MUSICHE DA UN CHANTER SILENZIOSO

n. 47

Articolo apparso sul numero 47 di Piping Today, a firma di Hamish G. McLennan

Il Royal National Mòd [il principale evento culturale di lingua gaelica, ndt] sbarca per la prima volta a Caithness. Sin dalla sua fondazione a Oban nel 1891, il comitato promotore si è impegnato a coinvolgere nelle proprie iniziative le comunità locali e si è messo alla ricerca di testimonianze per accrescere la propria esperienza a favore dei visitatori e degli abitanti. Uno dei risultati è la mostra temporanea sulla vita e l’opera di G. S. McLennan, che si tiene presso la St Fergus Gallery di Wick, dalla fine di settembre per tutta la durata del Mòd.

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G. S. McLennan negli ultimi anni della sua vita

Sono passati 81 anni dalla scomparsa, a soli 45 anni, del Pipe Major George Stewart McLennan. La sua esistenza, benché breve, è stata piena di successi, esperienze e importanti amicizie. Oggi ogni piper conosce almeno una parte della sua più grande eredità – il suo prodigioso catalogo di pipe music – anche coloro che non sanno nulla della sua attività di compositore.

Sin dalla scomparsa di GS (la sigla con la quale tutti quanti lo conoscono) la maggior parte delle testimonianze sulla sua vita sono rimaste all’interno della famiglia McLennan. Dopo la sua morte alcune medaglie e vari oggetti personali sono stati donati al Military Museum presso il Castello di Edimburgo dal fratello John, il quale distribuì qualche medaglia anche ai clienti del suo ostello, interessati a tali cimeli.

Il più giovane dei due figli, anch’egli di nome John, morì nei pressi di St-Valéry-en-Caux nel 1940; era un Gordon Highlander come il padre, e servì nella 51st Highland Division. Il figlio più grande, George, sopravvisse e passò i successivi cinque anni in un campo di prigionia; per il resto della sua vita fu il custode di ciò che rimase del lascito paterno – libri, manoscritti, taccuini, fotografie e premi.

Alla sua morte, avvenuta nel 1996, George donò la maggior parte dei suoi libri alle National Libraries of Scotland e da allora questi cominciarono ad essere consultati dai piper. Quando poi è scomparsa la moglie di George, Jessie, quattro anni fa, tutto ciò che è rimasto è passato alla successiva generazione dei McLennan: mio fratello e io.

Purtroppo, durante la raccolta e la catalogazione del materiale in nostro possesso, ci siamo accorti che diversi cimeli e documenti originali sembrano essere andati perduti negli anni scorsi. In ogni caso, eravamo totalmente d’accordo sulla necessità di far conoscere al grande pubblico quella parte della vita di GS che fino ad allora era rimasta poco nota. E, vivendo a Caithness ed essendo mia figlia attivamente impegnata in due cori in lingua gaelica e all’interno dello stesso Mòd, abbiamo ritenuto opportuno approfittare di questa opportunità e presentare GS al pubblico del XXI secolo, sperando di aggiungere qualcosa di interessante per l’evento, i partecipanti e i visitatori.

In termini di composizioni della musica per cornamusa, GS è stato senza dubbio uno dei più grandi del secolo scorso. Una semplice occhiata al catalogo delle sue opere svela diversi tunes che hanno retto all’esame del tempo – sia per i piper che partecipano alle competizioni sia per coloro che suonano per il proprio piacere. Molti brani sono diventati qualcosa più che pipe tunes e sono diventati dei classici del genere tradizionale – e non solo. The Jig of Slurs è, in questo senso, l’esempio più eclatante. Di conseguenza, le sue composizioni spesso sono state classificate come ‘trad. arr.’.

Le competizioni di GS dovevano essere incomparabili. In effetti, è vissuto in una ‘età dell’oro’ insieme ad altri grandi personaggi (McLennan, Ross, McDonald, Center e altri), ma era fortemente impegnato in qualità di Pipe Major nell’esercito. Gli obblighi reggimentali lasciano intendere che mancò a molte competizioni.

Una delle occasioni nella quale ha certamente lasciato il segno è stato ai Games ad Aboyne. Tra il 1904 e il 1927, ha collezionato 15 primi posti nella categoria march – ossia in tutte le edizioni cui ha potuto partecipare nell’arco di quei 24 anni. Ma non sempre ha potuto raccogliere successi.

Nel 1907 scrisse:

“Se ci sono dei momenti sfortunati per me, quelli sono i Fort Williams Games. Sin dalla mia prima partecipazione con mio padre nel 1898, non mi è mai andata bene. Naturalmente, dal 1900 al 1902 non ho potuto partecipare perché ero di guarnigione a Aldershot e Portsmouth con il distaccamento del mio reggimento, e non potevo lasciarlo”.

Questo appunto tratto dal suo taccuino è in mostra insieme ad una lettera di Willie Ross dalla quale traspaiono sia il cameratismo dei due rivali nelle competitions del tempo sia l’impressione che essi fossero i beniamini di quel mondo. Quando Ross venne squalificato a Inverness, GS McLennan si rifiutò di partecipare fin quando non venne reinserito.

