MOLADH MAIRI – MARY’s PRAISE

prefazione all’introduzione :

A chiusura della rapida ma consistente carrellata di contributi aventi ad oggetto il “pibroch”, Ho pensato fosse interessante proporre un qualche approfondimento – non tanto tecnico (non ne sarei assolutamente capace !) quanto iconografico e “d’ambiente” – su alcuni singoli grandi pibroch relativamente ai quali sono stato in grado di reperire risorse di supporto.
Devo, quindi, tributare un ringraziamento alla Piobaireachd Society da cui ho potuto estrarre il .pdf che correda questo articolo ed ancora alla scrittrice-saggista Bridget MacKenzie, all’amico Barnaby Brown ed al caro e prezioso maestro Alberto Massi.
Mi auguro che questa piccola iniziativa sia di vostro gradimento.

introduzione :

Questo  brano è tratto da un più ampio saggio scritto dalla ricercatrice e storica Bridget MacKenzie ed è contenuto nel libro che accompagna l’album “Donald MacPherson, a Living Legend” pubblicato dalla casa editrice/discografica che fa capo all’Autore.

La traduzione (eccezionale!) è a cura di Alberto Massi ed era destinata a comparire sul libro a corredo dell’album insieme alle traduzioni in altre lingue. Purtroppo, e sottolineiamo purtroppo, ciò non è stato possibile per ragioni tecniche.

Moladh Mairi – Mary’s Praise (Donald MacDonald Manuscript)   (file da scaricare)

Ùrlar

Siubhal òrdaig S & D

An Darna Shiubhal S & D

Taobhludh Geàrr S & D

Leth-Leagadh S & D

Taobhludh S & D

Crunnludh S & D

Nelle collezioni più antiche, questo brano è indicato come Moladh Mairi – McLachlan’s March “Ringraziamento a Mary – Marcia dei MacLachlan”, oppure Mary’s Praise for her Gift,Ringraziamento a Mary per il suo dono”.

Il primo titolo suggerirebbe che la composizione sia stata opera di un “MacLachlan”, o comunque sia stata utilizzata da quel clan prima del 1797. Ma due storie connesse a questo brano contraddicono questa ipotesi.

Nel Western Ross si ritiene infatti che il compositore sia uno dei piper ereditari dei MacKenzie of Gareloch – Angus MacKay o suo figlio John Roy.
La storia dice che un capo dei MacKenzie, diretto verso la Francia, lasciò ad Edimburgo il suo piper affinché proseguisse gli studi e prendesse parte ad un concorso nazionale.
Quando il piper si presentò alla gara, scoprì che qualcuno gli aveva tagliato la sacca.
Una sua amica, Mary (forse quella Mary Fraser di Talladale che poi sposò Angus MacKay), gli trovò subito della pelle di pecora, ma grezza e ancora con la lana all’esterno.
Ella però abilmente riuscì a ricavarne una nuova sacca che fu montata appena in tempo, e consentì al piper di vincere il primo premio.
Per gratitudine verso di lei, egli compose poi questo pibroch.

Questa storia comunque presenta delle incongruenze: Angus morì nel 1770 circa e le competizioni ad Edimburgo non ebbero luogo prima del 1783; inoltre né lui né il figlio John Roy appaiono nell’elenco dei premiati tra il 1783 ed il 1805, anno in cui i due MacKay emigrarono in Nova Scotia, Canada.

La seconda storia è stata raccontata da Colin Cameron e raccolta nel 1890 circa dal generale Thomason.
Colin riteneva che il brano fosse stato composto da Patrick Og MacCrimmon (c1645-c1730), in visita a Lady Mary MacDonald of Sleat, come ringraziamento per lo “sporran ornato di pelliccia” che lei gli aveva donato (lo sporran è il borsetto che si indossa col  kilt).
Il semplice schema “a intreccio” (1101 – 0010) e le corte frasi lo rendono infatti relativamente facile da improvvisare ed anche da ascoltare.

Il legame tra le due storie sta evidentemente nella “pelosità”, di una sacca o di uno sporran.
La seconda storia, che proviene dall’isola di Skye, è più antica, e può essere stata in seguito adattata da un cantastorie di Gareloch, mentre l’eventuale legame tra questo brano ed i MacLachlan non è mai stato trovato
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