DIVIDERE IL TEMPO FRA POLIZIOTTO E PIPER

n. 45

Prefazione a cura del traduttore:

Il Piobaireachd musica affascinante e complessa, croce e delizia per chi la esegue,  a tratti crepuscolare e “mistica” nel immaginario comune per chi la ascolta. Nel percorso di un Piper è il raggiungimento di un traguardo o l’inizio di un percorso?  è qualcosa di più?

L’insegnamento a distanza un innovazione dei nostri giorni?

La Strathclyde Police Pipe Band e il suo straordinario successo negli anni ottanta oltre al talento cosa è successo?

In una competizione il rapporto giuria/Piper, come i Piper “vedono” i giudici? e viceversa?

Qual’è lo “stato di salute” del Piping di oggi e quali sono le prospettive?

Se una o più di queste domande vi incuriosiscono prendetevi il tempo di leggere questa fantastica intervista a John Wilson non ho dubbi che troverete il suo punto di vista estremamente interessante. Un piacevole passeggiata nel mondo del Piping con un “Cicerone” decisamente d’eccezione. 

Buona lettura.       

Redatto in lingua originale da Fergus Muirhead

Traduzione a cura di MadFingers

Che John Wilson finisse per suonare la Cornamusa era inevitabile. Suo padre William è stato Piper nell ottavo battaglione Argyll e nei Sutherland Highlanders, Suo zio, Archie, era Pipe Major dell’ottavo battaglione e fu ucciso assieme a molti dei suoi commilitonii,  guidando il battaglione nella battaglia di Longstop Hill nel 1942. Il battaglione subì grandi perdite in quell’occasione, che ha rappresentato uno degli scontri decisivi nella campagna del Nord Africa. In quel frangente la famiglia Wilson e la scena del Piping in generale ha perso molti Piper donati di talento.

Dopo la guerra, il padre di John divenne Pipe Major della Campbeltown Pipe Band ed il giovane John si ritrovò immerso nella musica.

“Ho iniziato a casa, era sempre piena di giovani Pipers che venivano a prendere lezione da mio padre e da bambino venivo coinvolto in questa attività. Mio padre aveva fatto costruire appositamente per me un piccolo Chanter e sin da quando avevo quattro o cinque anni, mi sedevo in mezzo ai suoi allievi cercando di imitare ciò che mi accadeva attorno”.

Questo coinvolgimento informale non durò a lungo e presto il signor Wilson decise che era il momento per suo figlio di passare al livello successivo.

“L’insegnamento serio iniziò quando avevo circa sei anni , mio padre mi disse che dovevo cominciare ad imparare a suonare il Chanter. Mi ha insegnato in maniera tradizionale attraverso gli esercizi base passando per i vari abbellimenti ed ornamenti e come suonarli in maniera appropriata, in seguito mi insegnò uno o due brani base in maniera tale che potessi comprendere il tempo ed il ritmo”.

Tutto normale fino adesso verrebbe da pesare: ma dopo che John ebbe imparato i primi brani, il regime d’insegnamento cambiò. Il signor Wilson sorprese il figlio prendendo una direzione inaspettata.

“Mi insegnò il Piobaireachd! Posso ancora ricordare che mi diede da studiare, Salute to Donald e The Massacre of Glencoe e fui in grado di suonarli prima ancora di imparare a suonare Glendurel Highlanders. Ed avevo solo sei anni! Mio padre, era solito dirmi che il Piobaireachd è l’ultima sfida. Se ero in grado di padroneggiare tutte le finezze e i requisiti tecnici che occorrono per suonare un Piobaireachd il resto sarebbe stato semplice”.

