Non è mai troppo tardi !!!

You’re never too old to learn !!!   Diario  di un (anziano) studente serale 

tratto da      n. 22 –

autore Bill Gallacher  –  trad. Mario Tomasone

Fatto ad Edinburgo nel 1948, qualche segno d’usura ma in condizioni ragionevoli. Può ancora essere utilizzato con qualche piccola riparazione.

Non si tratta di un annuncio economico per la vendita di una cornamusa Robertson… ma di me: Bill Gallacher, uno studente un po’ in là con gli anni che sta seguendo il programma di lezioni serali del National Piping Centre.

                                                  

So bene che c’è un bel po’ di persone della mia età che vorrebbero suonare la cornamusa ma non se la sentono di iniziare proprio per l’età.

Ho iniziato nell’ottobre 2004 quando mi sono iscritto al corso per principianti, ma la storia inizia un po’ prima.

Tutto ha inizio negli anni ’50 quando mio padre, che era un drummer nei Gordon Highlanders, portava me e mio fratello alla sfilate serale il sabato sera al Castello di Edinburgo. Sentiva anche trasmissioni radiofoniche di piping e di musica scozzese da ballo, accompagnando i pezzi suonando sul tavolo della cucina il suo pad da esercitazione in gomma.

Ha cercato di insegnare il tamburo sia a me che a mio fratello ma, cosa che ho sempre rimpianto, noi non abbiamo continuato e nostro padre non era il tipo di persona che ci imponeva le cose. Si dedicava molto all’insegnamento, comunque, ed ha insegnato a molti ragazzi nella Boys Brigade[1] e tra i suoi allievi ci sono molti drummer che si sono fatti strada. Per farla breve, ho una grande dimestichezza con la musica per cornamusa, anche se non avrei potuto dire quale fosse il titolo di questo o di quel brano o distinguere un strathspey da un jig o da un reel.

Nell’estate del 2004 io e mia moglie siamo andati in Canada per il matrimoni di un familiare che si è sposato nel Nuovo Brunswick. Durante le nostre vacanze lì, abbiamo trascorso qualche posto nelle province costiere e non potevamo fare a meno di notare la somiglianza con la Scozia di certe zone della Nuova Scozia, in particolare la zona di Cape Breton.

Abbiamo trascorso molte bellissime serate a dei cheilidh animati da musica per violino di Cape Breton e di musica da ballo. Quando la gente scopriva che io ero Scozzese, tutti davano per scontato che io ne sapessi qualcosa di musica scozzese e che quindi potessi dare un parere autorevole sulla musica che ascoltavo. Anche se mi sono sempre considerato un tipo un po’ “folk” debbo ammettere che non ho una gran conoscenza della musica scozzese per violino. Ho deciso in quel preciso istante che avrei dovuto imparare qualcosa una volta a casa.

In un primo momento pensavo di provare a imparare il violino ma, dopo aver pensato a tutti i concerti scolastici di fine anno cui avevo assistito, realizzai che per uno studente di violino il tempo minimo per tirar fuori dal suo strumento dei suoni più o meno accettabili era molto superiore rispetto a quello richiesto per un suonatore di legni o ottoni. Sinceramente, l’idea di impiegare tre o quattro anni a maltrattare le corde di un violino prima di tirarne fuori dei suoni appena passabili non mi allettava molto.

Per un puro caso proprio in quel periodo mia figlia , il cui fidanzato l’aveva portata ad assistere al World’s Pipe Band Championship nel 2003, mi convinse ad accompagnarla ai World’s nel 2004. La cosa che pensai una volta sul posto fu che dei setto/ottomila piper che c’erano lì riuniti doveva statisticamente per forza esserci qualcuno con un’abilità musicale inferiore alla mia. Così, dopo aver visitato lo stand del National Piping Center, presi la decisione di fare un tentativo con la cornamusa.

Qualche settimana più tardi, ero lì un martedì sera in una classe del Center con una chanter per la mia prima lezione. Il mio insegnate era uno studente del corso di laurea in Musica scozzese-piping e nella mia classe c’erano una bambina delle scuole elementari, due ragazzi sui quindici anni e una donna di più di vent’anni che aveva suonato la cornamusa ma che aveva smesso per un po’, ed il sottoscritto.

