà a suo agio. Si chiude con una ennesima D gracenote, l’undicesima solo nel primo rigo…se il buongiorno si vede dal mattino…

Frase 2 :


Misura 1: la linea melodica, pur se facendo capolino fino alla nota “E”, si mantiene simile, e identica è la successione delle lunghezze delle singole note. Quindi valgono le cose dette in precedenza, con il sollievo di una più semplice serie di gracenote.


Misura 2: qui ho introdotto la variazione adottata da A. MacDonald, un double C anziché il B che ci saremmo potuti aspettare. Per il resto anche qui ritroviamo lo schema della frase 1, e quindi un bel B puntato alla fine.


Misura 3: qui il double C è presente anche nello spartito delle Scots Guards. Tutte le altre note ricalcano misura 1. 


Misura 4: vedi Frase 1.


Frase 3 :


Misura 1: sempre senza muoversi dal giochetto Low A, B e C Morrison ci propone qui un passaggio tecnico un po’ impegnativo: strike su B dopo D gracenote sempre su B. Inizialmente smembrate il passaggio dal brano, provatelo molto lentamente, cercate uguaglianza tra la durata della gracenote e quella dello strike. Non anticipate la D gracenote perché c’è da fare lo strike, l’uguaglianza tra gli ottavi è più importante!


Misura 2: stesso passaggio ma su C, stesse raccomandazioni. Al solito, ritroviamo il B puntato finale.


Misura 3: il brano, come sicuramente avrete già notato, è molto simmetrico e infatti misura 3 è, come in Frase 1, uguale alla misura 1 con l’ultima nota cambiata, B anziché Low A.


Misura 4: vedi Frase 1


Frase 4 :


Misura 1: liscia come l’olio. Cerchiamo allora di far sentire questa scorrevolezza, senza inciampare nel passaggio C-F (con conseguente crossing noise) o nel doubling di E, anticipandolo o chiudendolo troppo.


Misura 2: ancora olio! Qui sbagliare è quasi impossibile, godiamoci questa piacevole facilità.


Misura 3: al solito cambia l’ultima nota rispetto a misura 1, stavolta compare l’unico D del brano.


Misura 4: vedi Frase 1.


52 D gracenote dovrebbero essere un numero sufficiente a testarne l’efficienza e l’uguaglianza rispetto alle altre gracenote in diverse posizioni e combinazioni ritmiche. Per il resto il brano scorre semplice, e gradisce molto doubling non troppo chiusi, che si amalgamino bene con i giochi di gracenote.

Le altre cose che gradisce sono bordoni accordati, note del chanter accordate, soffio stabile, ritmo regolare. Il pacchetto standard insomma!

Il brano dimostra come una valida idea melodica e un intelligente lavoro di abbellimento, senza sovraccaricare, possano produrre con poco un brano di ottima qualità artistica. Divertitevi allora con Donald (il compositore), Willie (il pastore) e il suo cane (peccato non conoscere anche il suo nome!).