DAVID KIRKPATRICK – seconda parte

David Kirkpatrick(le fotografie di quest’articolo sono tratte dal libro “Il bracciale di sterline” di Matteo Incerti e Valentina Ruozi)

seconda parte

   Operazione “Tombola”

Gli agenti del SOE  operanti nella zona dell’appennino emiliano sovrastante Reggio Emilia in collaborazione con le locali formazioni partigiane avevano individuato la sede del comando del 51°  Gebirgkorpskommandatur (corpo d’armata di truppe da montagna) tedesco, ubicato ad Albinea in due ville signorili  poste ai due lati della strada  Albinea-Reggio Emilia in una tranquilla zona di campagna.

mappe operazione “Tombola”

Il comando costituiva un obiettivo strategico di primaria importanza in quanto  non solo il 51° Corpo teneva il tratto centrale della linea Gotica -da La Spezia fino a Bologna-  , ma  era anche in contatto diretto con Berlino, costituendo cioè un anello vitale nella catena di comando tedesca ai più alti livelli.

Per questo gli agenti del SOE ritennero che  un il successo di un attacco contro le ville ove si trovava il QG avrebbe potuto aprire  un varco nello schieramento  tedesco e la possibilità  per le  truppa alleate  di entrare  nella  pianura padana incontrando una minore resistenza.  

Per questo motivo Michael Lees,  capitano del SOE,  venne paracadutato nell’appennino reggiano il  2 gennaio 1945 per organizzare  l’operazione “Tombola” , l’attacco contro Villa Calvi e Villa Rossi dove aveva sede il QG  del 51° Corpo tedesco.

villa Calvi nel 1944

villa Calvi oggi

villa Rossi nel 1944

villa Rossi oggi

Per la materiale esecuzione, Lees  scelse  la formazione partigiana “Gufo Nero”  (una formazione senza particolari connotazioni politiche) e il  battaglione russo – una particolare unità formata da soldati sovietici catturati sul fronte orientale, arruolati a forza nella Wermacht, inviati sul fronte occidentale dove, alla prima occasione utile, avevano disertato per combattere di nuovo i Tedeschi.

I preparativi procedettero  e l’operazione  venne  programmata per  la fine del marzo 1945

Pochi giorni prima dell’attacco vennero  paracadutati  in zona diversi soldati dei reparti speciali SAS (Special Air Service). Con essi, arrivò anche il maggiore del SAS Roy A. Farran che avrebbe dovuto rimanere al quartier generale alleato  in Toscana ma che ‘purtroppo’  scivolò , con un paracadute sulla schiena , fuori dal portellone dell’apparecchio che il 4 marzo stava  sorvolando l’appennino per lanciare uomini e rifornimenti.

Maggiore Rory A. Farran (al centro)
C.O. operazione “Tombola”


Farran , assunto il comando come più alto in grado,  mise  a fuoco il piano d’attacco e  inviò  ai suoi superiori una richiesta per un piper da impiegare in azione. Il 24 marzo  venne  paracadutato David Kirkpatrick che venne subito  impiegato da Farran  presso il suo comando sui monti dell’Appennino per suonare quanto più possibile, giorno e notte, per lanciare da subito e quanto più chiaramente possibile segnali di presenza di truppe britanniche in zona.

Nella notte tra il 26 e il 27 di marzo finalmente ebbe luogo l’attacco al comando tedesco.  Una colonna di circa cento uomini, venti dei quali soldati del SAS, scesero dalla loro base sul monte Cusna verso valle fino ad arrivare nei pressi di villa Rossi e villa Calvi. Alle 2.00  l’attacco ebbe inizio, con le forze tedesche prese di sorpresa e battute dal fuoco intensissimo che SAS e partigiani disposti  tutt’attorno alle ville indirizzavano contro porte e finestre degli edifici. La fase successiva dell’attacco vide gli uomini della colonna di Farran impiegati in un corpo a corpo all’interno delle ville, stanza per stanza, con i superstiti  del tiro che aveva inizialmente investito gli edifici. Infine, furono appiccate le fiamme e alle 02.35 i partigiani si ritirarono. Kirkpatrick si era piazzatto nei pressi di un albero secolare a meno di dieci metri da Villa Calvi e , non appena erano iniziati a risuonare i primi colpi, aveva iniziato a suonare. Farran gli aveva  ordinato  specificamente di suonare senza mai fermarsi fino al termine dell’attacco, e  Kirkpatrick stava scruplosamente eseguendo gli ordini quando una pallottola vagante gli spaccò uno degli stock, impedendogli così di continuare a suonare.  Solo allora David si mise al riparo del tronco dell’albero presso cui si trovava, rimanendovi fino al momento della ritirata.

il tronco d’albero dietro al quale David si riparò

Il bilancio dell’azione fu particolarmente pesante  per i Tedeschi: la struttura del QG era stata resa inutilizzabile e vi erano stati 60 caduti, tra morti e feriti. Anche gli attaccanti avevano subito delle perdite, tutte tra i soldati britannici; tre  morti  e due feriti , tra cui lo stesso Lees.

