sapori d’altri tempi in questa “chicca” inviata da Francesco Toiati
introduzione di Duilio Vigliotti
presentazione :
Chi di noi nel corso della propria vita non è stato, almeno in minima parte, contagiato dalla mania del “collezionismo” ?
Si ho parlato di “mania” a ragione in quanto nei casi di collezionismo “avanzato” molto spesso ci si ritrova di fronte a veri e propri casi patologici, a situazioni in cui la brama di possedere quel “pezzo” mancante resterà per sempre inappagata, neanche dal raggiungimento del possesso di quell’oggetto, in quanto ci sarà sempre e ancora un altro “pezzo” da dover ricercare, scovare e possedere.
Per molti di noi questa malattia si è manifestata solo a livello epidermico, senza raggiungere i centri fondamentali della ragione e dell’anima, e questo accadimento può essere assimilato a una sorta di “vaccinazione” che da un lato tendenzialmente dovrebbe averci immunizzato per i nostri anni a venire e dall’altro, comunque, ci ha trasformati in “portatori sani” di un ceppo virale che, latente focolaio d’infezione, potrebbe riesplodere in forma conclamata.
Proprio in questo periodo dell’anno, normalmente, veniamo esposti ad attacchi pubblicitari raccapriccianti, tanto improbabili quanto produttivi di devastanti effetti reali … ne ho le prove !
Si cerca di instillare con il cavallo di troia pubblicitario, e quindi dall’esterno, ciò che una volta ere un originale moto dell’anima che tendeva ad un appagamento di ordine estetico.
L’anno scorso la televisione ci ha bombardato con proposte di “collezionismo” più che improbabili, “oscene” :
siamo partiti dalla collezione di “antichi” orologi da tasca per finire (non sto scherzando e qualcuno se ne ricorderà) alla collezione di “orologi a cucù”.
Il fatto triste, e per me sconvolgente, è stato dover constatare, ogni mattina che andavo in edicola, che vi era gente “adulta” che acquistava quei fascicoletti e oggettini !
Non più tardi di ieri sera ho visto in TV le proposte di due note (non “famose”) “case editrici” che cercavano di proporci altre 3 perle del “collezionismo” mondiale :
* la collezione dei “trattori agricoli”,
* quella delle “motociclette Guzzi”
* e quella delle “autopompe dei Vigili del Fuoco”.
Essendo notoria la mia collocazione “rurale” (sia per logistica che per sentimenti), sono stato attanagliato da una violenta pulsione che mia ha fatto schizzar via di casa alla ricerca del primo agognato modellino … mi sembra si trattasse di un trattore marcato “OM” …. tutto esaurito, c’era solo qualche motozappa ancora disponibile ma quella non mi serviva perché no ho già una (non sempre funzionante) da 4 cavalli !
D’improvviso, quasi in ossequio a una benigna legge del contrappasso, mi giunge una “ponderosa” e-mail dall’amico Francesco Toiati che, forse sollecitato da chissà quali messaggi telepatici ed extrasensoriali, deve aver “avvertito” il profondo stato di agitazione in cui mi trovavo e deve aver pensato di dover correre subito ai ripari offrendomi una piccola cura palliativa in grado, se non di risolvere, di attenuare il dolore in cui versavo.
Da buon cane da “tartufo” – non dimentichiamoci che il Nostro è un foto-giornalista bravo e attento – Francesco ha scovato una cosa che ci fa ritornare a profumi e sapori antichi, a foto ormai virate in seppia e a giochi antesignani dei video game e dello stesso Risiko !
Il buon Toiati ha scovato e mi ha proposto le fotografie di una serie di “soldatini di piombo” … si avete capito bene : soldatini di piombo !
Ma non a caso … tutti attinenti al tema del nostro sito; sono splendidi.
Nello scusarmi con Francesco per aver “introdotto” in modo così invasivo il suo pezzo e le sue immagini, ho ritenuto che vi avrebbe fatto piacere poter leggere Francesco e vedere queste fotografie proprio alla vigilia e nel giorno della Befana.
Nel pubblicare questo pezzo, che occuperà uno spazio enorme nel nostro database (cosa per la quale andrò a fare addebito sul conto corrente di Francesco), il mio pensiero e la mia gratitudine sentimentale non possono non andare a un altro “piper”, al grande Lino Peluso che per davvero è un appassionato collezionista-modellista di soldatini e “produttore” di accuratissimi “fotogrammi” di teatri di battaglia che realizza nel suo lindo e iper-ordinato “laboratorio” napoletano di circa 60 cm quadrati.
…. Mario (al secolo Ing.Mario Tomasone – il Sergente di Ferro), non “sbavare” sulle foto e se puoi (e sappiamo che PUOI !) facci avere qualche nota tecnico/militare sui personaggi raffigurati, uniformi, reparti, cosa mangiavano, quante volte al giorno starnutivano etc.
Grazie a Francesco, grazie a tutti Voi che, mese dopo mese, siete sempre più numerosi sul nostro sito (abbiamo chiuso il solo mese di Dicembre con un dato rilevato alle ore 17.36 di 1979 visitatori !!!) e Buona Befana a tutti.
Duilio
l’articolo :
Cornamuse e Soldatini Piper e drummer, piccoli, medi, fatti di piombo o di caolino, segatura e colla.
Stiamo parlando di soldatini naturalmente !
Nel corso degli anni, sono stati scolpiti e dipinti centinaia di piper, con cornamuse improbabili a volte, a due o tre bordoni, in corsa (lo realizzò Bill Hocker nel 1985 ) e qualcuno, rispettosamente gli fece notare il madornale errore.
C’è il Pipe Major del 1930, costruito con una pasta fatta di caolino,colla e segatura, il Gurka del 1970, dipinto da Rose, una delle poche donne pittrici di soldatini.
C’è la banda del Duca di Argyll realizzata su commissione nel 1990 in formato 54 mm.
A Londra, Suren, noto collezionista e scultore ormai scomparso da qualche anno, realizzò in formato 30mm una serie di soldatini che andavano dalle guerre puniche fino all’epoca vittoriana, dalla campagna in India alla guerra di secessione americana, e scolpì in peltro il 42° Higlander della Black Watch del 1756 che combatté i francesi in Canada.
Tra i vari soldatini, ovviamente, spiccano cornamuse e tamburi.
I soldatini qui fotografati, fanno parte di una collezione privata e ogni pezzo,acquistato nel corso degli anni, è religiosamente chiuso in vetrine.
La fortuna ha voluto che, oltre alla vista del proprietario e al mio “occhio” fotografico, anche gli amici del BIG e dell’API possano ammirare il lavoro e i frutti della passione di chi, anche se non suonatore, della cornamusa ha fatto un piccolo oggetto d’arte.
le fotografie :