Non passò molto tempo e John si ritrovò coinvolto nelle prime competizioni, sin dall’inizio ebbe una carriera fenomenale e piena di successi, vincendo molti premi che non abbiamo il tempo qui di elencare:

“Mio padre fu l’uomo che mi condusse dai primi passi fino a livello giovanile, ebbi molto successo in quel periodo. La mia prima gara fu a Cowal arrivai solamente nono, ma mi aggiudicai il terzo posto nella categoria marce”

Dopo questi primi successi, gli studi di John cambiarono ulteriormente, iniziò a prendere lezioni anche dal grande Donald MacLeod, ma è a suo padre che John rimane grato per quei primi successi

“Mio padre mi diede le conoscenze essenziali per manutenzionare lo strumento, intonarlo, costruire un repertorio MSR e Piobaireachd, ancora prima che andassi da Donald MacLeod”

Le prime lezioni con Donald MacLeod erano strutturate secondo quello che ai giorni d’oggi chiameremmo “insegnamento a distanza” passarono molti mesi e lezioni prima che allievo ed insegnante si incontrassero di persona.

“Avevo circa dieci anni quando incontrai Donald per la prima volta, inizialmente comunicavamo attraverso un registratore a bobine. Donald mi spediva un nastro con le istruzioni su due Piobaireachd che avrei dovuto studiare, ed io gli rispedivo il nastro con la mia versione suonata dei brani. Donald mi rispediva infine il nastro con le osservazioni e altri due brani da studiare, e così via. Probabilmente passavano dalle sei alle otto settimane fra il momento in cui Donald mi spediva i brani da studiare e la successiva ricezione del suo giudizio, così in una spazio di tempo relativamente breve dovevo imparare circa diciotto venti brani”.

Ed alla fine studente ed insegnante si incontrarono!

“Naturalmente in quei primi anni non avevo la minima idea di come Donald fosse fatto fisicamente. Un gigante di sei piedi e 5 pollici [ad occhio se non ho fatto i conti male è circa 1 metro e 95 cm N.d.T.] come Ronnie Lawrie. Non avevo mai fatto caso ai libri e quindi non ne avevo idea. Potete immaginare quando lo incontrai la prima volta alla Scottish Pipers Junior Competition a Glasgow quale sia stata la mia sorpresa ed emozione”.

Sebbene sia passato mezzo secolo da allora, i ricordi di John sono profondi e parla in maniera entusiastica dello stile di insegnamento di Donald MacLeod, del suo amore per la musica e della sua sapienza.

“Ricordo il primo nastro che gli spedii conteneva Glengarry’s March e Patrick Og MacCrimmon. Mi rispose che erano brani estremamente ostici. A prima vista potrebbe sembrare che Glengarry’s March sia un brano semplice, senza troppe “pretese” quando in realtà per eseguirlo bene bisogna avere un buon fraseggio,  espressività, ed una grande capacità comunicativa. Lament for Patrick Og è un classico e le difficoltà tecniche e di fraseggio sono facilmente individuabili. Una vera sfida in cui si deve provare a se stessi di essere in grado di gestire il brano. Mi ricordo le parole di Donald registrate sul nastro a tal proposito “Ecco un grande brano, in cui bisogna essere in grado di destreggiarsi, probabilmente pensi che sia una cosa da poco e non così difficile, ma la difficoltà risiede nel saper focalizzare cosa far risaltare nel fraseggio e nei vari movimenti” volle registrare questo messaggio sopra la sua esecuzione il suo fraseggio era molto “avanti”  ed il modo di suonare “ombroso” [ è un concetto piuttosto complicato da tradurre e esprimere a parole bisognerebbe ascoltarlo per rendersi conto. Credo intenda dire che nel fraseggio per farlo risaltare e dare enfasi  quasi anticipava certi “accenti” e per quanto riguarda la qualità del suono il modo di suonare lo definisce Shading quindi scuro ombroso per estensione “contemplativo” N.d.T.]

Naturalmente, anche il suo modo di cantare era meraviglioso e questo è il metodo migliore per comunica re mentre si sta insegnando. Io a tutt’oggi cerco di farlo allo stesso modo. E’ l’unica maniera per far comprendere alle persone le varie sfumature di stile ed espressione, queste caratteristiche non possono essere dimostrate esclusivamente suonando o analizzando le note dello spartito”.