Le lezioni si svolgevano seguendo l’impostazione del Highland Bagpipe Tutor Book, che contiene una serie di esercizi e un CD-ROM. Nel CD ci sono esempi di tutti gli esercizi e una selezione di brani di tipo diverso , nonché dei filmati che illustrano gli esercizi.

Ho martoriato una chitarra per un bel po’ di anni, anche se saltuariamente, e ho un bel po’ di libri per imparare a suonare ma non ho mai avuto la costanza di seguirne uno fino in fondo. Debbo ammettere, però, che il tutor del Piping Center offre una serie di esercizi molto ben congegnati per impadronirsi delle varie tecniche e dei brani che consentono di mettere a frutto e ottimizzare gli esercizi svolti.

Le lezioni erano molto informali, ogni studente andava avanti secondo le proprie capacità. Penso che sia molto difficile insegnare in un corso di livello base. L’abilità, la costanza, l’applicazione e le capacità di ciascun allievo possono essere anche molto diverse da quelle di un altro. Nella nostra classe, uno dei ragazzini andava avanti molto rapidamente, mentre gli altri avevano un passo molto più lento. Col senno di poi, mi rendo conto di aver avuto da subito voglia di suonare i brani, dedicando poco tempo allo studio degli esercizi.

Nella mia fretta di suonare un brano, non mi concentravo sugli esercizi come delle entità autonome, ma solo come un mezzo per poter eseguire i passaggi che avrei poi trovato nei brani. Fin dal primo giorno, avevo deciso di esercitarmi per almeno mezz’ora al giorno. A volte mi risultava difficile riuscire a trovare il tempo. Se non ti eserciti, però, alle lezioni si nota subita. A lezione ti accorgi di quali sono le cose che fai correttamente e si evidenziano subito le cose che stai sbagliando, ma hai bisogno comunque di esercitarti per fare progressi. Sono riuscito a venire a capo di un numero incredibile di abbellimenti a prima vista totalmente impossibili da eseguire – il birl, tanto per dirne una – ma in ogni caso l’esercizio regolare e la pazienza hanno dato i loro frutti.

Dopo il primo corso, ho proseguito nel 2005 con un corso successivo basato sullo stesso schema, e gli insegnati erano sempre allievi dello stesso corso di laurea. Gli insegnanti mi hanno molto incoraggiato e le lezioni erano molto piacevoli e questi fattori mi hanno sicuramente dato stimolo e mi hanno fatto entusiasmare spingendomi a suonare il chanter sempre di più.

Ero comunque ben conscio che, anche se ormai ero in grado di eseguire un certo numero di brani passaggio per passaggio, ero ancora ben lontano dal suonarli correttamente. Mi chiedevo se e quando sarei stato finalmente in grado di eseguire un brano ad un livello tale da poterlo proporre in pubblico…mi chiedevo come avrei potuto migliorare la mia tecnica fino a quel punto.

Presto avrei dato risposta a questo quesito.

Una delle esperienze ricorrenti quando si studia sul chanter è che, anche se si tratta di uno strumento semplice con solo nove note, ci sono comunque un bel po’ di cose da fare contemporaneamente. Innanzitutto c’è la diteggiatura e il dover imparare la corrispondenza con ogni nota del pentagramma. Poi bisogna imparare a suonare correttamente e a tempo, il che è particolarmente insidioso con le grace notes. Suonare e portare il tempo con il piede sembra a prima vista una cosa perfettamente naturale ma mi ci e’ voluto un bel po’ di tempo prima di metabolizzarlo.

Suonare i brani a memoria è una prova che gli altri musicisti non debbono affrontare. Io ho poca memoria, ma ho scoperto che i brani sembrano sedimentarsi da sè da qualche parte della mia mente quasi senza che io me ne accorgessi. Ho sentito più volte l’espressione “suonare sulle dita” e, anche se a volte ho dovuto concentrarmi per memorizzare un certo brano, di fatto dopo che hai suonato un brano un paio di centinaia di volte mentre stai studiando la tecnica quello finisce per piantarsi da sè nella tua mente.

