LA CRPB IN SCOZIA – atto secondo

Bridge of Allan Highland games


Come diceva Igor nel celebre film Frankestein Junior, “potrebbe essere peggio.. potrebbe piovere..

Dopo esserci svegliati all’alba, lavati i denti con il chanter e montato nel sonno lo spazzolino nell’apposito stock, ci accingiamo a stiparci nell’ormai mitico furgone della CRPB.
Occhi pesti e sbadigli accompagnano il viaggio verso la meta:gli Highland Games di Bridge of Allan !
Siamo i primi ad arrivare, il tempo non promette nulla di buono, ma “è sincero” come dice l’ormai mitico prof. Peluso, compagno di tante avventure! 

Sarà pure sincero, ma comincia lenta e inesorabile una pioggerellina, dapprima timida, ma poi sempre più insistente.
Indossiamo gli Inverness Cap, cominciamo ad accordare e mi rendo conto che le dita, sul chanter bagnato scivolano, gli scoccini si tolgono, il suono ne risente.
Mi guardo intorno e scopro come, ancora una volta, l’essere umano si adatta a tutto: i piper scozzesi, convivono con il maltempo e lo accettano come noi accettiamo, una giornata di sole durante una passeggiata a P.za Navona.

   
La pioggia cade ormai copiosa, ma loro accordano, suonano, mangiano addirittura il fished & chips sotto l’acqua, bevono il caffé già annacquato di suo sotto l’acqua. I bambini rotolano nel fango, chi non è in divisa porta scarpe aperte e magliette a mezza manica.

C’è una di quelle giostre pazzesche che compie giri della morte e che nemmeno con un sole da rompere le pietre prenderei, ma loro ci vanno e scendono zuppi. Insomma una giornata di allegra spensieratezza.
Noi ormai abbiamo anche le mutande bagnate, ma è arrivato il nostro momento e grazie anche agli amici di un altra banda, le cornamuse sono a posto, accordate alla perfezione.
I tamburi sembrano invece dei netturbini, con i sacchi dell’immondizia a coprire le pelli, ma tutti stanno così e in fondo si guarda e si impara quello che gli altri più esperti di noi fanno.

Con la pioggia negli occhi e una temperatura ormai più bassa dell’inizio ci chiamano: Max impartisce i consueti ordini e al ritmo dei tamburi partiamo in formazione, sentendo le registrazioni fatte dai nostri amici al bordo del campo, siamo andati bene, anche la nostra marcia è bella a vedersi, e anche se alla fine, un moscerino decide di usare la mia bocca come campo di atterraggio, usciamo nello stesso modo marziale ed elegante di come siamo entrati.

Ci siamo meritati un bel caffé allungato con l’acqua piovana, un magnifico panino mollo e zuppo, ma siamo veramente felici e rilassati. Nel pomeriggio inziano le gare del lancio dei tronchi, 

 sullo sfondo ormai quasi coperto di nebbia,svetta il monumento a Wallace. 

Dato che non si fanno mancare nulla, cosa ce di meglio di una bella gara in bicicletta coperti di fango alle quattro del pomeriggio?

(foto bici) Inizano le gare dei drum Major, fantastiche a vedersi, una banda di grado due suona ininterrottamente i nostri 6/8 ed è bellissimo vederli, sotto l’acqua, tenere il passo e lanciare la mazza in aria, che volteggiando riatterra precisa, sulla mano.
La massed band salta, piove troppo ma a rappresentare ogni singola banda ci vuole comunque la presenza del Pipe Major e del drum sergeant.

Avremmo la possibilità di scappare nei pulmini all’asciutto, ma che volete, il gruppo e il gruppo e non si lascia nessuno da solo. Ascoltiamo sotto il diluvio.

I risultati, manco a dirlo deludenti per noi, sappiamo solo di aver fatto del nostro meglio e di aver suonato bene e tanto ci basta. Basta acqua ora, di corsa ai pulman, il ritorno a Glasgow ci promette una bella e calda cena, gli animi sereni magari un po’ incazzati.

Ma ragazzi, la Scozia è la Scozia.