Ho l’impressione che John sarebbe in grado di parlare tutto il giorno di queste prime lezioni con Donald MacLeod. John ha una vera passione per la musica, ed è ovvio che sia profondamente affezionato agli anni che ha trascorso assieme a Donald MacLeod. Abbiamo anche detto di come John sia consapevole di come introdurre i suoi allievi oggi al Piobaireachd. Sebbene sia entusiasta di mostrare molto presto ai ragazzini le delizie del Piobaireachd sta anche attento perchè sà che molti ne sono intimiditi

“Tendo ad introdurre molto rapidamente al Piobairechd  i giovani Piper. A volte vedo le loro faccine quando nomino il Piobaireachd e la loro espressione quando rapidamente  realizzano che quello che gli sto per insegnare e “quella musica lenta”. Il Piobaireachd è considerato qualcosa di mistico, e sebbene io non voglia essere irrispettoso nei confronti degli accademici, in questo mondo si è alimentata la convinzione che questa forma musicale sia fuori portata per i neofiti che possono quindi  solo credere in ciò che gli è stato detto. Credo fermamente che[ il Piobaireachd N.d.T.]  è la musica della gente , si può tranquillamente affermare, che esisteva ancor prima della Light Music, per tale ragione fa molto più parte della nostra musica rispetto alla Light Music”.

John ora parla a ruota libera ed è uno dei più interessanti punti di vista che il mondo del Piping possa proporre. Ha la reputazione di essere un rapido decisionista se crede fermamente in qualcosa, ed  è ovvio dalle sue parole di quanto creda nell’importanza della musica classica all’interno del Piping, sebbene, probabilmente, si sia risentito dal mio “controbattere” nei confronti della sua precedente affermazione. Ecco cosa afferma di seguito.

“Il misticismo che sovrasta il Piobaireachd e secondo me fuori luogo, purtroppo, noto un po’ di snobbismo associato al suo studio. E’ difficile usare un termine per definire qualcuno che entra inizia un Piobairachd o impara il Canntaireachd in un minuto, nel  tempo che io impiego ad  imboccare il Chanter. Il Piobaireachd mi è stato insegnato da mio padre e da Donald MacLeod, in venti anni, quindi non mi sento irrispettoso nei confronti di chi ho descritto prima o del Piobaireachd stesso. Continuo a sostenere che esiste un po’ di snobbismo e ciò mi irrita Perchè il Piobaireachd è musica ed una forma d’arte e dovrebbe essere distaccata da questo modo di pensare e agire. Alcuni puristi si ritengono offesi quando dei nostri Pipers più progressivi suonano attorno, o prendono spunto dal tema di un Piobaireachd. Ora non sto dicendo che non bisogna rispettare o non tenere in debita considerazione  il Piobaireachd nella sua forma più pura, ma dovremmo comunque avere una mentalità aperta nei confronti della musica ed essere grati alle persone che, non solo,  riconoscono nel Piobaireachd una parte fondamentale nella letteratura classica della Great Highland Bagpipe ma riconoscono anche il suo grande valore come forma musicale”.

Cerco di trovare lo spazio nelle parole di John per chiedergli per quale ragione se ne andò da Campbeltown e come approdò nella Polizia di Glasgow

“Me ne sono andato nel 1967 per frequentare architettura alla  Heriot-Watt University ad Edinburgo, arrivato alla fine del corso dopo tre anni di studi mi resi conto che non avevo le caratteristiche per diventare un buon architetto. Visitai molti studi e vidi persone sulla cinquantina impegnate a sviluppare disegni (e spero che nessun architetto sulla cinquantina faccia eccezione). Pensai che quello che vedevo, non coincideva con la vita che avevo immaginato sarebbe stata se fossi diventato architetto. Speravo che diventare architetto mi desse l’opportunità di essere creativo ed essere coinvolto in una squadra di disegnatori. Ma era chiaro che l’apprendistato era molto competitivo e a molti questo mio modo di pensare non piaceva”.   

