The Royal Scottish Pipers’ Society Recital

Se siete deboli di cuore, questo cd non fa per voi.

Non reggereste i primi venti minuti! Sono quelli in cui ‘un certo’ Gordon Walker esplode una raffica di quattro set di brani vari, in un crescendo di virtuosismo che raggiunge i punti più alti con ‘The Fiddle’s Rally’ (una sua composizione, alla fine del secondo set), ‘P/M George Allen’ e ‘Crossing the Minch’, due splendide perle di Donald McLeod.

Abbiamo conosciuto il suo piping pirotecnico nell’album ‘World Masters of Piping’ e in vari filmati, diversi dei quali, amatoriali, sono rintracciabili sul web: e sappiamo quanta confidenza abbia con la sua ghb.
Ora, in questa incisione della Greentrax (tratta da due recital tenuti nel 1999 e nel 2003 presso la St. Cecilia’s Concert Hall di Edimburgo) Gordon dà un saggio della sua tecnica infuocata e implacabile sin dall’inizio.

Ma, accanto ai tre citati prima, due brani lenti mettono in evidenza la capacità del nostro di far cantare lo strumento: ‘McLeod’s Oran Mòr’ e ‘Goat Hill’. Ovvero: quando la padronanza dello strumento è tale da essere diventata ormai, appunto, confidenza. Gli altri artisti presenti nell’album sono anch’essi grandissimi nomi del piping mondiale.

Il musicista successivo non suona la ghb, ma una smallpipe in D; il suo timbro cameristico ci regala, tra le altre, alcune gemme del repertorio della sua ‘cugina grande’, ben note agli amici della City of Rome Pipe Band: ‘Flett from Flotta’ e The Battle of Waterloo’, più le popolari ‘Wee Highland Laddie’, ‘She Moved Through the Fair’ (irlandese) e ‘The Mason’s Apron’.

Abbiamo dimenticato: il piper in questione è Gary West, per 18 anni membro della Vale of Atholl Pipe Band, poi passato al gruppo folk Ceolbeag e tre anni dopo al Clan Alba. ‘A delight from start to finish’ è stato definito il suo album d’esordio come solista, ‘ The Islay Ball’, del 2001, sempre per l’etichetta Greentrax.
E’ anche lettore al Department of Celtic and Scottish Music e, dulcis in fundo, presentatore del programma radiofonico Pipeline. E scusate se è poco!

Dopo di lui, un altro personaggio ben noto a tutti gli amici del BIG: quel Roddy McLeod che per due anni consecutivi ha visto noi poveri mortali arrabattarci sulle nostre cornamuse e ha giudicato i nostri maldestri tentativi di eseguire qualcosa che fosse un tune o un set: il tutto ai Gathering di Cannara 2006 e Tavarnelle 2007.
Anche di lui conosciamo la grande tecnica e maestria, non solo esecutiva ma anche di docente (ricordiamo inoltre che è Principal, ossia preside, del National Piping Center).
Rispetto al suo collega Gordon, Roddy riserva il momento ‘spettacolare’ della sua performance per la fine di un set di strathspey e reel: con ‘The Reel of Tulloch’ chiude funambolicamente una serie di sette tunes, con una speditezza e scorrevolezza che è come se avesse appena fatto una passeggiata. Gordon e Roddy erano tra i protagonisti del già citato ‘World Masters’, la competition in onore del P/M Donald McLeod: un altro personaggio presente a quell’evento si ritrova in questo recital.

Con la sua consueta verve, Willie McCallum propone due set di brani anch’essi vivaci, inframmezzati da un set di tre retreat march tra cui ‘The Kilworth Hills’, che alcuni di noi hanno affrontato… con risultati vari (io, per esempio, l’ho dovuta momentaneamente mettere da parte).

Insieme agli altri artisti, condivide la capacità di stupire con la sua tecnica sopraffina nei brani veloci ed emozionarci in quelli lenti. Dell’esibizione di Willie è stato inserito un pibroch: il ‘Lament for John Morrison of Assynt House’. Il titolo ci ricorda un altro, ben diverso brano: a differenza del reel suo omonimo, come è facile aspettarsi, il pibroch si dispiega calmo e sospeso nel tempo.

Unico neo: avremmo preferito sentirlo per intero; invece, possiamo ascoltarne solo il ground, che va sfumando a conclusione del cd. Lo avremmo preferito intero nonostante la lunghezza rispetto agli altri brani contenuti nell’album, lo avremmo preferito intero per poter godere di un momento di musica senza dimensioni e senza confini. Comunque sia. I produttori del cd hanno deciso per il taglio: e noi lo accettiamo, consapevoli di portare ugualmente con noi, alla conclusione, nelle orecchie e nell’anima, il senso della musica per Great Highland Bagpipe.