BAGPIPES A WATERLOO – 2° parte

Chiudiamo la serie di articoli su Waterloo con un aspetto curioso della presenza della bagpipe sul campo di battaglia e, in genere, nel periodo napoleonico. Le incisioni, i quadri, le stampe popolari e più tardi le tavole uniformologiche e i modelli per i soldatini di carta non hanno mancato di raffigurare i pipers delle varie unità dell’esercito. Se ci limitiamo a dare un’occhiata alle opere dell’epoca, specialmente francesi, le sorprese non mancano.

Ecco, ad esempio, come una stampa di Jacquemin raffigura un sergente del 92nd e un piper del 42nd:

Di certo, la visione di questi uomini, in kilt e accompagnati dalla musica delle bagpipes, era così inusuale che la fantasia degli artisti non riusciva a tener dietro alla realtà. La popolazione parigina che li vide accamparsi sugli Champs-Elysées nel 1814 fu attratta dallo spettacolo che essi offrivano ogni giorno. Dal canto suo Napoleone, che disprezzava Wellington e il suo esercito, arrivò a definire ‘amazzoni’ gli Highlanders.

La cosa più sorprendente è che stampe inglesi hanno rappresentato ugualmente… male i pipers al servizio dell’esercito. Ecco una stampa di Atkinson raffigurante Clarke del 71st ferito a Vimeiro, durante la campagna nella Penisola Iberica. Costui era stato colpito ad entrambe le gambe, ma continuò a suonare per incoraggiare i compagni.

Se la cavano meglio Clark e Duborg: quanto meno, nonostante il chanter, il bordone basso e la blowpipe non fossero esattamente così, i pezzi ci sono tutti.

Il capitano Jones ha partecipato alla battaglia di Waterloo e ne ha lasciato numerosi disegni, alcuni molto interessanti; ma quando vuole raffigurare il 71st Highland Regiment, non riesce proprio a fare a meno di raffigurare il piper (in primo piano a destra nel disegno) così:

Ai due pipers della compagnia granatieri era stato concesso di indossare l’Highland dress nel 1809: il musicista ritratto, invece, indossa l’uniforme della fanteria leggera. Probabilmente si tratta di un appartenente ad una compagnia di battaglione.

Ciò non toglie che il disegno della cornamusa sia assolutamente irrealistico.

Più correttamente vengono raffigurate le pipes del 92nd alla partenza da Bruxelles (a sinistra, dietro il drummer) in questa incisione risalente agli inizi del secolo scorso, molto simile al dipinto di Hillingford mostrato nel lavoro precedente:

E così vengono rappresentate da Knötel e Girbal a Quatre Bras (nella prima incisione si trovano tra il granatiere al centro e l’ufficiale a cavallo):

Poco chiari, ma ben evidenti nell’ingrandimento a lato, i quattro pipers al centro dell’incisione si apprestano a scendere il pianoro di Mont Saint-Jean all’inseguimento dell’esercito francese, ormai in rotta.

Proseguiamo con un dipinto francese del 1874. L’autore, Henry Félix Philippoteaux, rappresenta un momento della grande carica di cavalleria contro i quadrati alleati. All’interno del quadrato si notano, all’estrema sinistra, i due ufficiali portastendardo e, al loro fianco, un piper.

Ecco il dettaglio dell’immagine.

Dato che il piper è in posizione ‘di riposo’, l’unica cosa evidente è (come in altre illustrazioni) la mancanza della cover. Il suo atteggiamento ci suona strano: sta assistendo alla carica come se ciò non lo riguardasse, come se fosse uno spettatore e non un combattente. Anche la sua uniforme non è attendibile, essendo modellata su quelle del periodo in cui il quadro è stato realizzato.

L’esatto contrario del dipinto di Anderson raffigurante Kenneth McKay.

Ma questa è solo una delle incongruenze del quadro, sulle quali comunque non è il caso di soffermarsi.

Cosa possiamo dedurre dalla visione di queste immagini?

Notiamo subito che, in buona parte dei casi, i disegni non sono fedeli o, comunque, riproducono lo strumento in forma approssimativa. Certo, la mancanza di familiarità con la vista di una cornamusa fa fare all’incisore errori piuttosto grossolani, ma non dovremmo stupirci più di tanto: quando si tratta di stampe popolari è molto facile rappresentare la realtà in maniera spesso ingenua e priva di accuratezza.

Tuttavia, l’impatto visivo e sonoro di questi strumenti e dei loro esecutori è tale da catturare subito l’attenzione e indurre diversi artisti a cimentarsi con tali soggetti inusuali, dall’aspetto ‘pittoresco’, lontani dalla consuetudine e in certo qual modo ‘esotici’. Grazie anche alla diffusione di centinaia di opere del genere, i suonatori di cornamusa hanno goduto (a partire dal loro impegno nelle campagne napoleoniche) di una fortuna e una popolarità che è andata aumentando nel tempo. Hanno rappresentato la fedeltà della Scozia alla Corona britannica nel momento in cui essa era impegnata nella ventennale guerra contro l’Imperatore, ed essendo risultata vincitrice, hanno rappresentato anche la vittoria.

Quest’ultima immagine riassume quanto detto. Rappresenta un piper del 42nd che sta facendo ‘qualcosa di indicibile’ a Napoleone.

Certo che, per essere delle amazzoni…

Un ringraziamento particolare a Mario Tomasone, senza la cui consulenza vari particolari dei tre articoli non sarebbero stati messi correttamente a punto.