DAL 1746 AL 1800

(Questo articolo è parte di un ben più ampio inquadramento storico riguardante la GHB realizzato da Mario Tomasone e inserito nel vol.3 della collana di CD Rom tutor editi dal BIG – n.d.r.)

La fine delle lotte dinastiche tra la casa  Stuart e la casa Hannover portò ad una fase cruciale per il destino della Gran Bretagna nello scenario politico internazionale. Nel giro di pochi anni, l’azione politico-militare di Londra fu tale da erodere la supremazia a livello mondiale che la Francia era riuscita ad assicurarsi nella seconda metà del ‘600. Le vittorie militari Britanniche in India e in  America settentrionale consentirono di gettare le basi di quello che, di lì a poco, sarebbe diventato l’Impero Britanico.

All’interno del territorio nazionale, l’opera di integrazione più o meno forzata dei popoli di lingua gaelica del nord della Scozia fu completata rapidamente ed efficacemente nel  volgere di pochi anni.

Il “Disraming Act” del 1715 e il successivo “Act of  Proscription” del 1746 bandivano il possesso di ogni tipo di arma – scudo, spade, pistola, fucile – e rendevano illegale l’Highland dress,  l’abbigliamento tradizionale delle Highland. Anche se non vi erano esplicite proibizioni per l’utilizzo della lingua gaelica e  delle cornamuse, è facilmente intuibile come questi due elementi così caratterizzanti non fossero visti di buon occhio –  per usare un eufemismo – dalla classe dominante.

Le demolizione sistematica e radicale di un sistema sociale ed economico rese disponibile forza lavoro in quantità elevatissima, che venne incanalata verso le nuove terre. Il Nordamerica e, successivamente,  l’Oceania divennero la meta dell’emigrazione in massa degli Highlander che avevano di fatto perso i propri mezzi di sostentatmento in patria. Quelli che rimanevano nelle isole Britanniche avevano poche alternative concrete di sussistenza che non dipendessero dal sistema economico di modello inglese che si stava affermando anche in Scozia. 

I reggimenti di Highlander dell’esercito Britanico rimanevano le ultime roccaforti delle antiche tradizioni e attraevano molte reclute.  Mentre in Inghilterra il “mestiere delle armi” era considerata una occupazione riservata  agli avanzi di galera e ai fannulloni, in Scozia era invece considerata come una carriera onorevole. Questo particolare stato di cose era giustificato da due fattori: in primo luogo l’elevatissima percentuale di disoccupazione di cui si è già parlato rendeva  interessante anche la magra paga del soldato; in secondo luogo, un soldato poteva fare ciò che il  “Disarming Act” proibiva esplicitamente, vale a dire portare armi e indossare il kilt.

Se si aggiunge a questi due dati il fatto che molti reggimenti erano voluti, fondati, formati e comandati da nobili scozzesi delle Highlands, si comprende benissimo come , dopo il 1746, un Highlander potesse considerare un reggimento come una  specie di isola felice in cui poter continuare a fare tutto ciò che era per lui tradizionale e familiare.

In tutti i teatri di guerra in cui furono impegnate le truppe Britanniche nella seconda metà del XVII secolo, gli Highlander seppero sempre distinguersi. In pochissimo tempo si guadagnarono una reputazione di truppe solide, disciplinate, tenaci, coraggiose e determinate.

Come già illustrato nel paragrafo precedente, il piper della metà del settecento eseguiva i brani della tradizione gaelica, vale a dire Ceol Mòhr e probabilmente qualche canto tradizionale gaelico adattato alla scala del chanter. In battaglia si posizionava alla testa delle truppe, come sempre aveva fatto nella organizzazione tradizionale dei clan.

La posizione del piper in battaglia in un reggimento Britannico, quindi, risultava essere accanto agli ufficiali subalterni. In altre parole, mentre il colonnello al comando del reggimento si trovava a cavallo dietro la linea delle proprie truppe, gli ufficiali comandanti di battaglione si trovavano a piedi  , in linea con i propri uomini o sei passi avanti alla linea stessa. Accanto a questi ufficiali era il piper.

Il suono della cornamusa è perfettamente percepibile anche durante intense scariche di fucileria, come l’autore stesso ha avuto modo di sperimentare dal vero. Pertanto, si può ritenere che il piper  eseguisse a piacimento  i brani che meglio  riteneva adatti alla situazione, consapevole del fatto che gli uomini del proprio battaglione erano in grado di sentirlo ma soprattutto di capire. In altre parole, un particolare “Gathering” o “March” o  “Salute” venivano immediatamente riconosciuti dagli uomini che, ancora partecipi della cultura gaelica delle Highland di Scozia, lo conoscevano bene e ne coglievano appieno il significato e le implicazioni.

E’ opportuno sottlineare che la cornamusa in questo periodo non aveva nessuna funzione tattica.

In altre parole, non esistevano brani la cui esecuzione era associata alla trasmissione di ordini o comandi, essendo questa funzione delegata al piffero e al tamburo come in tutti gli altri reggimenti di linea dell’esercito Britannico.

Al di fuori del campo di battaglia il piper conduceva la stessa vita di qualsiasi altro soldato e non aveva nessuna corvèe di servizio, quali ad esempio suonare la sveglia al mattino. Anche per questi compiti si ricorreva infatti al piffero e al tamburo.

Bisogna tenere presente, infatti, che i musici reggimentali non venivano inseriti in ruolo come gli altri soldati ma erano in forza a parte, sotto il comado diretto del tamburo maggiore e al di fuori della catena di comando, percepivano una paga differente e gli unici servizi che ci si aspettava svolgessero erano quelli collegati alla loro mansione di musici. I piper venivano invece inseriti in forza come normale truppa, inquadrati, inseriti nella catena di comando e soggetti a tutti i servizi e le corvèe come tutti gli altri soldati di truppa.

E’ proprio in questo contesto che il piper si trovò per la prima volta spalla a spalla con un altro suonatore. Anche il piffero e il tamburo, infatti , erano  posizionati accanto all’ufficiale comandante di battaglione in quanto su di loro ricadeva il compito di tradurre in segnali convenzionali  gli ordini dati dall’ufficiale.

Si innescò così un processo che andò a modificare la musica, il repertorio della cornamusa e, in ultima analisi, la sua funzione sul campo.