I SOGNI DI ARMANDO

Armando è il tipico esponente del piping italico alle prese con l’apprendimento della cornamusa. Ha voglia di approfondire le sue conoscenze in merito e, per far questo, non si tira indietro (potendolo fare) di fronte alle proposte, alle esperienze e alle avventure capaci di farlo progredire – o anche solo di dargli un minimo di soddisfazione. Probabilmente molti di voi si identificheranno col personaggio, le cui vicende sono assolutamente reali (o quasi…), così come le persone che incontra e conosce. Sulla sua reale identità e sulla sua collocazione geografica, beh, non c’è molto da starci a pensare…

 

‘Molti sogni che faccio si rifanno ad aspetti ed esperienze della mia vita quotidiana. Alcuni sono ricorrenti, altri più rari; alcuni terribilmente realistici, altri assolutamente fantastici. Come per tutti, del resto. Ma ce ne sono alcuni che ritornano molto spesso e, pur sotto varie forme, presentano sempre le stesse caratteristiche. Non mi preoccupano, ma quando li faccio, mi sembrano troppo reali, e allora, qualche volta, non capisco se sto davvero sognando – anzi, sono convinto di viverli come se fossero la realtà.

Non ricordo qual è stato il primo sogno di questo tipo che ho fatto, ma di sicuro ero piuttosto giovane: all’incirca quindici o sedici anni. All’epoca, facevo molti disegni, ma quasi mai riguardavano i miei sogni. E dire che ne valeva davvero la pena! Per la maggior parte erano troppo complessi per poterli riprodurre con matita e colori, ma me ne ricordo ancora alcuni, a distanza di così tanto tempo.

Ho sognato, per esempio, il mio amico Ciccio Costa che suonava una cornamusa senza blowpipe, e alimentava la sacca usando due pipette messe al posto del chanter.Ho spesso sognato ance sfogliarsi quando le mettevo in bocca per testarle, o per riscaldarle, e sentire il sapore del legno.Ho sognato Alan Stivell in kilt su una roccia, suonare rivolto verso il mare.Ho sognato più volte di fare una fatica bestiale per mantenere l’aria in pressione costante, e non riuscire a produrre alcun suono dalla ghb.Ho sognato di morire calandomi, insieme ad altre persone, dentro un pozzo quadrato, ma non c’era angoscia: piangevo, ma più per la musica, di una bellezza e di una delicatezza struggente, che mi accompagnava, piuttosto che per dover lasciare i miei cari qui sulla terra.A proposito di musiche, ho sognato The Sleeping Tune di Gordon Duncan mentre… boh? Non mi ricordo più…Ho sognato varie volte di dare la mia cornamusa ad altri, e di fargliela suonare.Ho sognato che si rompevano i bordoni.Ho sognato la mia compagna suonare una pakistana.Ho sognato che le ance dei bordoni fischiavano perché lo strike in non mi riusciva – il tutto in piena massed band.

Ho sognato tutte queste cose ed altre ancora sicuramente, ma non mi tornano alla memoria, anche perché, magari, alcune si somigliano tanto da confondersi tra loro.
Non capisco però come mai non mi è capitato di sognare di stare in un palco con, che so, Gordon Walker e Angus McColl, oppure di vincere un Northern Meeting, o cose di questo genere. Non è vero, allora, che i sogni sono desideri repressi. Va be’, certo, non ho mai desiderato realmente queste cose: mi conosco troppo bene per poter anche solo immaginare che una cosa simile possa accadere. Ma le altre cose, via! Perché sognare cose che nessuno di noi desidera, in nessun momento della propria vita? I bordoni che non partono, la fatica, le ance – le ance che si sfogliano come se fossero cannella!

Sì, alcune cose che ho sognato sono realmente avvenute, ma da qui a sognare prevalentemente quelle… Quale può essere il significato di ciò?’

Il dottore spense il registratore e congedò Armando con una cordiale stretta di mano, dandogli appuntamento per la settimana successiva. Caso disperato, continuò a pensare, mentre faceva accomodare un altro paziente sul suo lettino.