Suonare la cornamusa è una di quelle cose che necessitano di un coordinamento per eseguire contemporaneamente azioni non sincronizzate: soffiare e schiacciare la sacca é un po’ come quando si prova ad accarezzarsi lo stomaco con una mano mentre con l’altra ci si vuol dare dei buffetti sul capo. Una volta che ci si è impadroniti di questa tecnica, poi, c’è da suonare i brani sul chanter. Non appena si è riusciti a fare queste cose in maniera più o meno decente, bisogna imparare ad attaccare e terminare un brano correttamente. sembra tutto facile e immediato, ma, credetemi, non lo è affatto.

Quando ho iniziato, pensavo che imparare la diteggiatura fosse di per sè già abbastanza complesso per le mie possibilità, così incollavo delle striscette di carta al di sotto del pentagramma dove scrivevo il nome delle note melodiche del brano. Per tutti i miei primi due corsi, gli insegnanti mi prendevano un po’ in giro per spingermi a suonare a vista, ma ho preferito continuare con il mio metodo.

Col senno di voi, mi sono reso conto che avrei effettivamente dedicarmi maggiormente alla lettura del pentagramma. Con il mio metodo , infatti, ero molto vincolato ai miei spartiti con le note scritte sotto e così mi sono trovato in difficoltà quando ho provato a fare i miei esercizi al computer. In sostanza, quando ho iniziato a studiare praticamente imparavo la diteggiatura separatamente dal tempo e dall’esecuzione del brano nella sua interezza. Riuscivo ad eseguire le singole tecniche ma avevo difficoltà a metterle insieme ed a eseguirle con il tempo giusto.

Ho letto di recente un articolo su Piping Today in cui un ragazzino diceva di aver imparato prendendo lezioni di un ora la giorno ogni giorno. C’è una bella differenza tra un programma del genere e seguire una lezione solo una volta alla settimana. Ad ogni modo, una volta preso dimestichezza con il pentagramma, il CD dell’ Highland Bagpipe Tutor Book mi ha dato un notevole supporto. Ho istallato quel CD sul mio portatile e lo porto ovunque con me. Vado regolarmente a Dumfries per andare a trovare mia suocera e mi piazzo con il mio portatile sul cruscotto dell’auto nel parcheggio del supermercato mentre aspetto che lei finisca di fare la spesa.

Durante il periodo estivo il tipo di lezioni al Piping Center sono state un po’ modificate.

Gareth Rudolph era stato appena nominato direttore dei corsi serali. La prima sera andava in giro come un matto per cercare di organizzare il tutto, ma a prima vista senza esito . Le persone nelle varie classi continuavano a fare quello che avevano sempre fatto, senza badare a quello che Gareth stava cercando di mettere su.

Nella mia classe ero capitato con due ragazzini che conoscevo già dal corso appena conclusosi. Gareth si sedette con noi e ci chiese a che livello si trovava ognuno di noi. Io gli ho detto che mi trovavo al livello tre, e lui mi ha chiesto quali brani stessi studiando. Io gli ho risposto che stavo lavorando su Barren Rocks of Aden.

“Benissimo”, mi ha fatto “allora fammi sentire come viene” . Ovviamente a ripensarci adesso sono perfettamente consapevole che all’epoca ero ben lontano dal saper suonare quel brano. Quello che riuscivo a fare era cavarmela a malapena con la diteggiatura.

Dopo questo tentativo, abbiamo ripassato gli esercizi e anche lì non è andata granché bene. “Non sei pronto per il grado tre” mi ha detto Gareth, “voglio rimetterti con il grado due”. Per quel che mi ricordo, in tutta la mia vita sono stato bocciato ad un esame una sola volta : latino al liceo. Ho superato al primo tentativo anche gli esami per la patente auto e per quella motociclistica, per cui non sono abituato a non passare un esame – men che meno a venire bocciato a una classe inferiore!

Alla fine di quella lezione mi sono chiesto perchè mai mi fosse venuto in mente di studiare il chanter. Nel tempo necessario per tornare a casa mi si erano chiarite le idee. Volevo suonare la cornamusa a tutti i costi e avevo finalemente capito che non avrei mai potuto farlo se non mi fossi messo seriamente al lavoro. Se Gareth aveva deciso che dovevo migliorare la mia tecnica, l’avrei fatto.

