LO SPARTITO DEL MESE


ORAN ARASAIG

spartiti :   versione  semplificata           versione  normale

Lo spartito di questo mese è una bella slow air che ho tratto dal libro di Allan MacDonald “Moidart Collection”. La versione che vi propongo è quella che suonavo io un po’ di anni fa, un misto tra diverse versioni che avevo sentito…insomma, diciamo che sarebbe quella in cui ho messo il mio “mood”, come direbbe Lino.

La struttura del brano è del tipo A1 B1 B2 A2. quindi piuttosto inusuale. Proprio per questo motivo ho cercato di differenziare le due parti A e B ritmicamente e melodicamente, per aricchire il brano e renderlo spero più interessante.

Ho inoltre preparato anche una versione semplificata per i gracenotisti.

Veniamo all’analisi vera e propria.

frase A1

misura 1 – tenete ben aperti i doubling, secchi gli strike e le gracenote, quella di E uguale in ampiezza a quella di G.

misura 2 – appoggiatevi bene sul low G del throw che ricordo va prima della battuta, su cui invece cade il corto C del throw. Non accorciate il lowG dopo E, anzi appoggiatevici il più possibile.

misura 3 – il grip è per sua natura molto brillante, e nelle slow air costituisce un momento di contrasto con il lento incedere del brano. curate bene l’uguaglianza tra i due lowG che lo compongono.

misura 4 – questo è un birl “da fermo”, cioè successivo ad un lowA lungo. Non è affatto il più facile perché le dita non hanno dinamica, e va fatto usando solo la forza e l’agilità del mignolo.

frase B1

misura 1 – aperto il double C. Fate cantare bene il doubling (che in realtà, lo sapete, è un throw) di High G curando che sulla battuta cada il corto F prima dell’High G finale.

misura 2 – non tagliate assolutamente il primo highA. Per fare bene lo strike di F immaginate di suonare F ma poi di pentirvi subito dopo e alzare il dito per suonare invece highG.

misura 3 – il primo F è la nota più corta fin qui incontrata, e lo si dovrebbe far notare senza però “bruciarlo”, cioè farlo diventare una gracenote.

misura 4 – il double F su una corta nota e dopo un altro F… non un boccone da ghiotti. Bisogna riuscire ad essere puliti, precisi, ma anche rapidi. Non scorciate il primo E.

frase B2

misura 1 – solite raccomandazioni per il throw on D. secco lo strike.

misura 2 – dopo un lungo highA che non va tagliato, c’è un cortissimo HG di passaggio. valgono le stesse raccomandazioni espresse prima per l’F, ma qui la nota è davvero un lampo.

misura 3 – anche qui F è corto, cercate di far sentire la differenza tra questa cortezza e quella precedente.

misura 4 – è uguale a quella di B1

frase A2

misura 1 – notate la piccola differenza con l’m1 di A1

misura 2  – è uguale a quella di A1

misura 3 – scotch snap. il grip è prima della battuta e porta ad un corto B da cui si va subito a D.

misura 4 – non ha la nota di appoggio che aveva in A1. Anche nel caso in cui decidiate – e perché no? – di suonare questo brano due volte, io preferisco non aggiungerla ma lasciare i due lunghi lowA.

buon soffio!