Fino a quel venerdì 16 gennaio del
Ma quel venerdì avvenne qualcosa di nuovo: mentre Tom era intento a far navigare la barchetta (un modellino in scala 1/50 di un veliero a un solo albero), sentì, provenire dal bosco vicino,un suono nuovo, acuto, ma anche profondo e continuo.Avvicinandosi la sua meraviglia era aumentata, così come la curiosità: si trattava di una cornamusa, ne era certo.
Una volta a 8 anni sua nonna lo aveva portato a Inverness in Scozia, era agosto, i gabbiani volavano bassi sui tetti delle case e tutti o quasi gli abitanti, andavano in giro in kilt.Anche allora un suono dolce e profondo lo aveva attirato e, strattonando la nonna, erano giunti davanti a una scuola nel cui interno si stavano svolgendo delle gare di bagpipe.
Era rimasto folgorato, e tornando a Londra, più volte aveva provato a convincere il babbo ad acquistare una di quelle cose strane, da cui usciva quel suono incredibile.Il padre, colpito dalle richieste strambe del figliolo, aveva tirato fuori, dalla soffitta, una Tiorba, e gli aveva detto “se ti piacciono gli strumenti strani suona questa”.
Ora dopo tanti anni, forse, era giunta la sua grande occasione, e aspettando paziente che il Piper smettese di suonare, gli si avvicinò chiedendogli: “salve, pensa sarebbe possibile per lei, insegnarmi a suonare?”.
Il Piper, un austero signore di 48 anni, di professione ferroviere, si chiamava Ian McGregor e, sebbene anche lui fosse arrivato in tarda età, causa prima guerra mondiale, allo strumento, era già diventato, nel suo ristretto gruppo di amici una piccola leggenda.Le sue goffe dita, abituate a guidare locomotive e a sollevare carichi pesanti, si muovevano agili sul chanter e il suo enorme stomaco da bevitore di birra (almeno
“Ragazzo mio, se hai imparato a suonare
Tom guardò un po’ sconfortato il “piffero”, pensava già che avrebbe avuto tra le mani la “grande Signora” e invece si ritrovava un flauto simile a quello che il figliolo suonava nella scuola?Ian McGregor, cogliendo il disappunto nei suoi occhi, gli passo la cornamusa e disse: “bene figliolo, prova a soffiare e a tenere la sacca e poi ne riparliamo”.
Tom, gonfio di orgoglio, imbracciò la cornamusa e.. nulla! Per quanti tentativi facesse, non riusciva a tenerla sotto il braccio, continuava a soffiare e soffiare, cercava di chiudere i buchi poi ! … era cosa impossibile.Quando il suo colorito, da roseo, divenne bluastro e poi ceruleo, Ian gli tolse
Quel venerdì quindi, Tom, dopo aver cenato, mostrò a Mary il piccolo strumento e qualche spartito di base, prestatogli da McGregor.“vedi tesoro, ho deciso da oggi che non andrò più al pub con gli amici, voglio finalmente cominciare a studiare questo strumento”- “ Tom vuoi suonare il flauto??” – gli rispose Mary- “No cara questo si chiama chanter, lo strumento serve per suonarne uno mooooolto più grande!”.
Mary, pensò che, come per tutte le cose, anche quella sarebbe passata presto. Il marito si sarebbe stancato e sarebbe passato a qualcosa d’altro.
Era già accaduto con i francobolli,
Un anno passò. Anche la pazienza di Mary, dopo mesi di: suoni terribili e scordati, simili a muggiti di mucche tristi di ritorno dai verdi pascoli, suoni più lievi ma micidiali ottenuti con il practice, suoni per accordare i 3 bordoni, suoni vari e terrificanti, fu messa a durissima prova.
Ma l’ultima goccia arrivò in primavera, durante un tè con le amiche, quando, una di loro, aprendo la porta del bagno, cacciò un urlo agghiacciante: “ahhhhhhhhhhhhhh”- “aiuto c’è una pecora morta in bagno sgozzata che sanguina” “ahhhhhhhhhhhh” ! Mary corse in aiuto all’amica pensando che Tom, forse, con l’avvicinarsi delle festività, avesse comprato qualche animale al mercato.In bagno, a testa in giù, pendeva la sacca della maledetta bagpipe del marito e ora si ricordava tutto.La mattina Tom uscendo, l’aveva avvisata: “cara ho dovuto fare una cosa chiamata seasoning, alla sacca, ma non temere la metterò nel bagno degli ospiti ad asciugare”.Ora, da quella “cosa” proveniva un odore raccapricciante e un liquido, scuro e oleoso, spurgava da tutti i buchi, sgocciolando nella vasca da bagno macchiandola inesorabilmente.
Il tè del pomeriggio era rovinato, le amiche guardavano Mary con compassione, “sai cara, anche mio marito ha iniziato a suonare il flicorno, però non deve certo riempirlo per poi farmelo trovare sgocciolante in bagno”!
Gli anni passarono lieti, Tom ormai era diventato un discreto Piper, i suoni più accurati e puliti si spargevano nella casa nelle ore più disparate.Mentre Mary preparava il pranzo, Tom le suonava qualche nuovo brano che aveva imparato, Gordon guardava i suoi genitori e a volte, togliendosi i tappi, che in casa portava ormai perennemente, sentiva i commenti di sua madre: “ Tom, questo brano lo hai suonato 12 volte di seguito, non pensi possa bastare ?”
Sono passati molti anni, Tom ha 89 anni, non suona più, ma ama ascoltare, dotato di apposito cornetto acustico, gli strani dischi piccoli e dorati, che ora chissà perchè chiamano cd, che gli regala il figlio.
La musica naturalmente è sempre la stessa.
Mary, per il 90 compleanno, lo ha portato a Edimburgo, per vedere il famoso tattoo.
Finito lo spettacolo si è alzata per andare via. Tom però non si alzò, aveva gli occhi chiusi e un magnifico sorriso sulle labbra.
Le dita, sul bastone di legno di faggio, erano poggiate come per suonare un taorluath.
L’ultimo della sua felice vita.