Ho subito tirato fuori il chanter e mi sono messo a studiare gli esercizi proprio come Gareth mi aveva detto di fare. Mi sono anche detto che Gareth non avrebbe approvato il mio trucchetto delle strisce di carta con le note scritte che avevo incollato sul tutor, così le ho rimosse solo per scoprire che ero in grado di leggere le note direttamente dal pentagramma! Forse avrei dovuto studiare più sodo da prima, e se qualcuno ora mi chiedesse un consiglio è esattamente quello che gli direi di fare.

Col senno di poi, debbo dire che tutte le lezioni in cui non mi ero applicato sono state quelle che alla fine dei conti mi sono servite maggiormente: proprio grazie a quelle, infatti, ho potuto mettere a fuoco quali fossero i miei punti deboli e di conseguenza mi hanno spinto a lavorare proprio su quelli per riuscire a superarli.

Gareth ha introdotto un tipo di lezione leggermente più articolato. Si aspetta molto e vuole che i suoi allievi si impegnino. Ha dato molta importanza agli esercizi . Mettere a posto la tecnica e arrivare a una diteggiatura pulita sono i suoi obiettivi prioritari, suonare il brano è per lui una cosa successiva. Prima di tutto, il brano deve essere eseguito correttamente, poi lo si porterà alla giusta velocità. La velocità, però, non deve mai andare a scapito della pulizia di esecuzione.

A lezione sono a volte un po’ teso. Gli esercizi e i brani che eseguo regolarmente a casa a volte a lezione non mi riescono affatto. Penso che uno dei fattori sia il fatto che a lezione sono freddo mentre a casa suono sempre un pochino meglio dopo che mi sono riscaldato per un minuto o due. Per questo ho preso l’abitudine di prendere un po’ di tempo e riscaldarmi suonando un pochino in macchina dopo aver parcheggiato e prima di entrare nel Piping Center. A ogni buon conto, il metodo di Gareth ha dato un grande stimolo a me e ai miei compagni di corso. Gareth tiene nota di tutto quello che fa ciascuno di noi e ci spinge sempre un pochino oltre.

Una delle cose che mi piace molto è che , se uno vuol suonare la cornamusa, non può che farlo come si deve. Quando suoni, infatti, tutti quelli che sono in giro ti ascoltano. Non puoi fermarti e ripartire o suonare un ritornello piano piano solo per te, come faresti, che so, con una chitarra. La cornamusa sono fatte per essere suonate e per essere ascoltate in un modo solamente – a tutta potenza – per cui uno deve imparare ogni brano alla perfezione e deve anche imparare a suonare in pubblico e non esclusivamente per il proprio piacere personale.

Esibirsi in pubblico è un altro aspetto del programma di studi del National Piping Center, e per questo particolare aspetto è un gran vantaggio il fatto di seguire lezioni di gruppo.

Un altro problema di cui occuparsi e’ l’organizzazione delle prove a casa. Bisogna stabilire dove e quando studiare per evitare di arrecare disturbo ai propri vicini e familiari.

Durante i corsi del periodo estivo mi sono scontrato con il birl

Di tutte le tecniche, il birl è la più difficile da padroneggiare. Quando l’ho provato per la prima volta ho pensato subito che fosse un ostacolo insormontabile. Penso che tutti lo abbiano trovato un difficile banco di prova. Mi sono reso conto che a volte mi riesce , a volte la capacità di eseguirlo sembra annullata. Ho provato diversi modi di eseguirlo e, dopo un bel po’ di tentativi, ho trovato il modo di suonarlo in maniera accettabile sul practice. Ma quando ho provato sulla GHB, ero di nuovo al punto di partenza.

Anche qui, è solo questione di esercizio e di perseveranza. Adesso guardo il mignolo degli altri piper attentamente per rendermi conto della tecnica usata da ciascuno. Alcuni sembra che abbiano un mignolo e le nocche snodabili ed eseguono il movimento in un modo che io non riuscirei mai a fare. Non mi arrendo , ma anche se ci provo continuamente, sembra che le mie vecchie giunture siano un po’ troppo rigide per quel tipo di tecnica.

