LA DOVE LA MUSICA HA INIZIO – 2° parte

Barnaby Brown, piper, suonatore di launeddas e studioso, ha trascorso diversi anni in Sardegna dove ha imparato a selezionare la canna per costruire launeddas.

“I capricci che influenzano la crescita di un appezzamento spontaneo non saranno le stesse anno per anno, né le condizioni che influenzano una pianta distante un metro o due dalle sue vicine. Per ridurre queste variazioni, un suonatore di launeddas cercherà di ricavare le tre ance dallo stesso gambo.

‘Un unico gambo può fornire quattro, otto, persino dieci blocchetti da trasformare in ance, per cui è facile fabbricare tre ance di diversa lunghezza da un unico gambo e, in questo modo, ridurre le differenza di resa quando vengono imboccate e massimizzare la possibilità di mantenerle intonate il più a lungo possibile.

‘D’altro canto, può essere un vantaggio avere due tenori dal suono differente per arricchire la gamma di armonici e ottenere un suono più dolce.   

‘È nella natura della produzione in massa vantarsi della quantità e, se un coltivatore può produrre canna in maniera costante di anno in anno, il costo andrà aumentando. Comunque, quando sei un costruttore artigianale di ance e spendi appena un po’ di tempo in più su ogni ancia e le completi una per una, anziché sputarne cinquecento al giorno da una macchina, la bellezza del procedimento sta in parte nell’avere del materiale naturale, ogni pezzo del quale è unico e ha caratteristiche proprie che si possono plasmare lavorando all’interno dell’ancia.

‘I sardi hanno dei piccoli attrezzi speciali per scavare la parte inferiore della linguetta e sciogliere l’ancia, o renderla libera di vibrare meglio e cambiarne così la prestazione. Questo modo di lavorare le ance si è in gran parte perso nella tradizione della Great Highland bagpipe, non solo per l’avvento delle ance in plastica, ma perché, a mio avviso, non avendo vicino a noi coltivazioni di canna, non abbiamo un contatto così diretto con il materiale.

‘Si possono aspettare mesi prima che esso arrivi, quindi si fa affidamento su una scorta preziosa, e magari ci sono solo dieci pezzi… mentre in Sardegna cresce nel giardino di casa, è un’erba comune nelle campagne e rifornirsene non costituisce affatto un problema.

‘Mi è piaciuto lavorare la canna in Sardegna: uscire col freddo, col sole, in inverno… il suono del vento nei cespugli, il mormorio di un ruscello. E la costruzione delle ance: la preparazione di qualcosa che si adatti veramente al tuo strumento. È una tecnica che ci riallaccia a una tradizione vecchia di cinquemila anni.

‘Fondamentalmente, si raccoglie la canna nei giorni più freddi dell’anno, quando essa ha un minimo  di umidità e ciò previene il rischio di incresparsi in fase di asciugatura. Non si raccoglie mai canna quando è di colore verde brillante. I sardi la tagliano sempre con la luna nuova o con la luna crescente. Il momento ideale per la raccolta è il primo giorno freddo dopo il novilunio.

‘Immagino che ciò abbia a che fare con la quantità di umidità all’interno della canna. È interessante notare che anche i costruttori irlandesi di ance hanno una tradizione simile nella fabbricazione di ance dal sambuco per le uilleann pipes: essi raccolgono il sambuco con la luna piena e in inverno, quando la quantità di linfa è minima.

‘Essi non raccolgono canna in prossimità del mare. Il perché, non lo so.

‘I germogli che si raccolgono per le ance da bordone devono avere due anni. Durante il primo anno di crescita non sono abbastanza legnosi. La canna viene raccolta quando è leggermente verde perché, se si aspetta che si asciughi, è già stata esposta alle intemperie e non può resistere a lungo. Gli steli possono essere chiazzati e, nella canna selvatica, ciò può essere un segno interessante. Per evitare queste macchie, alcuni coltivatori eliminano le foglie appena sotto il nodo. Personalmente, preferisco le macchie: mi aiutano a distinguere un’ancia da un’altra.

‘In ogni piantagione si trovano siepi di grandezze diverse. Più ci si addentra, più lunghe saranno le canne. La distanza tra i nodi è maggiore quando la canna si allunga alla ricerca della luce. Per le ance da bordoni è una buona cosa, perché le canne sono anche più sottili. In Sardegna, quando si taglia la canna per le launeddas, si osserva controluce per vedere quanto essa è traslucida.

‘Per strumenti diversi, con dimensioni delle ance diverse, ci sono diametri ottimali per la canna e i coltivatori utilizzano ogni trucco per ottenerli. In un cespuglio selvatico, si può trovare di tutto, a partire dagli steli di quattro millimetri di diametro per i bordoni più piccoli delle smallpipes – e questi sono i più difficili da trovare perché ai commercianti dà fastidio procurarsi canne di soli quattro millimetri; è molto complicato curarsene. Si sfrutta fino in fondo la canna molto grossa, reperibile nelle zone costiere più secche e meno esposte.

