KENNETH MacKAY

Il 18 giugno 1815  le truppe alleate al comando del Duca di Wellington si trovavano schierate  su una linea che si estendeva per circa due chilometri secondo l’asse ovest-est immediatamente dietro la cresta della collinetta che domina  fattorie di La Haye Sainte e Hougoumont, poca distanza a sud  dal villaggio di Waterloo.

Dopo un bombardamento fittissimo  ad opera degli ottanta pezzi da sei e dodici libbre della Grande  Batterie, la Grande Armée napoleonica si mise in moto e, dalle 11:00 alle 19:00 di quella giornata memorabile, le truppe di Wellingon furono investite quasi senza soluzione di continuità  dagli assalti  francesi. Dalle 11:00 alle  14:00 le truppe  che investirono le formazioni alleate furono quelle della cavalleria media, pesante e leggera, senza supporto di fanteria.

Le ondate di cavelleggeri costrinsero la fanteria di Wellingotn a disporsi in quadrato e le continue cariche  di cavalleria mandata all’assalto dal maresciallo Ney costrinsero i fanti a rimanere in quadrato per quasi tre ore.

In questa fase della battaglia, i Cameron Highlanders furono pesantemente investiti dai corazzieri del 5° reggimento e il quadrato difensivo degli Highlanders teneva duro, ma con molta sofferenza.

Dopo alcune ore di combattimenti, Kenneth MacKay decise di dare nuova grinta ai suoi commilitoni, così uscì all’esterno del quadrato ed eseguì Cogadh no Sith (War or Peace), un Piobreachaid usato come gathering del clan Cameron. Il terreno all’esterno del quadrato era pericoloso, percorso dai cavalleggeri francesi che si stavano riorganizzando dopo l’ennesima carica   e battuto di tanto in tanto dai colpi delle batterie di artiglieria a cavallo , sia francese che alleata, che si erano portate più prossime alla zona di combattimento.

MacKay eseguì il brano dando ai suoi uomini nuova grinta e saldezza. Così, quando rientrò nel quadrato i Cameron si erano ormai ripresi e nulla di quanto li investì nel corso di quel pomeriggio formidabile  li avrebbe più scossi dalla posizione che occupavano.

MacKay uscì incolume dalla battaglia, e al suo ritorno in patria fu onorato da Re Giorgio III in persona, che gli offrì un set di cornamuse impreziosite con mounts d’argento.