RICEVO DALLA SCOZIA …


una lettera di Simon McKerrell dal

Qualche tempo fa, a commento di uno degli articoli dedicati alla “cronaca” della Italian Spring Piping School 2007 e pubblicati sul sito, il nostro fedele lettore e amico “marco69” ebbe a chiedere conto delle impressioni e dei giudizi espressi dai nostri “Scottish visitors”.

Inviato: 19/4/2007 12:53  Aggiornato: 19/4/2007 12:53

Maestro

Iscritto: 8/5/2006

Da: robegano (ve)

Inviati: 149

 Re: N.7 : ITALIAN SPRING PIPING SCHOOL

non per romper l’idilio creato da questa cosa, ma sarebbe bello, oltre alla ormai certezza che gli ospiti sono rimasti estasiati dall’abilita’ culinaria del posto, capire cosa ne pensano loro del piping italiano e da chi lo porta avanti.

Stato: Attivo
IP: 87.4.245.20

Non nascondo che nell’immediatezza della richiesta, forse perché ancora sotto “stress da organizzazione”, quel commento e quella richiesta, più che legittimi, provocarono in me una certa inespressa reazione infastidita di cui oggi, pur non essendo a ciò tenuto per non avela resa pubblica, faccio comunque ammenda.


In sostanza Marco mi chiedeva che giudizio avessero dato i nostri ospiti del “piping italiano”.


Sempre nell’immediatezza avevo abbozzato un articoletto di risposta ma questo risentiva  troppo di quello stato d’animo appena menzionato e deprecato; un provvido problema di caricamento del testo sul web ha fatto scomparire nel nulla quell’articolo e ha evitato che esso producesse danni.


Pur stemperandolo dalla foga della prima ora, il concetto che intendevo allora esprimere, e che ritengo tutt’ora valido, partiva dalla constatazione di una sostanziale inesistenza di un “piping italiano” nell’accezione propria del termine in  quanto, ferme restando realtà quali Alberto Massi, Franco Calanca, la City of Rome Pipe Band e pochi altri, escluso il movimento da cui tutto ciò ha tratto origine ( “ … in principio era il BIG …”) e qualche successiva applicazione strutturale/ta di tale principio (leggasi A.P.I.), il piping italiano sembra essere un contenitore al momento ancora disomogeneo in cui si trova tutto e il contrario di tutto, dall’esoterico al disinformato, dal volenteroso al pazzo scatenato; un fiume (anzi meglio un “torrentello”) in piena, tumultuoso, a volte travolgente ma a volte, come è proprio dei torrenti, in secca e in cui ogni singola goccia d’acqua sembra viaggiare per proprio conto e con una propria meta.


Stavo per rispondere a Marco anche che in buona sostanza i nostri ospiti ben poco potevano trarre e giudicare sulla scorta dell’esperienza vissuta in quanto la delegazione dei piper italiani presenti, ancorché volenterosa e qualificata, rappresentava solo una delle molte facce del poliedrico “intero”.


Tali considerazioni, ripeto, sono tutt’ora valide e mi auguro che esse diano luogo a qualche commento e che su di esse si apra un dibattito, reazioni che non ha suscitato il pur chiaro e netto Crossing Noise di Alberto intitolato “2007 l’anno della svolta?”.


Ad ogni buon conto, poco dopo aver scritto quell’intervento dissoltosi nel mondo dei bit e dei pixel, è giunta da parte del Dr.Simon McKerrell – capo della delegazione e direttore del corso di Piping presso la RSAMD – la lettera che volentieri pubblico in allegato.


Non so se il contenuto di questo documento sarà in grado di fornire le risposte che Marco attendeva… è comunque un segnale indicativo.


Gli Italians presenti alla scuola hanno dato il meglio di sé, combattuto e probabilmente sono stati giudicati con eccessiva benevolenza; il dato importante, però, è che sono stati presenti al “processo” e si sono “sottoposti al giudizio”.


La cosa peggiore, e qui viene fuori l’avvocato che è in me, è essere giudicati in “contumacia”.

Ciao Marco.