GEORGE CLARKE

George Clarke

La campagna di Spagna fu uno dei fattori principali nel determinare l’andamento dell’epopea napoleonica.  Si trattò infatti della campagna più lunga e sfibrante condotta dalla Francia, essendo durata ininterrottamente dal 1808 al 1814.

Il conflitto che si svolse nella penisola Iberica, inoltre, ebbe caratteristiche  completamente opposte a quelle predilette da Bonaparte: fu lungo, sfibrante, esteso a un territorio vastissimo, caratterizzato da poche  battaglie campali e da molte  manovre, lunghi assedi, ampi periodi di inattività.

Una delle prime tra le principali battaglie della campagna fu quella di Vimiero che vide l’esercito alleato anglo-spagnolo, per la prima volta comandato da Wellington, affrontare l’armata francese guidata dal maresciallo Junot. Fu anche uno dei primi esempi della efficacia delle tattiche britanniche contro  la dottrina militare francese napoleonica mutuata  da quella  degli eserciti rivoluzionari.

Wellington manovrò accortamente in maniera da posizionare le proprie linee  in un punto dominante , in cima a un  pendio. Lì, schierati in linea, gli alleati attesero con calma l’arrivo delle colonne francesi, queste ultime schierate come d’abitudine in formazioni molto profonde finalizzate a massimizzare gli effetti della carica di fanteria.


Wellington  intendeva condurre la battaglia in maniera da far esaurire l’impeto delle colonne francesi gradualmente in maniera graduale.
Le sue truppe si ritiravano in ordine, senza volgere le spalle al nemico, protette dalla unità di fanteria leggera della Light Brigade del generale Caufurd.


I  francesi vennero così rallentati sia dal terreno in salita che dalle azioni di disturbo degli schermagliatori di Caufurd , mentre la fanteria di linea alleata rimaneva di fatto al di fuori dell’azione.

Dopo circa due ore, Wellington valutò che i francesi avessero ormai  perso slancio e arrestò la propria linea, richiamò la Light Brigade e  si preparò allo scontro decisivo.


In questa fase, però, i francesi erano tutt’altro che spossati e quando le unità di fanteria di linea alleate giunsero finalmente a distanza di tiro, i Francesi aprirono un fuoco infernale.  George Clarke si trovava alla testa del suo reggimento, 71° Highlanders, e fu colpito ad entrambe le gambe.

Le palle di moschetto del periodo  napoleonico erano di una lega di piombo morbidissima,  viaggiavano  secondo traiettorie molto poco accurate ed a velocità molto più basse di una  pallottola moderna ma erano dotate di un fortissimo potere d’arresto.

La ferita di George fu inflitta  da una palla sparata ad una distanza compresa tra i 50 e i 30 metri che, probabilmente, colpì una sola gamba mentre l’altra fu ferita o da una scheggia di piombo che proseguì la sua traiettoria o dalla stessa pallottola in uscita.


Con una ferita del genere, Clarke non poteva più reggersi in piedi, per cui si sedè a terra e continuò imperterrito a suonare. 


L’ultima fase della battaglia di Vimiero fu segnata dalla contro carica della linea alleata.

Il 71° si precipitò lungo il pendio, come tutte le altre unità alleate, ma il 71° marciava al suono della cornamusa di Clarke, che dalla sua posizione continuò a suonare finchè l’azione non terminò, a sera, con la vittoria delle truppe di Wellington.


Clarke si rimise felicemente dalle ferite subite, sopravvisse alla campagna di Spagna e, al suo ritorno in patria,  ebbe in dono dal Re un set di cornamuse montato in argento quale segno di  gratitudine per il coraggio dimostrato