Soumoud Guirab
Fuori dal Campo (2009)
ULAIA Arte sud.
Sumoud Guirab è un ensemble di cornamuse e percussioni nato nel campo profughi di Burj al Shamali , in Libano. Nel campo i profughi palestinesi organizzano varie attività sociali e culturali per cercare di fornire appigli di speranza e di normalità in un esistenza altrimenti poco stabile com’è quella dei rifugiati nei campi profughi.
L’associazione “National Institution of Social Care And Vocational Training” (NISCVT) si occupa di fornire ai rifugiati – in particolare ai più giovani- il massimo supporto possibile per fornire delle prospettive di formazione e di occupazione che possano garantire un futuro migliore di quello legato ai lavori contingentati e saltuari in Libano.
Tra le varie iniziative promosse dalla NISCVT, vi è anche il sostegno al nucleo di questa formazione musicale, le cui origini risalgono al 1989 ma che solo nel 2007 è riuscita ad affacciarsi sulle scene europee, prima all’edizione 2007 del festival di Lorient e poi in Italia l’estate scorsa.
Queste tournée sono state possibile grazie all’interessamento e al sostegno da parte di associazioni culturali e di cooperazione francesi ed italiane. La stessa ULAIA artesud, etichetta che pubblica il CD “Fuori dal Campo”, nasce infatti come associazione culturale ONLUS che sviluppa progetti di solidarietà attraverso l´arte.
Questo CD è stato registrato dal vivo durante la tournée italiana del 2009 del gruppo Sumoud Guirab , e comprende 14 tracce. I ricavati dalle vendite verranno destinati dalla ULAIA al sostegni di nuovi progetti che riguardano il sostegno alle attività della NISCVT in generale e della Sumoud Guirab in particolare.
Una volta esaurita la lunga quanto doverosa premessa, veniamo alla recensione del materiale ascoltato.La tecnica dei piper è di tipo assolutamente disarmante. Ciò è dovuto al fatto che sono tutti autodidatti e l’approccio allo strumento rimane fin troppo evidentemente di tipo“flautistico”. Nei passaggi più azzardati si avverte il tentativo di produrre degli abbellimenti, ma si tratta di tecniche eterodosse quanto rudimentali basate esclusivamente sulla mano alta.
Detto questo, non sorprende quindi se strike-in e cutoff siano dei concetti alieni o liberamente interpretati da ciascuno dei piper, in modo tale da rendere l’inizio e la chiusura di ogni brano altrettanti momenti di pura creatività sonora.
Il suono è agghiacciante, anche tenendo nel debito conto le approssimazioni e i problemi di una registrazione dal vivo. Non solo i chanter suonano discordi e le note di mano alta si aggrovigliano in una lotta senza speranza per suonare all’unisono, ma i bordoni sono un vero e proprio fastidio acustico, senza alcun criterio di accordatura che possa essere riconosciuto.
Le cornamuse suonate dai piper sono state solo di recente aquisite, grazie alla generosità delle associazioni Francesi che hanno invitato la Sumoud Guirab al festival di Lorient. La manutenzione degli strumenti, ed in particolare la realizzazione e la manutenzione delle ance, è totalmente a cura dei ragazzi del gruppo Sumoud Guirab.
Alla luce di questi fatti si può forse comprendere come mai il suono risulti assai “pachistaneggiante”, in particolare per quanto riguarda i bordoni, il cui suono si avverte solo come disturbo iniziale nell’intro di ogni pezzo per poi scomparire del tutto appena in chanter entrano in gioco
Passando ai contenuti artistico-musicali del CD, non ho gli strumenti per valutare quanto la interpretazione e gli arrangiamenti di motivi palestinesi tradizionali sia interessante, innovativo o, più in generale, valido.
Ho personalmente apprezzato la presenza delle percussioni a mano che si sommano in un paio di brani al classico tappeto di grancassa & rullante, ma oltre a questo ho davvero poco altro da segnalare.
In conclusione, il CD si ascolta con grande difficoltà e a tratti con vera e propria sofferenza fisica. Il valore effettivo del CD sta quindi in tutto quello che c’è intorno, piuttosto che in quello che c’è dentro.
Il valore del CD sta infatti proprio nell’impegno e lo sforzo titanico di questi ragazzi che sono comunque riusciti a suonare i propri strumenti da autodidatti assoluti; che hanno organizzato un gruppo e ne hanno promosso l’esistenza in Europa nonostante le difficoltà incredibili che ogni abitante dei campi deve superare anche solo per uscire dal campo stesso, figurarsi poi per andare in tournée all’estero; che hanno creato un’attività e un ensemble che può dare energia, stimoli e speranza anche ai ragazzi che vivono in ambienti così negletti e reclusi come quelli dei campi profughi palestinesi.
Sito myspace del gruppo
Sito NISCVT
Sito ULAIA
http://www.myspace.com/ulaiaartesudonlus