Ma non solo questa disillusione fece abbandonare l’ università a John

“Chiaramente il mio Piping ne soffriva terribilmente. Partecipavo alle competizioni, ma non raggiungevo i risultati che pensavo poter essere in grado di raggiungere. Partecipavo alle competizioni sapendo che la mia preparazione era sofferente. Il corso mi prendeva un sacco di tempo. La parte pratica richiedeva un lavoro giornaliero e dovevo studiare un sacco la notte e non  riuscivo ad avere tempo da dedicare al Piping, questa è stata la cosa che ha avuto più peso nella mia decisione di abbandonare”

Ho chiesto a John quale consiglio a da dare ai giovani d’oggi che devono affrontare lo stesso dilemma

“E’ dura rispondere perché le cose per me alla fine sono andate bene, sarebbe facile per me affermare che quando ci si trova di fronte ad un bivio bisogna andare dove ci dice il cuore e che le cose andranno bene, tutto sta nel prendere una decisione coscienziosa. Per me è stato facile perché mi sono reso conto che avrei fatto la scelta sbagliata se avessi agito di impulso. Mi sono reso conto che dovevo trovare un lavoro che mi permettesse di utilizzare quelle che erano le mie abilità”

Questo lavoro e queste abilità portarono John a Glasgow verso una carriera piena di successo. Da prima a Glasgow e successivamente nella Strathclyde Police, arrivando al grado di Capo Sovraintendente e Comandante di Divisione in una delle divisioni a più elevato profilo professionale della Polizia Centrale di Glasgow.

“Quando lasciai l’università cercavo un lavoro all’aperto e  che mi desse l’opportunità di stare a contatto con la gente. Nel 1971 entrai a far parte della Polizia di Glasgow. Sebbene fosse stata la prospettiva della carriera ad attrarmi, questo lavoro mi dava anche l’opportunità di dedicare un po’ più di tempo al mio Piping. L’entrare nella Pipe Band non era però il primo dei miei pensieri. Ho sempre pensato dal primo giorno, che se avessi trovato il lavoro giusto, mi sarei costruito una carriera da solo. Avrei organizzato e programmato un percorso lavorativo, e trovato anche il tempo per studiare e partecipare alle competizioni, e se il lavoro mi fosse piaciuto e fossi stato abbastanza fortunato avrei potuto costruirmi una buona e solida carriera”.

Il suo entrare a far parte della Polizia di Glasgow gli diede l’ opportunità di dedicare più tempo allo studio e lo condusse ad una carriera piena di successo sia come Piper solista che con la Police Pipe Band.

  “Tornai alle competizioni, vinsi la categoria senior nel Piobaireachd ad Oban nel 197 1e questo fu l’inizio del mio ritorno. Cominciai  anche a suonare con la pipe Band. Angus MacDonald era il presidente e Ronnie Lawrie aveva appena lasciato il posto di Pipe Major a Ian MacLellan, quest’ultimo mi domandò di unirmi alla Pipe Band. Così iniziai a suonare sotto la direzione di Ian. Diventammo la Strathclyde Police e dal 1972 al 1974 iniziò l’ascesa. Molti Piper veramente bravi entrarono a far parte del gruppo. Jim Wark entrò lo stesso giorno in cui entrai io, David Pirie veniva dalle Scots Guards e Alistair Ross dal 214th BB [Dovrebbe essere l’acronimo di Boys Brigade N.d.T.] e, naturalmente Harry McAleer proveniente dal Nord Irlanda. In quel periodo cera la sensazione che qualcosa bollisse in pentola. Vincemmo il campionato del mondo nel 1976 per la prima volta e fu l’inizio dell’ascesa.