‘La canna tagliata ha bisogno di un processo di asciugatura leggero, basato sulla circolazione di grandi quantità d’aria e sulla protezione da sole, pioggia e vento salmastro. In questo modo, l’ancia ha la maggiore stabilità e la maggiore durata possibile nello strumento. La tornitura aiuta ad asciugarlo ulteriormente. In questo modo, sebbene al momento della raccolta sia ancora di un colore giallo-verde, dopo sei mesi di asciugatura acquista quel giallo cui siamo abituati. Gradualmente, col passare degli anni, diventa più asciutto.

‘I costruttori di ance sardi preferiscono la canna tagliata l’anno precedente; non vogliono canna vecchia di molti anni perché è troppo dura. Può essere ancora usata, ma è più difficile ottenere un’ancia buona, a tenuta ed efficiente. Quindi, per ottenere un taglio perfetto con estrema facilità, usano canna raccolta diciotto mesi prima”.


La fabbricazione di canne di ancia per bagpipe può essere meccanizzata solo in parte. Essa possiede alcuni aspetti e requisiti precisi, e alcuni limiti tecnici – ‘ma richiede ancora molta arte e intuito’, dice Andy Ross, e questo spiega perché trova difficile spiegare esattamente cosa dà quella qualità particolare alle sue ance per chanter.

“È un’arte, bisogna usare le mani ed esserci portati. Molto sta nella parte finale del lavoro: io rifinisco le ance con un cesello: le dimensioni, lo spessore della lamina e dello staple.

‘Però due persone che lavorano insieme, fianco a fianco, nello stesso banco di lavoro facendo la stessa cosa, alla fine realizzano due cose diverse.

‘Un costruttore di ance può lavorare diversamente da un altro per vari motivi – come usa gli attrezzi, la rigidità della legatura, quanto all’interno è stato inserito lo staple, dove è iniziata la preparazione dell’ancia – quindi non c’è una ragione sola per cui un’ancia è migliore di un’altra. Alcuni, semplicemente, non lo sanno fare e altri, benché debbano ancora acquisire molta esperienza, hanno davvero l’occhio, la mano, la passione per farlo”.

La formulazione di un materiale sintetico perfetto per le ance per chanter cambierebbe tutto questo, ma Andy Ross è tranquillo. Così come i suoi clienti.

“Guardate ai musicisti e alle band di grido: sono ritornati ai materiali naturali: sacche di pelle, ance di canna e così via. Per me le ance costruite con materiali sintetici non sono in grado di produrre un suono naturale, tranne alcuni materiali creati dalla ricerca industriale o aerospaziale.

‘Ancora non c’è niente di concreto, altrimenti lo avremmo visto su altri strumenti a fiato. Non dico che non accadrà, ma non ci conto molto”.

Alla fine, c’è il musicista.

La manipolazione e la manutenzione delle ance si possono apprendere e un piper con una certa esperienza può avere una buona padronanza della propria ancia. Ma un musicista di poca esperienza può rovinare facilmente un’ancia perché le tolleranze sono minime. Anche qui, si presuppone un minimo di maestria.

Simon McKerrell, piper e studioso, piping co-ordinator per il BA (Scottish Music – Piping) degree programme offerto dalla Royal Scottish Academy of Music and Drama in associazione con il National Piping Centre di Glasgow, avverte: “Un musicista deve stare attento a varie cose.

‘La canna dovrebbe essere bianca; il colore giallo indica che non è asciutta e non diventerà sufficientemente dura. La forma dell’occhio dell’ancia deve essere perfettamente simmetrica e le parti dell’ancia devono essere ben modellate e curvate.

‘Al momento di soffiare, il chanter deve vibrare, e l’intonazione deve essere precisa sin dall’inizio. L’ancia non deve essere troppo dura ma solo un poco più dura di quando si esegue comodamente, per dire, un piobaireachd intero.

‘Se lo è troppo, può influire negativamente sulle pipes e sulle ance dei bordoni. A volte si gettano ance ottime perché con esse non si arriva alla fine di un tune intero.

‘Ho sentito di un paio di tecniche utili per migliorare la stabilità di un’ancia. Una consiste nell’immergerla in acqua per dieci minuti, quindi farla asciugare completamente: la cosa va fatta per tre o quattro sere di fila. In questo modo, l’ancia si espande e si contrae e si eliminano le cause di instabilità.

‘Ma, sostanzialmente, se un’ancia è instabile NON è colpa del filo con cui è legata.

‘Ci sono tanti modi di smerigliare e lisciare le ance, ma se già non sono di qualità, non potranno mai acquisirla. Bisogna che siano buone sin dall’inizio. Si può solo tirar fuori dalla canna: non gliela si può infilare dentro.

‘Il modo con cui l’ancia è costruita, il modo in cui è assemblata eccetera creano una grossa differenza nella qualità.

‘Se si comprano delle partite di ance, non se ne possono prendere molte, di buone. Di solito ne trovo una o due valide da una partita di venti o trenta. Molti costruttori sono davvero capaci, ma se si va direttamente da loro, hanno comunque bisogno di sapere cosa si desidera; così si possono comprare anche solo tre o quattro ance da loro”.