    Le conseguenze

Già nelle primissime ore del 27 marzo il comandante del 51° corpo, il generale Friedrich-Wilhelm Hauck, aveva realizzato che l’azione appena conclusasi era stata molto ben organizzata e perfettamente eseguita. L’attacco era giunto stato improvviso  quanto inaspettato, i danni alle strutture della sala radio telegrafica e, in generale, al comando stesso irreparabili e le perdite considerevoli.  La presenza, sul campo, di tre cadaveri di soldati britannici era un indizio che l’azione era stata eseguita da truppe alleate, anche se Hauck sapeva che da tempo truppe speciali si erano infiltrate e operavano con  i partigiani, ma quello che fece definitivamente convincere Hauck che l’attacco fosse stato eseguito da truppe regolari britanniche era la testimonianza unanime di tutti i sopravvissuti: durante il combattimento, infatti,  tutti avevano sentito suonare  una cornamusa.

Questo fatto convinse Hauck definitivamente dell’estraneità dei partigiani , e la cosa per lui fu assai più preoccupante. Dedusse infatti che  quella che si era appena conclusa era un’azione portata a termine da un’avanguardia delle forze alleate e, con il QG  inutilizzabile, l’intero settore era troppo vulnerabile. Così  Hauck  decise di  accellerare i preparativi della ritirata che, stando alla storia del giornale fascista  locale  reggiano “il Solco” che cessò le pubblicazioni il 28, avvenne  a due giorni dall’operazione “Tombola”.

Un’altra conseguenza dell’analisi di Hauck fu l’assenza di rappresaglie da parte delle truppe tedesche, cosa che era una semplice e logica conseguenza della  attribuzione dell’attacco a truppe regolari britanniche e non a colonne partigiane.

Ciò significò  la salvezza per la popolazione dei borghi di Albinea  e di Villa Minozzo, gli abitati più vicini alle ville ove aveva sede il comando tedesco, che sarebbero state invece rastrellate qualora la decisioni del comando tedesco fossero state diverse. Si consideri inoltre che, secondo l’uso ormai consolidato di passare per le armi dieci civili per ogni soldato tedesco  caduto, la rappresaglia avrebbe costato la vita a 600 civili – quasi  il doppio dei martiri delle Fosse Ardeatine.  

Di tutti questi fatti abbiamo oggi notizia grazie al lavoro svolto da due giornalisti emiliani, Matteo Incerti e Valentina Ruozi, che hanno eseguito delle ricerche d’archivio  e intervistato  sui posti i testimoni di quegli episodi.

Il vero colpaccio è stato però messo a segno da Matteo Incerti che, tramite i documenti del War Office britannico e una ricerca certosina sul web, e riuscito a rintracciare David Kirkpatrick e a mettersi  in contatto con il protagonista della vicenda che, a 88 anni, vive ancora nel nativo Ayrshire e gode non solo di  buona saluta ma anche di ottima memoria.

Grazie alla testimonianza diretta di Kirkpatrick, infatti, Matteo non solo ha avuto conferma di molti fatti che era riuscito a ricostruire nel corso di anni di ricerche ma ha anche raccolto ulteriore materiale tanto di decidere di pubblicare un libro, uscito in Italia nell’aprile 2011 e dal titolo “il Bracciale di Sterline”, in cui narra  le incredibili storie legate ad operazione “Tombola” che erano ritornate alla luce


Il libro, scritto a quattro mani con Valentina Ruozi,  non solo ricostruisce   i fatti avvenuti alla fine del marzo 1945 ad Albinea e dintorni,  ma crea un vero e proprio legame con il presente narrando delle conseguenze dei fatti avvenuti  all’epoca sulle vite di numerosissimi dei personaggi coinvolti.

A seguito della pubblicazione del libro, c’è stata non solo una riscoperta e un rinnovato interesse per le vicende storiche da parte delle comunità di Albinea e Villa Minozzo, ma anche una vera e propria rivelazione di quanto queste due cittadine dovessero essere debitrici nei confronti di Farran (scomparso nel 2003) e di Kirkpatrick.

Valentina Ruozi, David Kirkpatrick e Matteo Incerti

Luglio 2011