THE DARK ISLAND

                                                        

Una cartolina musicale dalla Scozia, o meglio una serie di vedute delle Highlands accompagnate dalla magnifica musica del 1st Battalion The Black Watch. Ecco come si può definire questo dvd prodotto dalla Scotdisc di Glasgow.

Le ventuno tracce in cui si articola il filmato (diciotto ‘ufficiali’ più tre bonus) sono riprese in varie locations, tra castelli, cattedrali e luoghi di forte suggestione naturale. Le riprese stesse, la fotografia e la regia sono ben curate, così come il suono della compagine al gran completo: pipes, drums e military band (ottoni e piatti), in un amalgama ben collaudato.

In due occasioni è possibile anche vedere in azione un corpo di ballo, i dancers che si esibiscono in ‘Marquis of Huntly’s Highland Fling’ e in una versione trascinante di ‘Ghillie Calum’, la più celebre delle sword dances, e ‘The Rose Among the Heather’.

Insomma, un prodotto piacevole sia alla vista che all’udito.

Cosa mi spinge a parlare di questo dvd? Beh, innanzitutto un motivo personale: mi è stato regalato da mio fratello di ritorno da Glasgow, ma siccome penso che non ve ne importi un fico più o meno secco, passo al secondo motivo.

E il secondo motivo è la diversa tipologia del prodotto rispetto a quelli normalmente recensiti in questo sito.

“The Dark Island” è infatti un video immaginato per offrire delle emozioni legate non soltanto alla musica, ma anche ai tesori paesaggistici e architettonici del Paese. Come si diceva prima, i brani sono presentati insieme a riprese di paesaggi di struggente bellezza, nei quali i pipers marciano con geometrica precisione, oppure si dispongono come su una scacchiera. Siamo dunque lontani da video quali il Lord Todd Piping Recital, o il Piping Live! Masters (di cui si è già parlato altrove), oppure delle riprese dei Worlds o ancora del Military Tattoo di Edimburgo (che comunque, in quanto a location, lascia letteralmente senza fiato). Un filmato del tipo qui descritto lo definirei ‘divulgativo’, nel senso che mette insieme e presenta al pubblico suoni e immagini, musica, arte e natura di un Paese pieno di fascino.

Ecco perché parlo di cartolina.

Potrei anche dire che i brani scelti sono in buona parte degli ‘straclassici’, da Scotland the Brave a Amazing Grace e Auld Lang Syne, comprese varie marce divenute molto popolari (Highland Laddie, The Black Bear, Corriechoillie ecc.). Ma, visto che il Black Watch è il Black Watch, ecco i brani pilastri del repertorio: Roses of Prince Charlie, Ye Jacobites By Name e The Forty Second. Ci sono poi brani meno noti rispetto a questi, come Frank Thomson o Dundee City Police Pipe Band.

Il dvd è stato realizzato contemporaneamente a un cd audio dallo stesso titolo (non sono, tuttavia, due prodotti identici in tutto e per tutto: due o tre brani sono diversi, e le track list non seguono lo stesso ordine). Gli stessi tunes appaiono (anche qui con lievissime differenze) in un altro cd della Scotdisc intitolato ‘Majestic Scotland’.

Che la musica che sentiamo sia stata incisa in studio, e poi ripresa per il video, lo notiamo da tanti piccoli particolari: benché forte, il vento non disturba il suono (e neanche i pipers: Alistair Duthie suona con le piume del bonnet in bocca!); ottoni e piatti non compaiono mai; il volume si mantiene identico anche quando i pipers si muovono o si trovano a varie distanze gli uni dagli altri ecc. Ma questo ‘trucco’ non deve farci pensare ad una ‘presa in giro’: in fondo, quando il leggendario Leonard Bernstein propose in televisione le riprese delle sinfonie di Beethoven dirette da lui, ammise che in alcuni punti il suono era stato ‘ritoccato’ per coprire piccole sbavature: e stiamo parlando dei Wiener Philharmoniker…

Al momento di avviare il progetto, il reggimento era da poco rientrato dal servizio in Iraq (siamo nel 2004). Potrete vedere i quindici pipers e i dieci drummers presentarsi a turno con il proprio grado alla fine del filmato; e, come me, forse farete fatica a capire i loro nomi, poiché la pronuncia scozzese è qualcosa di ostico anche per chi ha dimestichezza con l’inglese. È curioso, comunque, sentire quelle voci e quei suoni brevi e ritmati, ritmati (lo dico sempre) come uno strathspey.