WINTER STORM 2012 – Kansas City

The Winner of the Gold Medal

Prologo

Lo scorso 13, 14 e 15 gennaio si è tenuto a Kansas City, il meeting internazionale “Winter Storm” al quale hanno avuto l’onore di partecipare ben tre Italiani.

Questi “fortunati” sono stati: il Maestro Piero Ricci e la sua zampogna, il Presidente dell’Associazione Piper Italiani Avv. Duilio Vigliotti ed uno studente Italiano di Great Highland Bagpipe, Mosè Giaretta, gli ultimi due in attuazione del programma di scholarship in essere tra l’API e il Midwest Highland Arts Found di Kansas City..

(tutte le foto sono nella “gallery”) 

Dal diario di Mosè…

Il mio viaggio ha avuto inizio la mattina dell’undici gennaio con il volo delle 6.30 che da Venezia mi avrebbe portato all’aeroporto di Roma-Fiumicino, dove al Terminal 5 (terminal dal quale partono i voli per gli USA) alle ore 8.30 avevo appuntamento con il presidente.

Fortuna ha voluto che raggiungere questo terminal sia stato più facile dell’odissea dipinta nei siti Internet e ben presto sono arrivato al mio appuntamento.

Il presidente e il maestro Ricci mi aspettavano già e, dopo le presentazioni di rito, ci siamo avviati al banco della US Airways per il check-in e i controlli di rito prima del volo.

Il primo scalo in terra statunitense previsto in itinerario era la città di Philadelphia che avremmo raggiunto dopo ben dieci ore di aereo!

Durante il viaggio, seduto accanto al finestrin,o ammiravo il paesaggio: la Corsica e la Sardegna, la Spagna ed infine l’oceano. Dopo il pranzo servito dalle hostess, una dormita e poi una lunga chiacchierate con il maestro Ricci sulla zampogna.

Il maestro mi racconta di come sia difficile gestire tre chanter mentre si esegue un brano e di come, da appassionato e artigiano, costruisca personalmente le zampogne per sé e per pochi altri musicisti:

“sono riuscito a migliorare lo strumento aggiungendo fori e chiavi per incrementarne il numero di note, in questo modo ho permesso ad uno strumento povero di ampliare leggermente il suo repertorio… ma non voglio eccedere e stravolgerlo” mi spiega .

“Sai…” mi dice ancora, “suono molti altri strumenti ma l’originalità di questo strumento mi ha dato l’occasione di suonare alla Scala di Milano con il maestro Riccardo Muti…”

il tempo passa mentre ascolto rapito ed estasiato tutti questi racconti.

Dopo una traversata che sembrava interminabile, finalmente scorgo dal finestrino delle isolette: Terraaaa!!!

Atterrati a Philadelphia ci aspettava il controllo immigrazione dove, uno alla volta, ci hanno preso le impronte digitali, scattato foto e rivolto domande da interrogatorio di 3° grado, del tipo: “cosa sei venuto a fare qui? quanto resti? In quale albergo alloggi? quando riparti? hai la carta di credito? quanti soldi hai con te? E secondo te ti bastano se accade un emergenza??? Un Italiano che suona la cornamusa scozzese??? proprio strano…”

Tutte domande alle quali avresti avuto voglia di rispondere con un bel: “Ma a te che ca…spita te ne frega?”.

Terzo Aereo (per Kansas City questa volta) terza storia, i controlli si ripetono, al check-in troviamo Alex Gandy, lo salutiamo e via con altre due ore e mezza di volo.

All’aeroporto di Kansas City c’è un’autovettura a noi riservata che ci attende. Un secco nevischio si abbatte sulle strade… è una neve strana però che non attacca e fa giochi e vortici con il vento e, soprattutto, fa slittare le macchine in strada!

Tuttavia il simpatico conducente sembra essere collaudato per queste situazioni e con un paio di controsterzate (in più occasioni) risolve le cose.

Stremati arriviamo all’Hotel, facciamo il check-in (anche qui indispensabile la carta di credito) e poco dopo veniamo accolti da un solare Finlay Mac Donald (già all’ennesimo “brindisino” n.d.president!) che si stava ristorando al bar dell’hotel.

Nonostante la stanchezza decidiamo di fermarci a chiacchierare con lui ed è l’occasione per conoscere Mark Stanfield, uno degli organizzatori.

Tra una risata e qualche birra si chiacchiera già come tra vecchi amic; con il mio inglese un po’ arrugginito riesco abbastanza a capire e a farmi capire. Poi, proprio prima di congedarci per andare a letto, mi viene rivolto il primo “you’re welcome” di una lunga serie, che già da solo mi ripaga di tutte le stanchezze del viaggio.