Il successivo passo è stata la decisione di comprare un set di GHB.

All’inizio del secondo anno di corsi, due miei compagni avevano già comprato il loro strumenti e io mi ero ormai convinto di essermi appassionato al punto da aver anch’io superato il punto di non ritorno.

Gareth e Mike Fitzhenry, il gestore del negozio del Piping Center, sono stati di grande aiuto e mi hanno dato ottimi consigli, ma la decisione finale spettava a me. Gli altri studenti avevano preso strumenti di vari fabbricanti, e mi sembrava che tutti fossero soddisfatti delle proprie scelte.

Acquistai anche un practice del tipo “full size” (o “long, NdT) e penso che tutti gli studenti adulti dovrebbero averne uno perché ha le stesse dimensioni del chanter della GHB, il che aiuta molto nello studio. Un altro suggerimento che mi sento di dare è di sceglierne uno con finitura opaca. Il mio primo practice aveva una finitura lucida che a volte lo rendeva un po’ appiccicaticcio.

La mia cornamusa mi fu consegnata nel natale 2005.

Ancora non era cosciente dello sforzo fisico che ci volesse per suonare. Ho fatto il mio primo tentativo il giorno di Natale. Dopo una lotta epica al solo scopo di mantenere i drones al loro posto sulla spalla, ho iniziato a suonare come un forsennato senza riuscire a tirar fuori neanche una nota. Mio fratello minore si mise anche lui a fare qualche prova ma dovette rinunciare perchè stava quasi svenendo per lo sforzo.

Solo dopo mi resi conto che l’ancia del bordone basso era caduta dentro alla sacca e, anche se soffiare era sempre un lavoro duro, non era poi così drammatico come mi era parso a quel primo tentativo.

Ho iniziato il corso di “transition to Bagpipe” al Piping center nella primavera del 2006.

Il giorno della mia prima lezione mi ero finito in fretta e furia il mio tè ed ero poi volato al Piping Center per la lezione che sarebbe iniziata alle 19.00. Non è una buona idea, infatti, suonare a stomaco pieno e non serve che vi spieghi nel dettaglio il perché

Da allora, mi sono sempre concesso solo una cosa leggera da mangiare prima della lezione.

Dopo poco tempo ero abbastanza consapevole delle implicazioni della definizione “in forma per suonare”. Bisogna assolutamente sviluppare una buona capacità polmonare, ma è anche necessario sviluppare tutta una serie di muscoli della bocca e delle labbra che ignoravo anche semplicemente di possedere .

I primi passi sono stati per me molto duri , a volte quasi dolorosi. Studiare sul practice era diventato, in confronto, un divertimento mentre suonare la cornamusa era per me un po’ come una serata di duro allenamento in palestra e quindi non avevo mai una gran voglia di studiare sulla GHB. I genitori dovrebbero tener presente questo aspetto: per un ragazzino questa fase può essere molto faticosa all’inizio.

Ad ogni modo, sono andato avanti e se a febbraio riuscivo a stento a tirar fuori qualche suono, adesso riesco a suonare con tutti e tre i bordoni ed eseguire un brano in maniera riconoscibile.

Il corso di “transition to Bagpipe” ha spaziato su molti argomenti , dalla gestione delle ance all’accordatura dello strumento, e le lezioni offrono un grande aiuto per gestire e manutenere la cornamusa, oltre che a suonala, ovviamente.

L’esperienza di dover fare due cose contemporaneamente si ripete. In una delle prime lezioni ho avuto come docente Gordon Bruce. Ho iniziato a suonare con tutti i bordoni tappati. Stavo dando il mio massimo – o almeno così mi pareva – e Bruce era evidentemente impressionato: “Vediamo come va aggiungendo i bordoni”, mi ha detto. Mi è passato dietro , ha levato i tappi e ha fatto partire i bordoni. Ogni volta che ne partiva uno avevo immediatamente bisogno di dover soffiare di più. Quando alla fine è partito il basso, stavo soffiando come un forsennato e avevo la netta sensazione che mi stesse per partire un’ernia. Gordon era sempre più impressionato “Grande, Bill” mi ha detto “ ora vediamo se puoi suonare un brano”. Le mie dita sembravano delle barre d’acciaio saldate al chanter. L’idea anche solo di sollevare un dito mi sembrava pazzesca – figuriamoci suonare un brano!