Tuttavia non tutto però procedeva a gonfie vele, la spinosa questione del conflitto fra il progredire nella carriera e il suonare nella Pipe Band era un problema.

“C’erano persone come me e Gregor MacLeod  che prendevano atto che vi era un conflitto fra lo sviluppo della carriera e suonare nella Pipe Band. Molti pipers per questa ragione se ne andarono. Nel 1979  la band ebbe un incontro con il ChiefConestable  Patrick Hamill  [non ho esperienza di gradi vigenti all’interno delle strutture militari e/o di sicurezza del regno unito, ma il Capo Connestabile se non sbaglio è la massima autorità all’interno di una divisione N.d.T.]  ci disse senza mezze parole che all’interno della forza c’era un chiaro conflitto a livello di gestione della divisione fra:  le persone che suonavano in banda, e la loro possibilità di progredire nella carriera all’interno della divisione stessa. Come risultato di tale incontro si venne a formare una nuova unità la Strathclyde Police Pipe Band Unit. Dopo di che l’ostacolo alla prosecuzione della carriera venne rimosso, l’avanzamento di grado e di carriera  non era più una responsabilità divisionale ma dipendeva direttamente dal quartier generale. In questo modo ogni pregiudizio (in termini di proseguimento della carriera) dettato dal fatto che un ufficiale facesse parte della pipe Band veniva a cadere.

Aiutando i membri della Band formando un unità dipendente dal quartier generale che gli permettesse il proseguimento della carriera funzionò come piattaforma per uno dei periodi di maggior successo che qualsiasi Pipe Band abbia mai goduto a qualsiasi livello competitivo.

“Quando l’unità si formò  la Pipe Band si rafforzò giorno dopo giorno, un particolare periodo di fulgore fu quello dal 1980 al 1986 che proseguì fino a quando lasciai la Band nel 1989. Dopo di che seguendo l’ennesima promozione mi dedicai ancora per qualche tempo alle competizioni solistiche fino a quando non mi resi conto che comunque non riuscivo a dedicargli il tempo necessario”,

Da questo momento John è sulla strada per una carriera di successo all’interno della Polizia ma continua ad interessarsi al Piping passando dalle pedane della competizione alle sedie della giuria. Ho voluto chiedergli se è stata una evoluzione naturale.

“E’ stato per me certamente naturale diventare giudice, ma non sto dicendo che lo sia per tutti. E’ una domanda interessante. Un certo numero di  Pipers che competono, guarda la tabella dei giudici e gli individui che gli sono seduti di fronte. Rriconosce l’ esperienza di questi individui e  li reputa persone che se lo sono guadagnato “lo ha fatto e ora ha la maglietta”. Altri invece sostengono che, solo perchè sei stato uno Piper del massimo livello o hai suonato in una Pipe Band del massimo livello non ne consegue naturalmente che tu sia un buon giudice. C’è un elemento di verità in questo, non ci vedo niente di incongruente. Penso che essere stato un Poliziotto mi aabia aiutato molto a  fare il giudice. Avere chiarezza nei pensieri,  nell’assimilazione e di come valutare una esecuzione in relazione alle ventotto (più o meno) che hai già ascoltato”.

John riconosce che la sua carriera nella Polizia lo abbia senza dubbio aiutato a diventare un giudice e non ha dubbi su quale sia il punto fondamentale e il modo in cui i giudici vengano percepiti dai Piper che gareggiano

 “E’ una questione di credibilità che non può venire a mancare”

Sebbene John creda che la credibilità agli occhi dei Pipers debba essere conquistata sul campo, ammette che ci sono eccezioni a questa regola.

“Se ripenso ai tempi in cui gareggiavo mi vengono in mente personaggi come James Cmapbell of Kilberry e Archie Kenneth riconosciuti entrambe come delle autorità nel Piping ma allo stesso tempo, per così dire non dei Piper di grandissimo successo. Potrebbero esserci molte persone che (in virtù di questo) mettono in discussione la loro credibilità come giudici. Ma la loro credibilità non può essere disgiunta dalla loro eccezionale conoscenza del Piobaireachd. James Campbell era il figlio di Archibald Campbell of Kilberry colui che compilò la Kilberry Collection”.

