IL PIPING AL TEMPO DELLA PANDEMIA, TRA CANCELLAZIONI, RINVII E STREAMING ONLINE

Il mondo del piping non poteva restare indifferente alla pandemia in corso: il 2020 sarà probabilmente ricordato come l’anno dello stravolgimento del calendario e delle soluzioni originali per portare avanti il maggior numero di eventi.

Tutti e cinque i major per le pipe band sono stati annullati, così come il piping Live Festival, una grande perdita per le casse della città di Glasgow e per tutte le altre realtà coinvolte nell’organizzazione di tali eventi. Finlay MacDonald, nuovo direttore del Piping Live Festival e del National Piping Centre, si è espresso in favore di tali misure, invitando gli appassionati a sostenere il mondo della cornamusa seguendo le tante iniziative benefiche che si possono reperire in rete sui canali ufficiali.

L’Australian Pipe Band Championships e l’All Ireland Championships sono stati rinviati rispettivamente ad inizio ottobre e metà novembre, nella speranza di un miglioramento della situazione, non escludendo la possibile cancellazione per quest’anno. Imminente la posticipazione o la cancellazione dell’Argyllshire Gathering e del Northern Meeting.

Ci sono però, nonostante il quadro sia decisamente a tinte fosche, alcune buone notizie. Il CLASP organizzato dal National Piping Centre si è svolto online, registrando un boom di partecipazioni. Simili soluzioni sono state adottate anche per la competizione promossa dalla United States Pipe Foundation, la World Solo Piping and Drumming Competition, la Members Competition della Scottish Piping Society of London ed altri eventi del calendario del solo piping.

Molti artisti stanno registrando video o promuovendo recital online: Malin Lewis, Rory Campbell, Callum Armstrong e Brighde Chaimbeul hanno già ottenuto un ottimo successo in rete, altri, tra cui Ali Hutton e Fred Morrison, sono pronti a seguire il trend. 

Infine va menzionata la geniale idea della G1 Reeds che ha creato un prodotto igienizzante per le ance della cornamusa, per poi scoprire la sua utilità in campo medico ed iniziare a produrlo in quantità anche per gli ospedali britannici.

Articolo di Michele Mele