e in Grecia cosa succedeva ?

dopo Sumeria, Palestina ed Egitto vediamo qual’era la situazione all’ombra del Partenone


Una più ampia esposizione è contenuta nell’opera “The Great Highland Bagpipe” vol. 1 edita dal BIG.

Questo brano è riprodotto per gentile concessione degli autori.

Frequentemente vengono citate fonti scritte antiche per definire e spiegare le origini dello strumento ma è da sottolineare che i cosiddetti termini “chiave” utilizzati nelle fonti più antiche possono risultare ambigui se non addirittura fuorvianti.

Gli studiosi sembrano concordare sul fatto che il riferimento più antico ad una “cornamusa” possa essere individuato in uno scritto satirico del grande poeta ateniese Aristofane databile intorno all’anno 425 a.C.

In tale suo scritto Aristofane descrive dei suonatori di cornamusa provenienti dalla città di Tebe che soffiavano in una pelle di cane munita di un chanter ricavato da un qualche osso.

E’ da considerare che il riferimento, sia per il contesto satirico che per la tradizionale ed antica inimicizia tra Ateniesi e Tebani, possa essere letto come una sorta di insulto verso la “polis” rivale.

Ad ogni buon conto anche in Grecia esisteva un qualcosa di simile alla cornamusa ed era chiamata “aulos“.

I fori del chanter nel tempo diventarono 11 con la possibilità di chiuderli ed aprirli a piacimento mediante l’impiego di anelli di metallo scorrevoli cosa che, probabilmente, consentiva di suonare lo strumento in varie tonalità.

Sembra che l’aulos qualche volta fosse anche suonato con l’ausilio di una striscia di pelle che copriva la bocca del piper e che veniva annodata dietro la nuca; tale fascia aveva un piccolo foro in corrispondenza della bocca che consentiva l’introduzione della canna.

Sembra che tale accessorio servisse per evitare la dilatazione delle guance durante la fase di soffio e che, quindi, rispondesse a ragioni più estetiche che tecniche.

Si ha notizia anche di vere e proprie “competizioni”, assimilabili agli attuali “piping contest”.

Il genere di musica che in tali occasioni veniva eseguito era regolato dal “nomos pythicos” e, per la sua articolata forma espositiva, sembra essere stato un qualcosa di simile al “nostro” pibroch.

Si ritiene anche che dette competizioni fossero riservate alla categoria “solo piper” e si siano svolte a Delfi sempre però nell’ambito dei “giochi Pitici”.