Il Piper che sfidò i tedeschi

Il Piper che sfidò i tedeschi in Normandia

«Millin, Berretti blu», urlava ne Il giorno più lungo l’attore Peter Lawford che impersonava Lord Lovat, il comandante dei commandos britannici sbarcati in Normandia. E il suonatore di cornamusa Bill Millin, che nel film era addirittura interpretato dal piper ufficiale della Regina madre, Leslie de Laspee, marciava avanti e indietro sulla spiaggia battuta dai proiettili delle mitragliatrici tedesche suonando Blue Bonnets over the Border (Berretti blu oltre la frontiera, una melodia tradizionale scozzese) mentre i soldati applaudivano o gli urlavano «Buttati giù, maledetto pazzo». Finzione cinematografica? No, tutto autentico. E il vero Bill Millin, che attraversò indenne la spiaggia normanna di Sword (una foto famosa di quel giorno lo mostra di schiena mentre sta scendendo dal mezzo da sbarco con la spiaggia sullo sfondo), è morto nel Devon a 88 anni il 17 agosto, ricordato oggi da un lungo articolo sul Daily Telegraph.

SUONANDO SOTTO IL FUOCO – La brigata dei commandos di Lovat aveva il compito, dopo lo sbarco, di andare verso il fiume Orne e prendere contatto con i paracadutisti inglesi che avevano conquistato i ponti sul fianco sinistro dello schieramento alleato. Pochi chilometri, ma una distanza lunghissima da percorrere sotto il fuoco nemico. Millin, con la sua cornamusa e il suo gonnellino con il tartan dei Cameron Highlanders, se li fece quasi tutti suonando Hieland Laddie e The Road to the Isles in piedi tra i soldati, visibilissimo anche per i tedeschi che sparavano da tutte le parti (la cornamusa fu danneggiata dalle schegge ma restò utilizzabile). «Non dimenticherò mai il lamento della cornamusa di Bill – disse molti anni dopo il veterano Tom Duncan -. E’ difficile da descrivere l’effetto che faceva. Ci tirava su il morale e aumentava la nostra determinazione. Ne eravamo orgogliosi e ci ricordava la patria e i motivi per i quali stavamo combattendo, per le nostre vite e per quelle dei nostri cari». In serata Millin, che allora, nel 1944, aveva 22 anni, chiese ad alcuni prigionieri tedeschi perchè non gli avessero sparato e quelli gli risposero che pensavano fosse un pazzo per cui non valeva la pena sprecare proiettili.

– La brigata dei commandos di Lovat aveva il compito, dopo lo sbarco, di andare verso il fiume Orne e prendere contatto con i paracadutisti inglesi che avevano conquistato i ponti sul fianco sinistro dello schieramento alleato. Pochi chilometri, ma una distanza lunghissima da percorrere sotto il fuoco nemico. Millin, con la sua cornamusa e il suo gonnellino con il tartan dei Cameron Highlanders, se li fece quasi tutti suonando e in piedi tra i soldati, visibilissimo anche per i tedeschi che sparavano da tutte le parti (la cornamusa fu danneggiata dalle schegge ma restò utilizzabile). «Non dimenticherò mai il lamento della cornamusa di Bill – disse molti anni dopo il veterano Tom Duncan -. E’ difficile da descrivere l’effetto che faceva. Ci tirava su il morale e aumentava la nostra determinazione. Ne eravamo orgogliosi e ci ricordava la patria e i motivi per i quali stavamo combattendo, per le nostre vite e per quelle dei nostri cari». In serata Millin, che allora, nel 1944, aveva 22 anni, chiese ad alcuni prigionieri tedeschi perchè non gli avessero sparato e quelli gli risposero che pensavano fosse un pazzo per cui non valeva la pena sprecare proiettili.

DALLA NORMANDIA A LUBECCA – Scozzese di Glasgow, Millin aveva incontrato Lord Lovat, il capo ereditario del clan Frasier e discendente di una lunga dinastia di combattenti scozzesi, nel 1941, quando erano entrambi nei commandos, le truppe speciali che compivano incursioni «mordi e fuggi» nell’Europa occupata dai tedeschi: il Lord gli offrì di diventare il suo attendente ma lui rifiutò e così divenne il cornamusista personale (il piper) del comandante. In quel ruolo si fece un bel pezzo di guerra, dalla Normandia all’Olanda e fino a Lubecca, una delle più importanti città tedesche conquistate dall’esercito britannico. Alla fine del conflitto se ne tornò alla vita civile. Ma la sua cornamusa (che ora, dice il Telegraph, si trova al National War Museum di Edinburgo) risuonò ancora nel 1995 ai funerali di Lord Lovat, il suo capo, che dopo la guerra era anche diventato, per un po’, il suo datore di lavoro. D’altronde il legame tra i due era fortissimo, cementato dalla comune origine. Un esempio? Il ministero della Guerra, dopo le forti perdite subite dai suonatori di cornamuse nella prima guerra mondiale, aveva proibito il loro impiego sui campi di battaglia. «Ah, ma quello è il ministero della Guerra inglese – disse Lovat . Tu ed io siamo scozzesi, per noi non vale». E Millin se ne partì per la Normandia.