In questa lettera, Ross scrive:

“Posso assicurarti, caro George, che molti amici miei ritengono che non ho un amico e compagno nelle competizioni come George McLennan (sic). E posso assicurarti che sono rimasto molto toccato sapendo quanto ti sia impegnato per me. Di sicuro molti rimarranno sorpresi. Io no, perché sei sempre stato il mio migliore amico e il più vecchio avversario”. Willie Ross venne effettivamente reinserito e vinse davanti a GS. Una punizione da parte del giudice? Forse sì: Ross continua: “Persino mia madre sapeva chi fosse il miglior piper quel giorno”.

Da sinistra a destra: Willie Ross, G. S. McLennan e John McDonald

La mostra si intitola Tunes From a Silent Chanter (‘Musiche da un Chanter Silenzioso’), come il titolo pensato per il secondo libro delle opere di GS McLennan. Egli morì prima della sua uscita, ma appena dopo la pubblicazione del primo volume, Highland Bagpipe Music, e gran parte delle sue composizioni è rimasta inedita fino a quando non sono state inserite nei due volumi della Gordon Highlanders Pipe Music Collection negli anni ’80.

Suo fratello Donald (DR) McLennan, mio padre, Brian McRae e Sir Peter Graham hanno lavorato alla preparazione della raccolta e, dove possibile, alla titolazione dei ‘nuovi’ tunes pronti per la pubblicazione. Era, grosso modo, lo stesso modo di procedere di GS: nel manoscritto, accanto a ogni tune scriveva un numero progressivo, cui successivamente, se lo riteneva opportuno, aggiungeva un titolo. Oggi, molte sue opere sono di dominio pubblico.

Ci sono due diversi motivi per cui Tunes From a Silent Chanter è stato scelto come titolo per la mostra. Ricordo che mio padre mi raccontava che lui, nelle trincee della Grande Guerra, trascorreva parecchio tempo in compagnia del suo chanter. Suonare era proibito, come accendere una sigaretta, poiché i nemici potevano identificare la posizione delle truppe scozzesi e prendere di mira il musicista; così, suonava senza ancia. Come ogni buon piper, non aveva bisogno dell’ancia per ‘sentire’ cosa stava suonando con le dita. In questo modo, suonava e componeva durante i periodi di noia in trincea. Da qui i Tunes From a Silent Chanter.

Ma durante le ricerche negli archivi di famiglia, mi sono imbattuto in questo suo appunto: “Il primo volume della musica di mio padre è stato stampato e consegnato a lui poche settimane prima che morisse. Le correzioni, e ce n’erano molte da fare, lo hanno spossato e mi disse, con il consueto humour, che il secondo volume sarebbe stato Tunes of the Silent Chanter! [Come dire che lui ha speso più tempo a correggerli che a suonarli, per cui il suo chanter è rimasto muto, ndt] Mio fratello e io decidemmo che, al momento di pubblicarlo, avremmo seguito il  suo consiglio, anche se la sua era una battuta”. (Questo episodio è riportato nella Gordon Highlanders Pipe Music Collection, con la parola from al posto di of.)

Nella mostra (mentre scrivo è in fase di allestimento) saranno esposti numerosi oggetti appartenuti a lui – la spilla donatagli dalla Regina Vittoria, la sua cornamusa, diversi taccuini, manoscritti e altro ancora. Potrete vedere esempi della sua musica, conoscerete persone e luoghi che l’hanno ispirata o cui è dedicata. Naturalmente, ci sarà la musica stessa, con registrazioni e proiezioni video. Se tutto va come speriamo e se avremo un grande riscontro di pubblico, la mostra – tutta o in parte – si sposterà nel centro della Scozia, forse il prossimo anno.

Mio padre George adorava GS, ma secondo me ha sofferto per le aspettative che gravavano su di lui, figlio di un titano del mondo del piping. Sicuramente ha avvertito il calore e la generosità di sua moglie e di suo fratello quando lo convincevano e lo incoraggiavano a suonare The Braemar Gathering davanti al Re Giorgio VI nel 1950. Si tratta di un brano composto nel 1918, che GS avrebbe voluto fosse eseguito durante l’attraversamento del confine della Germania sconfitta: ma così non fu. L’ordine era di eseguire la Regimental March; il tune rimase senza titolo fin quando venne indetto un concorso per un brano originale che avrebbe dovuto celebrare, appunto, il Braemar Gathering. Le 165 partiture presentate vennero sottoposte, sotto forma anonima, ad una giuria, che alla fine diede la vittoria proprio alla composizione del nostro. Uno dei giudici riconobbe lo stile, tanto da pensare immediatamente: “G. S. McLennan!” Come è ovvio, essendo costui morto da vent’anni, il giudice non poté esprimere pubblicamente il suo pensiero. Donald, come dicevamo, riuscì a convincere un riluttante George a eseguire il brano: nonostante l’ansia e il nervosismo, fu la sua migliore performance; lui stesso si convinse che quel giorno furono le mani del padre a suonare sul chanter, non le sue.

Alcune foto in mostra raccontano la storia di quel giorno.

Mio padre mi disse che, durante gli anni ’30, suo fratello John aveva ricevuto complimenti da parte di due dignitari: “Sì, siete un eccellente piper, John, ma niente in confronto a vostro padre”.

La replica fu semplicemente questa: “Avete mai sentito suonare qualcuno tanto bene quanto mio padre?” I due non riuscirono a rispondere. John rifiutò di piegarsi sotto il peso delle aspettative create intorno a lui per il fatto di essere figlio di GS McLennan. Una cosa davvero difficile da fare.