John riconosce che al giorno d’oggi dopo tutta la preparazione e il tempo che i Piper che gareggiano dedicano alla loro arte essi pretendano di poter avere fiducia nei confronti di coloro che dovranno giudicarli.

“Al giorno d’oggi è una cosa seria, I Piper di oggi hanno una chiara visione di tutto questo. Sono consapevoli di quanto lavoro e quanto stress hanno dovuto sopportare per raggiungere il loro livello, e vogliono percepire che le persone che gli stanno di fronte [i giudici N.d.T] siano in grado di capire pienamente tutto questo.”

Sebbene sia ineludibile che coloro che competono abbiano bisogno di elementi concreti per poter rispettare i giudici è anche vero che a volte in alcune esecuzioni la musicalità viene a mancare.

“Ho la netta sensazione che la visione d’assieme, l’atteggiamento  che si è sviluppati nei confronti delle competizioni, sia  poco” salubre”. La gente vede i concerti e le competizioni come due cose totalmente differenti, io penso che l’atteggiamento dei giudici abbia contribuito a far sviluppare questo tipo di messaggio. L’aspetto della interpretazione individuale è stato praticamente sterilizzato nelle competizioni,  alcuni Pipers chiaramente pensano che gli elementi fondamentali per suonare bene in una competizione siano avere uno strumento opportunamente settato, non commettere errori tecnici, e per quanto concerne il tempo in generale e l’espressione “Suonare nel mezzo” [suonare a tempo senza anticipare o ritardare N.d.T.]  sono stato giudice in competizioni in cui ho ascoltato lo stesso brano eseguito ancora e ancora e ancora. Strumenti intonati, una diteggiatura buona e solida, ma niente di eccitante, niente in grado di generare emozione. Sembrava che i Piper stessero molto attenti e cauti a non andare “fuori dalle righe”, pensando esclusivamente a eseguire in maniera corretta i  movimenti e alla tecnica”.

Cosa ne pensa John di questo cambiamento?

“Questo cambiamento è nato dai Piper e dai giudici. Mi piacerebbe vedere un legame  più stretto fra la Competing Piper Association e l’albo dei  giudici. Sarebbe grandioso vedere, per esempio, un seminario condotto da questi due gruppi. Sedersi e parlare delle competizioni e di come dovrebbero essere. Non credano  i miei colleghi giudici che io pensi, anche solo per un minuto, che siano solo i giudici responsabili di tutto questo, perchè non è così. Ho parlato con molti Piper che partecipano alle competizioni, ed hanno ammesso che in base ai giudici che gli sarebbero capitati di fronte avrebbero deciso come suonare.

Quando ero un Piper e partecipavo alle competizioni non ho mai fatto una ragionamento del genere. Suonavo in base a ciò che sentivo nell’anima e secondo i valori musicali di cui avevo e ho rispetto. Per esempio suonando un MSR, una volta in pedana, mi sentivo come un ragazzino  che “aveva dato un bel calcio ad un pallone”  ho sempre creduto in esecuzioni coinvolgenti e dinamiche e se qualcuno mi avesse detto che al giudice che avevo di fronte piaceva un modo di suonare un po’ più “rotondo” in nessun modo avrei cambiato il mio modo di suonare per accontentarlo”.

Il discorso suona bello e giusto ma cosa pensa John dell’ affrontare un scelta del tipo: suonare come vuole il giudice e vincere, o suonare a proprio modo e perdere l’opportunità di entrare a far parte della lista dei vincenti?