La cose da allora sono molto progredite.

Al momento in cui sto scrivendo, ho completato sei moduli. Sono in grado di suonare sul chanter i primi brani del Tutor Book fino agli strathspey abbastanza bene e ad eseguirne delle versioniquasi riconoscibili anche sulla cornamusa. Il birl è ancora un problema quando lo provo sulla cornamusa e sono ancora in difficoltà sull’High A. Ho anche iniziato a imparare qualche brano per conto mio – ce ne sono un’infinità sia su libri che su internet. La mia lettura dello spartito non è ancora fulminea; riesco ad eseguire le tecniche sul chanter , anche se piano, ma mi ci vuole ancora un bel po’ di tempo per farle diventare riconoscibili.

Il metodo che il Piping Center ha messo a punto fornisce tutte le basi per imparare un brano in maniera consapevole ed autocritica. Iniziamo dalle tecniche di base fino a sviluppare un orecchio musicale per suonare non solo a tempo ma anche con le piccole accentature che sono una delle componenti essenziali nella cornamusa. Gareth mi fa notare tutti quegli errori di tecnice che non riesco a individuare da solo.

Come allievo adulto mi sono spesso confrontato con i miei compagni di corso più giovani. Alcuni hanno evidentemente del talento e progrediscono molto rapidamente, ma altri hanno abilità paragonabili alle mie e siamo andati di pari passo. Penso che il segreto per avanzare sia l’esercizio.

Per la mia età ,mi aspetto dei progressi ragionevoli; a prima vista potrebbe sembrare che due anni di lavoro per suonare una dozzina di brani non sia un grosso risultato ma posso notare un lento ma costante miglioramento che mi ha mantenuto vivo l’interesse e mi ha spinto ad andare avanti.

Quando ho iniziato con la cornamusa, ho dovuto aumentare il tempo dedicato all’esercizio ad un’ora: mezz’ora sul chanter e mezz’ora sulla cornamusa. Un problema per un adulto è proprio che non hai dietro di te un padre o un madre che ti spronino, sta a te trovare il tempo e la costanza per applicarti.

Un altro problema può essere il livello dei risultati raggiunti. Se avessi undici anni e suonassi quello che sono in grado di suonare ora, penso che amici e parenti sarebbero impressionati e magari direbbero: “guarda che forza, e’ un ragazzino e dopo soli due anni già suona così!”

Ma alla mia età se io suonassi per amici e parenti come so fare, penserebbero invece che ho sprecato il mio tempo.

Ma io non mi pento affatto di aver iniziato a studiare. C’è un bel gruppetto di studenti adulti nel mio corso e l’atmosfera che c’è è piena di entusiasmo e di incoraggiamento reciproco. Mi sono sentito molto ben accolto al Piping Center dove l’approccio verso lo studio è serio ma leggero.

Che fare dopo? Si sta parlando di formare una pipe band e mi piacerebbe fare un tentativo. Spero di frequentare la mia prima Summer School ad ottobre e dopo potrò frequentare il corso successivo

C’è un detto circa il fatto che ci vogliono sette anni per fare un piper ….. quindi sarò pronto a suonare per concerti e matrimoni nel 2011 – quando andrò in pensione!

Alla fine mi sento di poter consigliare a chiunque ne abbia voglia di studiare la cornamusa. Se uno ha passione per la musica e può dedicare del tempo all’esercizio in maniera regolare, se ha la tenacia di continuare ad andare avanti ogni volta che incappa in un ostacolo su un esercizio o su un passaggio di un brano, tanto basta per riuscire a suonare la cornamusa.

E un’altra cosa : se accompagnate i vostri bambini da un insegnante e avete del tempo a disposizione per restargli accanto , procuratevi un chanter e fate anche voi gli esercizi con lui. Potrebbe anche venir fuori che siate bravi quanto lui … o alla peggio potrete aiutarlo a fare gli esercizi e i compiti a casa!


[1] organizzazione britannica di ispirazione militare, a metà strada tra i giovani esploratori e i cadetti