Le camere a noi riservate sono principesche, letti da una piazza e mezza, comodissimi con ben cinque cuscini ciascuno, il sonno arriva in fretta…

Al mattino ci risvegliamo con una giornata un po’ uggiosa… al bagno scopro che i water sono riempiti di acqua fino a metà, e il bidè non esiste… mah… boh.

Per colazione ci aspetta un ricco buffet a base di salsicce, bacon ed eggs, l’organizzazione mi fornisce la mia “welcome-bag” del meeting dove trovo l’orario delle lezioni, una T-shirt dell’evento, un Cd, il VIP pass per accedere a qualsiasi evento, il biglietto per il concerto del sabato sera, l’etichetta con il mio nome… “Fantastico” penso.

Dato che il Winter Storm iniziava il giorno seguente, avremmo avuto un giorno libero, ma il vento troppo forte non ci consente di uscire, così i miei due compagni di viaggio decidono di fare qualche prova con la zampogna e la ciaramella per il concertoo del Sabato; io mi associo volentieri per ascoltarli.

Sulle prime l’ancia della ciaramella fa qualche capriccio dando qualche problema di intonazione, ma fortunatamente, dopo aver scaldato l’ancia e lo strumento, riusciamo a risolverlo.

Nel pomeriggio il vento finalmente cessa, ed è l’occasione per visitare la città. Io e Piero giriamo un po’ per i negozi… non c’è molto da vedere ma troviamo la famosa statua del porcellino!!! La foto è d’obbligo!

Il giorno seguente iniziano le varie competition, dopo la colazione “simpsoniana” ci fiondiamo ad ascoltare la gara di piobaireachd per la “Silver Medal”!!!

Inizio a comprendere come funzionano le gare, prima d’allora non ne avevo mai viste dal vivo.

Ci sono tre giudici con un semaforo che, a quanto pare, funziona al contrari:  I piper arriva dopo essere stato annunciato e, poco dopo che inizia a sistemare lo strumento intonandolo, si accende la luce verde; finchè questa luce rimane accesa il piper può svolgere tranquillamente l’accordatura dei bordoni e provare qualche pezzo, (attenzione però, se inizia a suonare il pezzo della competition, la gara ha inizio); quando si accende la luce gialla significa che il piper deve ultimare al più presto questa operazione e quando, infine, si accende la luce rossa, è obbligato ad iniziare il pezzo della gara.

Uno dietro l’altro si succedono Craig Muirhead, Joshua Dickson, Jamie Troy, Colin Clansey e molti altri piper che competono per la Silver meda; decido di lasciarmi cullare dalle note dei vari Piobaireachd eseguiti.

A pranzo,io e Duilio ci spariamo un hamburger veloce e una coca (!), e poi via al secondo piano ad ascoltare la Ceol-Bag competition che, purtropp,o era già iniziata dal mattino, contemporaneamente alla Silver medal di piobaireachd. Tuttavia riusciamo ad ascoltare l’esibizione di Craig, a tifare per lui e ad ascoltare un Alex Gandy davvero ineccepibile.

Poi, finalmente, la Gold Medal per il piobaireachd!!! Solamente sei concorrenti!

Al tavolo della giuria: Roddy MacLeod, Willie McCallum ed il “former president” della Piobaireachd Society, Jack Taylor (il quale, per inciso, durante una successiva conversazione, ha confessato di ricordare ancora il discorso di ringraziamento di Alberto Massi all’Archie Kenneth Memorial Quaiche – discorso irrefrenabile e quasi più entusiasmante del brano suonato! n.d.president).

Si torna alla magia dei piobaireachd… dopo il primo concorrente, torna un volto che ormai anche a me è diventato familiare: Alex Gandy.

Alex presenta “My dearest on earth give me your kiss”… ed ecco che con la musicainizia a raccontare della storia di questo bacio… il ground, la prima variazione, poi la seconda la terza, la quarta, i Torluath, i Crunluath… torna il ground e ci si risveglia da un sogno. “Davvero Bravo”

E’ il turno di Alastair Lee che, purtroppo, a metà piobaireachd decide di interrompere la performance, può succedere… nel frattempo si avvicina Joe Todero un californiano di origini italiane che nelle pause fra un piper ed un altro chiacchiera con noi.

Altri piper si esibiscono, tra questi Andrew Lee, il figlio di Jack Lee.

La sera è il momento delle premiazioni, ed a vincere la Gold Medal è proprio Alex Gandy!!!

Finlay e Craig, insieme ad altri due giovani musicisti del Royal Conservatoire of Scotland, si cimentano in un concerto di musica folk davvero esilarante creando un’atmosfera unica.

Dopo il concerto, la cena, ancora una volta, è a base di hamburger, ma la compagnia è ottima!

Scambio due chiacchiere con Finlay (che non vede l’ora di tornare in Italia per la Spring School) e con Craig, un ragazzo davvero simpatico… riesco a strappargli una mezza promessa di venire (tornare) alla Spring School!!!

