THE BIG GATHERING’S OVER … READY FOR TOMORROW !

Il BIG Gathering 5 si è concluso da poco più di un mese (accidenti di già ?); qualcuno dei partecipanti ancora non si è ripreso, qualcun altro ancora non si è fermato e molti sembranon vagare alla ricerca di una meta o d’un qualcosa da fare … di un segnale.

L’esperienza ormai quinquennale e una maggiore consapevolezza delle nostre capacità e, sopratutto, una certa conoscenza del “bacino d’utenza” (che termine odioso … ma tant’è) e delle esigenze/desideri che promanano dalla “base”, ci obbligano a pensare/ripensare ad alcune cose con lo scopo di ritagliare per tutti voi/noi appassionati di cornamusa scozzese degli apsazi convenienti e di confezionare delle proposte efficaci e fruibili.

D’altra parte risulta estremamente difficile esaudire tutti i desideri e contemperare le varie esigenze particolari a volte davvero confliggenti tra loro.

Queste considerazioni altro non sono che la prosecuzione logica di quanto già scritto da Alberto Massi nel suo ultimo “crossing noises” e prendono spunto anche sia da un recente scambio di idee avuto sempre con Alberto a proposito dell’offerta didattica che da un concetto/constatazione espressa da Alberto  sull’argomento : “le persone che vogliono, si muovono” !

Per quanto riguarda l’offerta didattica in sé non voglio anticipare nulla di quanto a breve verrà comunicato direttamente da Alberto; la mia attenzione odierna pertanto esula da quanto attiene e riguarderà l’offerta didattica sul territorio di tipo “ordinario” o “corrente” e si rivolge solo ai “grandi eventi” o agli eventi “spot” che stiamo cercando di costruire e posizionare nell’anno solare in modo tale da proporre occasioni diversificate in quanto a struttura, scopo, durata e costi.

Ritornando alla quinquennale esperienza acquisita in ambito BIG Gathering c’è da dire che abbiamo dovuto prendere atto che lo “spirito” (ance in termini “alcolici”) che anima quella particolare manifestazione è in un certo qual modo  ostativo ad un’offerta didattica di tipo tradizionale, e quindi basata essenzialmente sul binomio “spartito/practice chanter”, mentre ben si sposa con una didattica “generalista” e di più ampio respiro basata eminentemente su workshop di contenuto mirato e di congrua durata con conseguente (parziale) affrancamento dal “ruit hora” e dall’orologio che è parso (necessariamente) essere “lo strumento” più usato (quanto meno da chi scrive) durante l’intero Gathering.

Una tale diversa strutturazione consentirebbe un maggior relax nella fruizione/partecipazione dei/ai singoli eventi cosa che favorirebbe anche una migliore aggregazione e conoscenza tra i partecipanti ed eviterebbe al sottoscritto il prodursi di “ulcere” e dolori di fegato consentedogli anche (e non è cosa da poco) la partecipazione ai vari appuntamenti, cosa non avvenuta quest’anno.

D’altra parte un’offerta didattica “tradizionale”  poco si sposa con la limitatezza di tempo a disposizione e l’esperienza, alla fin fine e nonostante le aspettative sia dei docenti che dei discenti, potrebbe rivelarsi nalla migliore delle ipotesi incompleta se non superficiale.

Il Gathering quindi, in ciò interpretando sia il pensiero degli organizzatori che i desideri della “base”, dovrà fare i conti con tale sua propria natura e limite e dovrà necessariamente riposizionarsi nel senso appena esposto.

A questo punto ci sta proprio bene la frase di saluto utilizzata da Mario Tomasone “basta cazzeggio, tutti a studiare”!

Stiamo infatti per parlare dell’altro grande evento strutturato organizzato dal BIG/API : la Piping School

Questo E’ l’appintamento in cui la didattica tradizionale (spartito/practice chanter .. ma non solo) trova la sua specifica e ottimale collocazione.

Il numero e la qualità degli insegnanti rende possibile la formazione di classi di pochissimi elementi e l’offerta di un insegnamento personalizzato e sostanzialmente “one to one”.

Il numero di ore complessivamente e specificamente dedicato alle lezioni è superiore a 20 distribuite in quattro giorni.

A ciò si aggiunga l’esperienza di una competizione e, da quest’anno, la possibilità di sostenere IN ITALIA gli esami programmati dall’Institute of Piping.

Che dire poi dell’opportunità di conoscere e confrontarsi con insegnanti di livello altissimo, con studenti di altre provenienze ed esperienze e assistere alle loro esibizioni.

Da ultimo, ma non per ultimo, come e ancora più che al Gathering (in termini quantitativi) si vive una vera “full immersion” di piping.

Personalmente non ho un’idea precisa di quale sia iin Italia il costo/ora di una lezione di piping … ma sento parlare orientativamente di cifre che si aggirano intorno ai 25/30 euro.

Applicando la tariffa più bassa e moltiplicando 25,00 euro per 20 ore di lezione abbiamo un prodotto di 500,00 euro.

Ebbene la Italian Piping School a fronte di una somma pressoché analoga offre in più il vitto e l’alloggio, il materiale didattico, il concerto e la competizione etc. etc.!

Certo si tratta di dedicare 4 giorni (5 per i più volenterosi) esclusivamente alla cornamusa, sicuramente bisognerà sacrificare altri impegni o prendersi dei giorni di permesso dal lavoro e sicuramente si dovrà anche “GESTIRE” la cosa sotto il profilo della spesa ma, credetemi, ne vale la pena!Per ultimo c’è da considerare che, nell’arco dei prossimi anni, sicuramente si consoliderà anche l’interessantissima esperienza di Pavone con un ulterire appuntamento dedicato interamente al pibroch.

Come vedete ce n’è per tutti i gusti!

Ed ecco quindi che ritorniamo all’assunto di Alberto “chi vuole, si muove”!

Probabilmente stiamo assistendo alla chiusura di un ciclo e all’apertura di un altro!

Con l’acquisizione di una “struttura organizzata” (API/BIG), con la produzione di validi strumenti didattici (CD Rom Tutor), con la realizzazione e il costante aggiornamento di un sito informativo quale questo in cui ci troviamo, con l’offerta didattica sul territorio, con l’internazionalizzazione dei rapporti e dei contatti, con l’esistenza di un supporto commerciale “etico”, con la predisposizione di eventi fissi aventi le caratteristiche appena descritte, dovrebbe essere giunta al termine l’era di Diogene, della lanterna e del suo “cercare l’UOMO”.

Dovremmo essere ormai giunti a una fase assimilabile a una partita di tennis: c’è il campo su cui giocare, ci sono le racchette, le palline, gli istruttori e c’è il pubblico; c’è anche chi batte la palla di servizio oltre la rete …. resta solo da sperare che dall’altra parte ci sia qualcuno che risponda al “servizio”.

Per ciò che riguarda l’offerta estera un po’ di pazienza e aspettate i prossimi articoli.