COME E’ CAMBIATO IL MONDO !

La GHB ha in sé tutte le caratteristiche evocative dello strumento del “passato”; eppure -e il fenomeno a volte sembra inspiegabile- continua ad attrarre a sé un sempre crescente numero di appassionati.

Tra gli strumenti non “classici”, secondo i criteri della musica occidentale, la GHB è sicuramente lo strumento con la più vasta diffusione territoriale.

Ciò per gran parte è da associare politicamente e storicamente sia all’estensione dell’Impero Britannico sia ai consistenti (e a volte non volontari) flussi migratori registratisi dalla seconda metà del 18° secolo a tutto il 19° secolo sia verso le Colonie e Possedimenti imperiali sia verso altri territori “liberi” e vergini.

Le ragioni di questa “vitalità”, per come si diceva, appaiono a prima vista inspiegabili soprattutto se si tiene conto della limitatezza di mezzi espressivi e delle peculiarità strutturali e musicali dello strumento che ne vincolano e limitano fortemente l’impiego.

Di contro, a tale ampiezza di diffusione non corrisponde (o forse non corrispondeva) un’altrettanto ampia disponibilità di occasioni e mezzi di apprendimento.

Scorrendo le biografie dei più noti piper  si potrà notare come questi siano divenuti tali grazie all’insegnamento ricevuto da “quell’insegnante” o da quel “tal’altro piper”.

Sostanzialmente fino alla fine della seconda guerra mondiale non esisteva in tutto il mondo una sola scuola (intesa come istituzione didatticamente organizzata) per l’apprendimento della GHB e tutto era rimesso all’insegnamento privato e “face to face”.

Solo a partire dal secondo dopoguerra si è registrata una mutata consapevolezza circa l’approccio didattico ed ecco nascere a Glasgow il College of Piping, la prima vera “scuola” per il piping.

Da allora molte cose sono cambiate ma, per come potrete notare leggendo gli altri articoli che verranno in seguito pubblicati sull’argomento, la situazione presenta ancora delle vaste lacune, soprattutto in quei territori non storicamente legati alla cultura “british” quali il continente sud americano e il resto dell’Europa dove l’insegnamento è per la gran parte ancora incentrato su basi private e dirette.

D’altro canto è da sottolineare come, da non più di un paio d’anni a questa parte, grazie all’intraprendenza di “soggetti decentrati sul territorio” e alla lungimiranza del National Piping Centre di Glasgow, in varie nazioni europee stanno partendo (al momento in via promozionale e sperimentale) iniziative didattiche “spot” che vanno ovviamente sotto il nome di Piping School preceduto dal nome della nazione o della città ospitante o da altri elementi specificativi (Italian Spring Piping School, Munich Piping School, Praga Piping School etc.).

Forse la situazione più originale è proprio quella rinvenibile in Italia dove, grazie al BIG, all’API e sopratutto alla disponibilità “fisica” di Alberto Massi, si è trovata una formula intermedia e flessibile che viaggia su un doppio binario : appuntamenti “istituzionalizzati” di ampio respiro (Spring Piping School, BIG Gathering, il Pibroch a Pavone) e corsi regolari (Bazzano, Roma) nonché weekend di studio in più sedi dislocate strategicamente sul non agevole territorio.

Ma già altro bolle in pentola … e di questo parleremo un’altra volta.