DAL 1800 ALLA GUERRA DI CRIMEA

(Questo articolo è parte di un ben più ampio inquadramento storico riguardante la GHB realizzato da Mario Tomasone e inserito nel vol.3 della collana di CD Rom tutor editi dal BIG – n.d.r.)


Come già detto in precedenza
, però, il processo di obliterazione della cultura e della società gaelica di Scozia avviato un cinquantennio prima era ormai quasi giunto a compimento. Il sistema economico, produttivo, educativo e culturale imperante nella Scozia degli inizi del XIX secolo era ormai copia conforma di quello Inglese. La lingua, la tradizione e la musica sopravvivevano solo nelle zone più remote e isolate, e comunque solo nell’ambito classi sociali più umili essendo le classi dirigenti e produttive ormai completamente anglicizzate.

I reggimenti Highland, pertanto, assunsero in questo periodo una connotazione ancora più forte di custodi delle tradizioni. In questi ambiti erano sopravvissute senza soluzione di continuità non solo tutte le antiche tradizioni marziali di Scozia, ma anche quelle musicali. Laddove il disegno britannico di de-gaelicizzaione aveva avuto successo segnando nel 1746 uno spartiacque che aveva diviso irrimediabilmente le tradizioni scozzesi in due, nella sfera militare non vi era stata alcuna interruzione. L’esistenza ininterrotta di reggimenti Highlander dal 1735 aveva invece garantito questa continuità, seppure con i debiti adattamenti alla disciplina e all’organizzazione dell’esercito Britannico.

Così , quando gli eroi di Waterloo vennero festeggiati a Londra nelle parate di celebrazione, i reggimenti scozzesi che sfilavano al suono delle loro cornamuse vennero salutati da ovazioni di giubilo. La riabilitazione e l’integrazione dei soldati scozzesi erano ormai compiute e i reggimenti scozzesi in marcia erano accompagnati, per la prima volta, da musica per cornamusa scritta appositamente per questo scopo

E’ proprio in questo periodo, infatti, che nella musica della cornamusa iniziarono a manifestarsi gli effetti delle influenze presenti nell’ambiente militare.

Se finora i piper venivano inquadrati come militari di truppa senza particolare distinzione dovuta ai loro strumenti, i primi cenni a un riconoscimento di uno status a parte risalgono proprio al periodo delle guerre napoleoniche.

Nei memoriali di ufficiali dei reggimenti Highland si parla diffusamente di piper ma soprattutto di pipe major, il che lascia presupporre che all’interno dei reggimenti Highland fosse stata adottata di fatto una struttura gerarchica per i piper, mutuata da quella vigente per gli altri musici. La banda musicale del reggimento era infatti agli ordini di un Drum Major (tamburo maggiore) il cui grado era equiparato a sottufficiale superiore (maresciallo capo).

Per i suonatori di cornamusa non esisteva ancora alcun riconoscimento ufficiale nei regolamenti e nei ruolini. I riferimenti che iniziano ad essere presenti nei documenti dell’epoca lasciano quindi intendere che la questione era stata affrontata e risolta sul campo in maniera pratica e informale all’interno dei reggimenti, senza dar molto peso alle decisioni del quartier generale dell’esercito presso le Horse Guards a Londra, come del resto era e resterà sempre prassi per i reggimenti scozzesi riguardo tutti gli aspetti dei regolamenti militari concernenti il cerimoniale e l’uniforme.

Questi primi cenni alla presenza di una struttura gerarchica con un pipe major al vertice e i piper al suo comando lascia intendere alcune cose molto importanti.

Innanzitutto, i piper iniziano ad essere ben distinti per funzioni dai soldati di truppa e inseriti in una struttura gerarchica semi autonoma. Questa struttura era ancora a livello embrionale e non riconosciuta ufficialmente dalle Horse Gurads, ma esisteva di fatto sul campo.

In secondo luogo, i piper iniziano ad essere raggruppati in un corpo e, conseguentemente, a suonare insieme.

Probabilmente è questo secondo aspetto il più interessante nella prospettiva dell’evoluzione dello strumento e del suo repertorio.

Un cinquantennio di presenza all’interno dell’esercito Britannico è certamente un periodo di tempo più che sufficiente a innescare meccanismi evolutivi e di adattamento anche in un settore così attaccato alla tradizione.

La prima novità fu l’utilizzo della cornamusa per servizio.

Alcuni brani venivano suonati dai piper in determinate occasioni in quanto adeguati o attinenti: si ha notizia, ad esempio, di piper che eseguirono “Hey Johnny Cope Are Ye Waukin’ Yet” alla battaglia di Arroyo del Molino, che ebbe inizio in piena notte, o dell’esecuzione di “the Haughts of Cromdale” alla battaglia di Maida, che avvenne nella selvaggia e montuosa Calabria.

