I HAVE A DREAM ! (parte prima)

I have a dream …. Ora, siccome a quel brav’uomo che disse questo poi gli spararono, mi appello a voi perché le vostre reazioni anche se in disaccordo siano più pacate.

Una bevutina, un pacca sulla spalla e ci siamo.

E’ appena finita la spring school, quest’anno gli allievi erano 12 anziché i 10 dello scorso anno.

Credo che questo dato esprima il carattere fondamentale del piping italiano, un piping fatto di entusiasmo per lo strumento ma anche di lavoro, famiglia, conti da far quadrare, tempo che sempre manca, e così via cantando.
 
L’impegno che Duilio ha posto in questo progetto è semplicemente encomiabile, e di certo non parlerei affatto di fallimento ma anzi di produzione esuberante e qualitativamente eccelsa che ha portato il nostro gruppo fin sulle pagine dei maggiori magazine del settore.

Il progetto ha un orizzonte triennale e quindi anche il prossimo anno saremo lì, ad offrire (togliamo il Massi momentaneamente) un panorama didattico di livello mondiale e una ospitalità quasi principesca.

Riassumiamo alla luce di questo gli elementi in gioco:  l’impegno, l’organizzazione, i tentativi, le proposte.

Non sono montagne da scalare, ma anzi elementi di conoscenza, di noi, delle nostre aspirazioni, delle nostre esigenze.

L’offerta API, per il suo stesso carattere di servizio, ha bisogno di attingere a questi dati per proporre eventi adeguati al suo corpo sociale.

Fatemi sperare che il risultato non sia una Grande Abbuffata con sottofondo di Red Hot Chili Pipers!

Credo che gli Enogastropipers, i nonni di Cesco, Gabriele e i cenini da Tony a Roma siano già un solido punto di riferimento per la commistione gaudente e sbarazzina.

Compito API sarà quello di offrire, la butto lì, degli stage brevi, tematici, economici, dove il giorno si lavori e la sera ci si diverta.
E dove alla fine ognuno dei partecipanti si trovi tra le mani nuovi elementi per lo studio e il progresso del suo piping.

Questo è quello che in questo momento crea aggregazione tra di noi, almeno questo è quello di cui ho percezione frequentando buona parte di voi.

A fine Maggio ci sarà uno stage di pibroch a Pavone Canavese, il prezzo sarà talmente basso che forse gli organizzatori dovranno pagare i partecipanti, l’argomento “chiaro”, le serate “filusistiche” garantite.

Vediamo cosa succede, vediamo come rispondiamo.

Si può cambiare argomento, location, prezzo, dopocena, per carità.

Però ragazzi diciamocelo, la trippa è questa, il piping sostanzialmente è lo studio degli stramaledetti doubling, l’accordatura, il ritmo, roba di musica insomma.

Fate capire a chi organizza cosa volete e dopo ripagate il loro impegno.
Oppure, scusate la solita brutalità, ognuno sta a casina sua e si fa il “suo” piping, gira intorno alle pipe bands che ci sono, viene se vuole da Albertino vostro a fare lezione e chiuso il discorso.

L’impegno organizzativo non è obbligatorio, l’API è nata da un’esigenza e si propone come possibilità di ausilio, non è una condanna né per chi la porta avanti né per chi ci gravita intorno.

La musica è lì lo stesso. La Nobile Signora è lì lo stesso.

L’API è un ponte, renderla utile a raggiungere il giusto tratto di sponda è compito di tutti.