“Le domande giuste sono, cosa è importante? Tutto si riduce a piazzarsi fra i vincenti? Per alcuni è così e dipende dal fatto che il mondo delle competizioni è molto grande e l’importanza di lasciare un traccia è di importanza capitale per coloro che seguono questo ordine di idee, perché, in un certo senso, è ciò che gli permette di entrare in competizioni come il Nothen Meeting o L’Argyll Gathering. Ma personalmente non avrei cambiato niente nel mio modo di suonare anche se questo mi avesse escluso dai candidati alla vittoria”.

L’ultima volta che ho intervistato John abbiamo parlato su cosa occorresse per essere un buon “Maestro di Cerimonia” coinvolto in un prestigioso evento come il Glenfiddich Campionship, in quell’occasione, aveva affascinato sia il pubblico che i partecipanti con il suo modo semplice e fluente di esporre informazioni e contenuti.  John è anche un acuto sostenitore delle varie attività esposte con gli articoli in Piping Today, e del connubio tra la Cornamusa ed altri strumenti tradizionali, è anche un  attento osservatore dei continui sviluppi ed interazioni fra la Great Highland Bagpipe e le correnti principali della musica tradizionale.

“La questione è, che se si focalizza semplicemente la propria attenzione su cosa questi gruppi sono in grado di fare prendendo un brano tradizionale. Semplicemente sedendosi e stando ad ascoltare in maniera ampia e rilassata, e chiedendosi se tutto questo è coinvolgente e se suona bene dal punto di vista musicale, invece di chiedersi se è veramente una composizione tradizionale, se i tempi ed il ritmo  sono stati cambiati, se tutto questo risulta essere offensivo? Ci sono persone che non cambieranno mai la loro opinione. Ma esistono altre persone con una mentalità totalmente aperta e in grado di “abbracciare” più o meno tutto, alcuni sostengono che è difficile valutare questi aspetti se queste Band si perdono nella folla [penso che con “perdersi nella folla” intenda perdersi in una miriade di altre realtà musicali simili N.d.T.]

Sicuramente le persone che la pensano in questo modo non hanno sempre torto. Penso che dovremmo considerare tutti coloro che suonano la Cornamusa ed ammettere che ci sono degli estremi e dei limiti, ma questo accade in ogni forma d’arte, perché per il Piping dovrebbe essere diverso?” 

Siamo arrivati al fischio d’arresto nel nostro viaggio all’interno di una delle più rispettate e produttive carriere nel Piping di questi ultimi anni. Se stessimo a considerare tutta la lista di riconoscimenti e premi vinti andremo fuori spazio non è una scusa per riempire il pezzo con le parole di John piuttosto che con la lista dei premi da lui vinti. E’ un personaggio coinvolgente e carismatico  le sue parole sono illuminanti ed interessati ed è giusto lasciarlo parlare. Così gli lascio lo spazio per rispondere alla mia domanda riguardante le condizioni del Piping attuali ed il suo futuro coinvolgimento.

Prima di tutto quale è il suo punto di vista sul Piping di oggi.

“E’ in salute più di quanto non lo sia mai stato. Quando vedo le opportunità che hanno i giovani di essere coinvolti, il numero di coloro che attualmente suonano ed il grezzoe spontaneo talento che sento, posso solo affermare che è in buono stato di salute probabilmente buono come non lo è mai stato”.

In fine, come John Wilson si inserisce in tutto questo?

“Mi piace pensare che tutte le mie  facoltà saranno con me e mi consentiranno di fare ancora il giudice, mi piace pensare che potrei contribuire in qualche modo cercando di aprire un dialogo fra i giudici e la Competing Piper Association per avere la sicurezza di essere tutti concordi e stabilire cosa vogliamo sentire durante le competizioni. Mi piacerebbe anche continuare ad insegnare. Ho ancora molto da dare, ciò che mi è stato insegnato da mio padre e da Donald MacLeod, c’è così tanto talento la fuori e penso sia importante  che persone come me che possono ancora in qualche modo contribuire lo debbano fare”.

“Questo è tutto, niente scossoni, sono mantenere costante e stabile il corso naturale degli eventi!”