Il giorno dopo parte all’insegna delle lezioni, io e Duilio optiamo per lar lezione sulle marce in 6/8 tenuta da Roddy MacLeod, siamo in tanti ed un po’ strettini nella saletta ma, pur di far lezione con Roddy, ci si infilerebbe anche in una scatoletta di sardine.

Abbiamo la possibilità di far lezione anche con Stuart Liddell sul “Kitchen Piping”, purtroppo non riesco a comprendere perfettamente tutto… i discorsi sono un po’ complicati per un piper del mio livello… ma almeno ho iniziato un’esplorazione dell’argomento.

Più volte Stuart porta ad esempio il modo di suonare la zampogna di Piero il quale, in un angolo dell’aula ascolta giustamente compiaciuto.

Nel pomeriggio Piero e Duilio decidono di provare ancora per il concerto della sera, io invece vado a lezione sulle “slow air” da Willie; lì ritrovo Joe Todero.

Prima che la lezione inizi, Joe mi racconta tante cose su di lui… mi racconta di quando i suoi genitori sono emigrati in America, di quando è tornato nel suo paese per visitare la Sicilia, di quando suona con la sua banda in California e l’emozione che prova a suonare Amazing Grace quando percorre la navata di una chiesa ad un matrimonio…

Mentre Joe racconta penso a quanto sono fortunato… la passione per il piping non solo mi consente di arricchirmi musicalmente ma mi apre il cuore delle altre persone, mi sento felice.

Arriva il grande momento… il concerto!!!

Emozionati Io, Piero e Duilio ci dirigiamo a piedi dall’albergo verso il teatro; la sala è già piena.

Tra le prime file troviamo i posti a noi riservati e, sullo sfondo del palco, sorpresa delle sorprese, fra le bandiere di Scozia, Stati Uniti, Irlanda e Canada, proprio al centro della scenografia, troviamo la nostra bandiera: il Tricolore italiano!!!

Il concerto inizia… dalle scalinate della platea scende la City of Chicago Pipe Band, proprio vicino a dove siamo seduti noi passa la grancassa, il drummer la sfiora appena e ne esce un suono profondo e stupendo come mai avevo sentito prima; più tardi (dopo il concerto) il bass drummer, rispondendo ai complimenti di Duilio, dirà: “It was the sound of my heart”, resto senza parole.

Poi si esibiscono Roddy MacLeod, Willie McCallum e Stuart Liddel che, con la sua simpatia travolgente, da vita ad un siparietto divertente abbandonando improvvisamente la bagpipe ed uscendo di scena davanti ad un pubblico allibito per poi rientrare suonando lo snare drum!!!

Un giovane gruppo di drummers mi colpisce particolarmente per la coreografia del pezzo, la coordinazione e la bravura nel suonare insieme nonostante la giovane età.

Si esibiscono poi Alex Gandy, Colin Clansey e poi … arriva il turno di Piero e Duilio!!!

Dopo una lunga, dettagliata e calorosa presentazione da parte del “Captain” Ken Eller – maestro delle cerimonie – la zampogna di Piero avvolge tutti con il suo suono dolce e le “inaspettate” ed estese armonie; poi, accompagnata dalla ciaramella, intona musiche natalizie…

Con la telecamera riprendo tutto, un po’ in apprensione per quell’ancia capricciosa della ciaramella… “speriamo bene” mi dico.

Piero continua con il suo assolo… poi termina… abbraccia maternamente lo strumento e giù una valanga di applausi… il cuore mi si riempie di orgoglio per Piero, Duilio e per l’Italia.

Al termine del concerto i complimenti giungono da ogni parte, si ritorna all’hotel per la festa ed è il momento purtroppo dei saluti, il giorno dopo ci aspetta l’aereo di ritorno.

note finali: 

Mi scuso per la semplicità della forma con cui vi ho narrato le cronache del mio viaggio, ma volevo “portarvi con me” e rendervi partecipi degli attimi più significativi e suggestivi, un po’ come se lo aveste vissuto in prima persona anche voi.

Questo viaggio studio è stato ricco non solo dal punto di vista musicale ma anche dal punto di vista umano: mi ha dato la possibilità di instaurare rapporti di amicizia con chi condivide la mia stessa passione dall’altra parte del mondo. In poche parole è stata un’esperienza molto intensa, che auguro ad ogni piper di fare.

Voglio ringraziare l’Associazione Piper Italiani per il disinteressato lavoro di promozione della GHB che svolge, per la considerazione che s’è guadagnata in ambito internazionale – considerazione continuamente, pubblicamente ed affettuosamente manifestata da tutti – e per l’opportunità che ha offerto, e continuerà ad offrire, a studenti che, come me, non avrebbero mai avuto l’opportunità di vivere momenti così intensi ed entusiasmanti.