In poco tempo, ciò che era nato come una scelta personale da parte del piper di un brano che avesse un tema particolarmente adatto per l’occasione divenne pratica regolare, e ogni reggimento iniziò a formalizzare il proprio repertorio di brani per cornamusa da eseguirsi per la marcia, la carica, la sveglia e così via. “Hey Johnny Cope”, ad esempio, è ancora oggi usata in tutti i reggimenti scozzesi come sveglia.

Come già illustrato nel paragrafo precedente, il piper si trovava inquadrato spalla a spalla con il piffero e con il tamburo. Questa situazione ha potuto innescare un processo di assimilazione del repertorio di marce militari di altre tradizioni. A titolo di esempio, è interessante citare il caso di “Ca Ira!”

Il brano era originariamente una canzone del periodo rivoluzionario che gli eserciti francesi dei primi anni della repubblica utilizzavano diffusamente come canzone di marcia.

Il testo originale recita:

Ah ! ça ira, ça ira, ça ira ! Les aristocrates à la Lanterne Ah ! ça ira, ça ira, ça ira ! Les aristocrates on les pendra Les aristocrates on les pendra V’là trois cents ans qu’ils nous promettent, Qu’ils vont nous apporter du pain V’là trois cents ans qu’ils donnent des fêtes, Et qu’ils entretiennent des catins V’là trois cents ans qu’ils nous écrasent, Assez de mensonges et de phrases On ne veut plus mourir de faim


Il brano fu adottato come marcia reggimentale dal West Yorkshire Regiment, la cui banda lo eseguì per incitare i propri uomini in combattimento per la prima volta nel 1794. Il brano fu ribattezzato “the Downfall of Paris” e divenne molto popolare in tutte le unità dell’esercito Britannico.
Sul campo di Waterloo i piper dei Gordon Highlanders la mattina del 18 giugno diedero la sveglia suonando la versione per cornamusa di questo brano, e l’episodio viene riportato anche da diaristi francesi che, evidentemente, dai propri bivacchi riuscirono a sentire e a riconoscere la musica.

Quest’episodio può essere considerato rappresentativo di un fenomeno di grandissima importanza: l’ampliamento del repertorio della cornamusa e l’apertura ad altre tradizioni musicali. In altri termini, la cosidetta Ceol Beag o musica “leggera” stava prendendo il sopravvento.

Per tutta la prima metà dell’ottocento il processo di integrazione dei piper nella struttura dell’esercito britannico e di differenziazione ed ampliamento del repertorio musicale proseguirono in maniera molto rapida e decisa.
Nell’anno 1848 due episodi ci rivelano quanto profondamente la musica delle cornamuse sia stata ormai inserita nella routine dell’esercito britannico. Il manoscritto originale della marcia in 2/4 “the 79th Farewell to Gibraltar” riporta in calce la data della sua composizione, il 1848 appunto.
Questa composizione è il tipico esempio di marcia militare. Nello stesso anno, il 2° battaglione dello stesso reggimento , 79° Cameron Highlanders, si torvò immerso in un banco di nebbia assai fitto al termine della traversata verso il Canada. Essendo la nave da trasporto assai vicina al porto d’arrivo, il comandante del reggimento ordinò alla pipe band reggimentale di portarsi in coperta e di suonare per segnalare la posizione del legno agli altri natanti, per evitare collisioni durante la delicata fase di manovra.

Un altro fenomeno importantissimo che ebbe inizio nella prima metà dell’ottocento fu il revival di tutto ciò che aveva a che fare con la Scozia e , in particolare , con le Highland.
Questo fenomeno fu accuratamente preparato sul piano culturale e sociale da sir Walter Scott da David Stewart of Garth e , sul piano politico, da re Giorgio IV a seguito della sua visita ad Edinburgo nell’agosto del 1822. Nel corso della sua permanenza in Scozia, il re prese parte a un ricevimento in costume da Highlander che così, letteralmente dalla sera alla mattina, divenne un abbigliamento popolarissimo e di gran moda.

A partire da questo particolare episodio l’interesse della casa regnante per la Scozia crebbe di pari passo con la popolarità che la figura del selvaggio gentiluomo in kilt andava conquistandosi in tutta la Gran Bretagna. Se da una parte la regina Vittoria trascorreva gran parte dei mesi estivi nella residenza di Balmoral da lei stessa aquistata, dall’altra i reggimenti scozzesi non Highland cercavano di evidenziare quanto piu era loro possibile la loro “scozzesità” adottando uniformi quanto più diverse possibile da quelle degli altri reggimenti britannici di linea e dotandosi anch’essi di piper in uniforme completa da Highlander.