GIA’ 5.000 ANNI FA ?

una rapida panoramica sulla storia della “cornamusa” !

(al 2.12.06 : 29 letture)

La cornamusa ebbe, nella sua forma più arcaica, forse origine circa 5000 anni or sono e presumibilmente nell’area Mesopotamico-Egizia dove un semplice chanter ed un solo bordone venivano suonati insieme.

Ma è all’incirca dal primo secolo prima di Cristo che troviamo il chanter ed il bordone per la prima volta collegati ad una sacca, fatta di pelle di pecora o di capra, munita di una canna di insufflazione; questa è la prima e primitiva forma di cornamusa assimilabile a quelle che oggi noi conosciamo.

Questo tipo di cornamusa fu presente in Grecia ed a Roma ma anche, in forma forse diversa, tra le popolazioni dell’Eurasia continentale.

In seguito alle politiche di espansione dell’ impero romano e alle migrazioni delle popolazioni celtiche l’intera Europa giunse a contatto con questo strumento, che qui conobbe durante il Medio Evo numerose diversificazioni.

Per secoli le cornamuse furono parte importante della vita rurale e vennero abitualmente suonate durante feste e matrimoni.

Nel corso del XVI secolo però si assisté all’affermazione di altri strumenti, maggiormente adatti alle mutate condizioni di vita e alle nuove teorie e tecniche musicali.
La cornamusa incontrò così in Europa ed in Inghilterra un rapido inarrestabile declino.

Essa rimarrà confinata nelle regioni marginali, l’Irlanda, la Bretagna, le regioni interne della Francia, la Galizia, il sud Italia.

E in Scozia?

In Scozia le popolazioni delle Highlands, geograficamente assai isolate, giunsero a contatto con la cornamusa piuttosto tardi, probabilmente quando nel resto d’Europa e in Inghilterra essa stava già scomparendo.

Le sue caratteristiche si adattarono molto bene allo spirito guerriero degli Highlanders ed allo stile di vita dei clan, società rurali e feudali ancora imperniate sulla vita all’aria aperta.

La cornamusa riuscì a soppiantare l’arpa come strumento di celebrazione e di danza, e andò a scandire con il prpprio suono i tempi dei riti e della vita comune all’interno del clan.

Il ruolo del piper cresce, fino a diventare preminente.

A costui sono assegnate terre e spessp viene assicurata anche una rendita per continuare ad occuparsi (quasi esclusivamente) dello strumento.

Questa “professionalizzazione” del piper rappresentò il motore della evoluzione colta di questo strumento, che portò alla creazione di musiche altamente sofisticate e ad un affinamento delle caratteristiche strutturali dello strumento stesso che, nella forma in cui oggi lo conosciamo, deve essere considerato come un raffinato prodotto dei secoli XVII e XVIII e non certo un semplice figlio dei rozzi strumenti dei secoli precedenti.

La disgraziata rivolta del 1745, culminata con il massacro di Culloden, segnò la fine del clan come organizzazione sociale.
La repressione inglese nelle Highlands sarà spietata, definitiva, e coinvolgerà, pur se forse non direttamente, anche la cornamusa.

Tuttavia la dedizione di numerosi appassionati, la creatività di artisti di grande livello, la trasposizione su carta della musica per GHB, fino ad allora tramandata oralmente, e la creazione di pipe bands nell’esercito britannico salveranno questo strumento dalla fine miseranda che altri avevano subito.

Durante la seconda metà dell’800 si assisterà a un momento di rinascita della GHB, e agli inizi del ‘900 la Piobaireachd Society inizierà a pubblicare finalmente l’intera raccolta di pibroch sopravvissuti all’oblio di fine ‘700 (opera che terminerà solo nel 1990!!).

Dopo essere passata indenne attraverso gli anni delle guerre mondiali, grazie alla continua evoluzione tecnica ed artistica che figure di grande rilievo continuavano a sostenere, la Nobile Signora conoscerà una nuova giovinezza a partire dagli anni ’70, anni in cui è stata una delle protagoniste del folk revival “celtico”.

Oggi, entrati nel terzo millennio, la Great Highland Bagpipe ha forse il più alto numero di appassionati di ogni tempo, la sua  musica è più viva e più forte che mai; il Pibroch ha estimatori e suonatori in ogni parte del mondo.
Vi sono Pipe band in Giappone come in Uruguay.
I migliori solisti di oggi sono i migliori di ogni tempo.

Intraprendere lo studio di questo strumento non vuol dire solo fare un tuffo nel passato, ma scoprire una musicalità originale e attuale e, anche, riappropriarsi di tempi e di modi che forse sono gli unici ad essere compatibili col nostro benessere.